Che cos’è l’Amore? “E’ tutto carte da decifrare e lunghi notti e giorni per imparare”?

L’amore è ciò che mi ha portato a sfilare sabato 15 giugno 2019 lungo le strade di Torino, ballando Lady Gaga, mentre pensavo che nulla mi fosse più naturale che stare lì, in quel momento, con i miei amici e altri migliaia di sconosciuti, tutti insieme per un semplice motivo: il diritto all’Amore. Tra i partecipanti anche il sindacato di polizia Silp, che ha sfilato dietro la Cgil. In testa al corteo anche Stefano Geuna, neo rettore dell’Università e Guido Saracco, rettore del Politecnico e la neo-direttrice del Lovers Film Festival Vladimir Luxuria.

Un diritto sacro e inalienabile, che evidentemente alcuni pensano invece sia un’esclusività, un qualcosa alla portata di pochi. C’è chi si arroga il diritto di poter scegliere per gli altri e di poter decidere sulla loro pelle. C’è gente che esprime la propria opinione solo perché è sua, ma che affogherebbe pur di permettere che la nostra venga a galla. C’è gente che reputa che altri essere umani siano strani, diversi e malati solo perché le loro labbra scelgono di baciare labbra diverse dalle sue.

Questa gente non sa. Questa gente non conosce l’amore.

L’amore non è cieco. L’Amore ci vede benissimo, così bene che quando amiamo scopriamo lati dell’altra persona che normalmente rimangono nascosti. Ma l’amore invece è curioso, non si accontenta delle prime banalità, scava a fondo perché è possessivo e ingordo, vuole sapere, sentire e toccare tutto.

Io credo che l’amore sappia. Sa a chi è rivolto, sa perché esiste e sa che dovrà lottare per starci vicino. L’amore è conscio di quanto sacro è.

Durante questo Pride abbiamo ricordato i 50 anni dai moti di Stonewall, avvenuti il 27 giugno 1969. All’epoca era all’ordine del giorno che la polizia irrompesse nei bar gay per schedare gli avventori, arrestarli e anche malmenarli. Fino a che il clima culturale che si respirava in tutta l’America per la guerra in Vietnam e la rivoluzione studentesca e, in particolare, l’elezione a New York di un sindaco di vedute riformiste permisero quella sera di dire no: la leggenda racconta di un tacco di Drag Queen lanciato su un poliziotto, ma la vera sostanza è che dall’una di notte del 27 giugno e per i tre giorni a seguire il bar Stonewall Inn, nel Greenwich Village, vide 2000 persone rivoltarsi contro 400 poliziotti.

Chi definisce il Pride una carnevalata non capisco a cosa si riferisca: forse perché si beve? Forse perché si balla? Forse perché ci si può travestire? E cosa c’è di male? Il carnevale è una festa, di matrice cattolica, che ha la funzione di preparare alla quaresima. Noi facciamo lo stesso: ci prepariamo ai giorni difficili, quelli in cui credere nel prossimo sarà difficile, quelli in cui sentiremo di essere soli contro l’ignoranza e la stupidità. Sfilare tutti insieme crea vicinanza e condivisione, sinonimi di Amore.

Mi chiamo Bianca Garelli e forse non credo più nelle favole, ma credo nell’Amore. Un amore che non è tutto rose e fiori, ristorantini e foto al tramonto. Un amore che è sacrificio, lotta e emancipazione. Un amore che permette a chi lo prova di esprimere la miglior forma di se stessi. Un amore altruista, generoso e eroico. Perché se non si combatte per ciò che si ama per cosa ha senso farlo?

Mi chiamo Bianca Garelli e partecipo al Pride perché sì, sono orgogliosa: orgogliosa di aver provato l’Amore e orgogliosa di poter lottare per questo.

NoSignal Magazine

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