Per chi è nato nell’Occidente di larga tradizione cattolica e/o riformata, la chiesa ortodossa russa rimane qualcosa di affascinante e lontano a cui si guarda con interesse in determinati periodi dell’anno o della storia ma oggi, con la Russia e l’Ucraina sulle prime pagine di tutti i giornali, un’infarinatura di base su cosa sia e cosa ha dovuto vivere il cristianesimo orientale negli ultimi anni e sotto i regimi comunisti è più che mai necessario.

Una breve storia della Chiesa ortodossa russa

Battesimo di Vladimir I di Kiev

La chiesa ortodossa russa è relativamente “giovane” rispetto alle sue sorelle occidentali. Essa nasce nel 988 con il battesimo di Vladimir I di Kiev, Gran principe della Rus’ di Kiev. Essa diventerà indipendente solo nel 1448 e riconosciuta dalla sede di Costantinopoli nel 1589.

Nel 1700 Pietro il Grande abolì Il patriarcato russo: lo zar sostituì Il governo della Chiesa Russa con l’istituzione del Santissimo Sinodo Governativo. Il Santissimo Sinodo fu abolito il 6 aprile 1918 in seguito alla rivoluzione d’ottobre e il patriarcato di Mosca fu ristabilito. Le cose però non migliorarono.

La dittatura sovietica distrusse moltissime chiese e costrinse alla clandestinità la maggiorparte della Chiesa Russa che tornò a vivere nella piena libertà solo a partire dal 1991.

Data questa storia così travagliata non possiamo leggere e richiedere alla Chiesa Russa delle prese di posizioni forti come quelle a cui il papato cattolico ci ha abituato.

La prima vera prova di Kirill di Mosca: la guerra russo-ucraina

Blessed Patriarch Alexy II of All Rus

Il patriarca Kirill I di Mosca è la guida della Chiesa Russa ed è saldamente in cattedra dal 2009. In quanto, storicamente, ritenuta la terza Roma, non è difficile intravedere nelle sue scelte pastorali una fortissima tendenza all’identaritarismo nazionale e alla profonda collaborazione con il governo di Vladimir Putin. Sostiene Nicola Graziani, giornalista di Agi news:

Il ‘fattore Kirill’ sulla guerra di Putin all’Ucraina

Kirill ha avuto buon gioco nel rafforzare con il suo assenso il progetto politico di Putin. Non avrebbe potuto essere altrimenti visto l’atteggiamento del Cremlino in materia di gay, droghe, persino di vaccino anticovid. La cattedrale di Kazan, sulla Piazza Rossa, la fece ricostruire Yeltsin ma è Putin che l’ha valorizzata con le sue visite e le sue donazioni.
Alla sua ombra è cresciuta una generazione di pensatori e teologi le cui teorie sanno spesso di identità intrisa di sovranismo vagamente slavofilo. La chiesta ortodossa russa non è ispirata da Dugin, ma al suo interno in molti lo stanno a sentire.

Ad esso si aggiunge lo scisma Ucraino del 2018 che, mosso da motivazioni politiche, ha chiesto l’autocefalia (cfr. autonomia) dal patriarcato di Mosca per la creazione di un patriarcato di Kiev. La Russia religiosa è perciò ugualmente furiosa con l’Ucraina quanto la classe politica putiniana ma vi è un paradosso non da poco.

Prosegue N. Graziani:

Il fattore Kirill sulla guerra di Putin in Ucraina

Qualcosa però sembra incepparsi: non è solo questione della Vox Populi che prende la forma di una lettera di dissenso formata da centinaia di pope (cfr. sacerdoti) moscoviti, che chiedono la pace. Nemmeno del fatto che la domenica ci sono molti di quei religiosi che si rifiutano di pregare per la salute del patriarca accusato di subalternità. I fedeli del patriarcato di Mosca sono, per paradosso, in maggioranza ucraini, e il loro parere conta.

Nei giorni scorsi la profonda indecisione del governo pastorale della Chiesa Russa è stata punita, seppur non esplicitamente dal governo russo: una bomba ha colpito una chiesa russa in Ucraina, e ciò è stato letto come un colpo di avvertimento che ha fatto muovere rapidamente il patriarca Kirill.

In queste ore in un sermone pubblico del vescovo di Mosca si è apertamente sbilanciato a sostegno del governo e ha aperto una profonda crisi ecclesiale. Il sermone cita così:

Omelia del patriarca Kirill del 7.03.2022

Stiamo parlando di qualcosa di molto più importante della politicaParliamo della salvezza umana… siamo entrati in una guerra che non ha significato fisico ma metafisico […]
Le parate del gay pride dimostrano che il peccato è una variabile del comportamento umano […]
Per otto anni si è cercato di distruggere quanto esisteva nel Donbass, dove vi è un fondamentale rifiuto dei cosiddetti valori offerti da chi rivendica il potere mondiale […]
(Nda, Questa guerra) è un test della fedeltà al Signore.

Nei prossimi giorni possiamo immaginare uno scenario sempre più complesso per la Chiesa moscovita e per i suoi fedeli ucraini. Quello che si prospetta è una realtà in cui uno scisma e una tensione sociale in Russia diventa sempre più plausibile

Samuele Migliore
Vicepresidente, teologo in erba, collaboro con l'Osservatore Romano e alcune testate diocesane locali. Dal 2023, dopo 5 anni da insegnante, sono educatore a Corviale, nella periferia di Roma, dove lavoro con minori a rischio devianza.

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