Perché non si parla di ambiente se non si tratta di notizie catastrofiche? (propone Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico e saggista italiano). Perché non fa audience, si c’è ma non è importante come la politica o altro, e poi c’è tanta gente che smentisce l’esistenza di fenomeni come il cambiamento climatico, l’innalzamento delle temperature e la perdita di certi standard che prima erano dati per scontati. Ma se quel qualcuno smentisce tali dati e tali idee lo fa su basi scientifiche o lo fa su basi economiche e politiche, con quali dati a sostegno della sua tesi? Lo fa con articoli e grafici e indicazioni fatti ad Hoc o lo fa con pensieri e “secondo me”, perché tante smentite sono basate su n non fondamento. Ma malauguratamente hanno un alto impatto mediatico, andando ad inficiare la veridicità dell’informazione iniziare e giustamente avallata. Non vedrete mai una prima pagina di una grande testata giornalistica aprire con “la terra è piatta” perché giustamente non è avallabile, magari potrebbe aprire con un tono deliberatamente provocatorio, ma è improbabile. Questione Thunberg: come mai si pensa solo e soltanto a ch si cela dietro alle spalle di una ragazzina e non si pensa invece a chi si cela dietro alle mosse più oscure e segrete della politica? Perché per forza ci deve essere qualcuno dietro ad una figura con un così alto impatto mediatico? Perché invece non pensiamo ai grandi potenti del petrolio che spendono miliardi per finanziare i loro commerci e per evitare che delle determinate norme non passino all’applicazione pratica o che altrettante norme passino e che quindi consentano ai loro commerci di prosperare senza alcun tipo di freno. Non c’è mai stato un periodo di così grande comunicazione generalizzata ( suggerisce Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo italiano) Perché si parla tanto di Greta? Grazie alla rete e all’impatto che possono avere i media; se vi parlassi della ragazzina che zittì il mondo nel 1992, Suzuki Severn. Non ebbe un così alto impatto a causa della mancanza dei media che avrebbero notevolmente ampliato la sua immagine, la cosa che fa riflettere è che le cose che disse, sono le stesse, con ciò voglio solo dire che già nel 1992 si pensava ad una emergenza ambientale e globale, ma non ebbe la stessa risonanza mediatica che ha Greta. Ma è solo grazie ai primi servizi relativi alla “ragazzina che sciopera” davanti al parlamento di Stoccolma. In questo modo si sono creati i primi “followers” e i primi grandi eventi fino al 15 marzo del 2019 “Friday For Future” e per il 24 maggio prossimo. Ma il punto è che se la politica se ne è accorta vuol dire che tutti gli apparati sono a conoscenza di questi fatti, rimanendo al sistema fallimentare precedente. Ma la vera domanda è : dove sbagliamo (Ermete Realacci, ambientalista e politico italiano, presidente onorario di Legambiente e del PD) la politica è poco sensibile alle tematiche ambientali , basta vedere lo studio dell’osservatorio di Pavia, il quale ha analizzato i discorsi dei politici e, a differenza degli altri paesi dove le tematiche ambientali sono molto importanti, in Italia, l’unico che ne parlava con una percentuale considerevole era Gentiloni (con il 12%) mentre gli altri sfioravano le tematiche ambientali con una frequenza dell’1%. “Ma la politica è più importante”. Ma l’ambiente e l’economia ad esso legato sono l’economia del futuro, quella che permetterà al Paese di essere competitivo, e di sostenere l’ecosistema sia ambientale che occupazionale. Bisogna migliorare la qualità delle informazioni (Angelo Robotto, Direttore generale di Arpa Piemonte) perché su circa 50mila notizie, solo il 9% è di notizie con un ambito ambientale, queste 4500 notizie riguardano soltanto meteorologia e notizie di eventi catastrofici, le notizie relative alla divulgazione scendono sotto le centinaia. Arpa si occupa di raccogliere i dati, spende in media 6–7MLN di euro, perché sono dati raccolti e certi, anche dopo analisi di laboratorio che richiedono giorni, in sostanza i dati immediati, che ci vengono propinati sono dati falsi.

Il problema fondamentale è la disinformazione o il modo con la quale essa viene fatta, dovrebbe diventare uno degli argomenti di maggiore spicco all’interno delle nostre trasmissioni, nei telegiornali, dovrebbe essere un argomento universale, del quale discorrere al bar con gli amici e con i parenti a tavola, perché se ci si sofferma solo sul breve termine e non su cose veramente importanti come l’ambiente rischiamo dei seri danni, basta vederlo solamente nelle nostre zone, nei nostri campi.

Marwan Chaibi
Prima autore, poi Direttore ed ora Presidente. Classe 2002. Sono Diplomato in Chimica e Biotecnologie e studente universitario. Scrivo per alcune riviste online, parlo, racconto, leggo. Collaboro con tantissime associazioni e enti, ma di questa in particolare sono il Presidente, e non posso far altro che essere orgoglioso nel rappresentarla e fortunato nel viverla tutti i giorni. Mi piace fare bene, del bene, per il bene degli altri!

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