Vista l’ennesima quarantena forzata, non resta che dedicarci, tra le altre cose, al caro vecchio cinema casalingo. Ecco una raccolta di 5 film/serie TV da recuperare assolutamente (non serve che mi ringraziate).

A pensarci bene, questo mese avrei voluto scrivere altro. Avrei preferito ragionare su quali sarebbero state le destinazioni migliori, le città da visitare, i drink da provare (la “Betoniera” in San Salvario a Torino, rimediate in futuro nel caso non l’aveste gustata). Speravo davvero di poterlo fare, perché avrebbe significato un importante passo avanti nel lasciarci alle spalle un anno di merda, lasciatemelo dire. Purtroppo, l’essere umano difficilmente impara dai propri errori, la storia ci sta quotidianamente col fiato sul collo, sempre pronta a ricordarcelo. “Perchè io sò io, e voi non siete un cazzo”, recitava sprezzante il Marchese del Grillo, e così sembra dirci il Covid, esasperante incubo giornaliero, di fronte al quale ci siamo noi, personaggetti inermi che si fanno la guerra a vicenda facendo a gara a chi ha più ragione (o torto). Ne usciremo? Certo, tutto ha un inizio e tutto ha una fine, banalmente parlando. Migliori? Continuiamo a ripetercelo, e poi facciamoci una risata, faremmo almeno contento il compianto Gigi.

Ma tornando a noi, data la situazione, ci tocca un altro periodo fra le quattro mura, e il mio ingrato (a sto giro) compito è quello di consigliarvi al meglio la visione di 5 film/serie TV alternativi che forse non tutti avete avuto il piacere di vedere, seduti sul vostro divano, pensando ai litri di alcol che vi scolerete quando sarà tutto finito (se già non lo state facendo, si intende).

1. KADAVER

Lo trovate tranquillamente su Netflix, diventato oramai il nostro migliore amico, la nostra fidanzata, e nostro genitore. Amen. Produzione norvegese che trae le sue radici dal genere tipicamente horror, difendendosi abbastanza bene, visti i tempi. Durante la carestia provocata da un disastro nucleare, Leonora e Jacob, insieme alla figlia piccola Alice, cercano di tirare avanti, sopravvivendo a stento alla mancanza di cibo e fissa dimora. Ci penserà il proprietario di un hotel che sembra non aver patito la crisi mondiale a renderli partecipi di uno spettacolo teatrale interattivo che nasconde più di quanto possa sembrare. Kadaver ci mostra cosa si è disposti a fare pur di sopravvivere, mettendo in discussione tutti i valori in cui si è sempre creduto, fragili e scricchiolanti di fronte a fame e miseria. Eccoci servito uno spettacolo intrigante quanto perverso, che gioca sull’identità di scena, senza tuttavia osare troppo.

Voto: 3/5

2. THE BABYSITTER, KILLER QUEEN

Anche qui Netflix la fa da padrone. Il gustoso sequel di The Babysitter (consigliata la visione, ndr), tiene salde le redini di un genere trash-splatter, inutile nasconderlo, d’altro canto è possibile trarne un intrattenimento solido e qualitativo, come in questo caso. Non parlerò della trama in sé, giusto per non spoilerarvi quanto succede nel precedente film, ma sappiate che se siete amanti del black humor o della sessualità messi a servizio di un irriverente gioco al massacro in nome di sette sataniche della peggior specie, qua siete i benvenuti.

Voto: 3,5/5

3. THE HEAD

Se c’è un filone che negli ultimi due anni sta vivendo la sua epoca d’oro, è quello delle miniserie. L’altro è il cinema spagnolo, capite bene che se li fondiamo insieme, viene difficile pensare a un cattivo prodotto. The Head è su Amazon Prime Video per testimoniarcelo. Immaginate un Cena con Delitto più cattivo, ambientato in Antartide, e spalmato su 6 puntate che vanno via in due sere (in epoca di covid anche in una, in mancanza di aperitivo, party, e after), ed eccovi servita l’ennesima serie spagnola di qualità, condita da un cast d’eccellenza che vanta fra gli altri John Lynch e Álvaro Morte (sì, quello de La Casa di Carta). Un team di ricerca si trova nel continente freddo per svolgere un’importante ricerca allo scopo di contrastare il cambiamento climatico, e fin qui tutto bene. I problemi sorgono nel momento in cui il cadavere di uno di loro viene trovato nella neve, provocando un domino di sospetti e morte che mette davanti al bene dell’umanità i sentimenti e l’ambizione personale. Perchè alla fine è questo che siamo, e che saremo sempre.

Voto: 4/5

4. SUBURRA

Quale occasione migliore per parlare di una delle serie TV migliori che il panorama italiano abbia prodotto, se non l’uscita della terza stagione di Suburra, serie che funge da prequel del meraviglioso film uscito nel 2015. o già cosa state pensando, si rimane sempre nell’ambito della malavita e della criminalità in generale, e fate bene a pensarlo, perché spiace dirlo, ma come ci allontaniamo da quello, non reggiamo il confronto a livello internazionale, almeno per quanto riguarda l’ambito seriale, inutile girarci intorno. Tanto goderci appieno ciò che ci viene bene da sempre, sul filone di Romanzo Criminale e Gomorra su tutte. Siamo giunti all’atto finale delle vicende di Aureliano Adami e Spadino Anacleti, sempre più assetati di potere nei confronti di una Roma, che ha quasi esaurito tutto ciò che aveva da offrire, lasciata alle prese con la decadenza sociale tristemente vicina a ciò che è realmente nella vita di tutti i giorni. Ma forse è proprio questo che rende così affascinante la Città Eterna, la città più bella del mondo che nasconde al suo interno l’anima nera formata da alcune, tante, troppe persone.

Voto: 4/5

5. IO ROBOT

Se cercaste su google “film più sottovalutato degli ultimi 20 anni” non credo che trovereste questo film, ma in caso contrario non ci sarebbe da scandalizzarsi. Affatto. Io Robot uscì nell’ormai lontano 2004, ispirato dall’antologia di Isaac Asimov. Che dire, un film che mi ha segnato particolarmente, prende in esame il rapporto controverso tra uomo e macchina, e ci fa ragionare oggi più che mai, in epoca social, sul fatto che forse per l’umanità sarebbe saggio fare un passo indietro, prima che la tecnologia prenda totalmente il sopravvento su di noi, finendo per rubarci l’anima e non farci più riconoscere gli uni con gli altri. Un Will Smith in stato di grazia è la colonna portante di questa produzione, capace di regalarci una perla ogni volta che apre bocca. Un uomo ancorato a un passato difficile da lasciar andare, fitto di episodi che lo hanno portato ad odiare profondamente i robot con cui si trova costretto a dividere l’esistenza nel 2035.

Il film in un certo senso è profetico, non tanto di un futuro ancora così lontano, ma di ciò che stiamo vivendo oggi, (seppur uscito nell’anno in cui nacque Facebook). Il protagonista Del Spooner (abbiatelo sempre in gloria) rappresenta tutte quelle persone che oggi si sentono lontane dai social network, legate ancora ai rapporti umani, quelli veri.

Le faccio una domanda, dottoressa: pensare di essere l’ultimo sano di mente sulla terra, vuol dire essere pazzo? Perchè se è così, io sono pazzo”.

Voto: 4,5

Giorgio Rolfi
26 anni, di cui 19 trascorsi nella musica.  Cinema, videogames e dipendenza da festa completano un carattere non facile, ma unico nel suo genere... Ah, dimenticavo, l'umiltà non è il mio forte. 

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