Quest’anno funesto, costellato da eventi di portata storica, aggiunge un ulteriore tassello al mosaico di notizie tragiche: è morto da poche ore una delle icone calcistiche e popolari più influenti e controverse di sempre, “El Pibe de Oro” Diego Armando Maradona, alla prematura età di 60 anni, a causa di un improvviso arresto cardiorespiratorio.

Argentino di nascita, napoletano d’adozione, con il suo talento innato e l’ammaliante maestria nell’addomesticare la palla ha conquistato i cuori di moltissimi appassionati, ha saputo trascinare verso trionfi inaspettati e insperati le formazioni in cui ha militato, ha tracciato un segno indelebile nella storia di questo sport come poche altri hanno saputo fare. Le squadre gravitavano e ruotavano attorno a lui come la Terra ruota e gravita attorno al Sole, un pallone che raggiungeva i suoi piedi era spesso garanzia di gol e assist, e una sicurezza di giocata fuori dall’ordinario.

L’accoppiata Campionato-Coppa Italia con il Napoli nella stagione 1986/87 e il Mondiale con l’Argentina nel 1986 sono le sue due imprese più ricordate e celebrate, attribuitegli simbolicamente per il peso specifico avuto dal fuoriclasse nativo di Lanus nel loro conseguimento. Negli anni è stato sommerso da premi e riconoscimenti, e il Pallone d’Oro alla carriera conferitogli nel 1995 è probabilmente quello più simbolico, dal momento che è andato a colmare quel vuoto nella sua bacheca dovuto al fatto che il vero Pallone d’Oro non venisse attribuito ai calciatori extraeuropei quando Maradona solcava i rettangoli verdi.

Ben lontano dall’essere ugualmente capace e vincente in veste di allenatore, la sua chiamata in qualunque club o nazionale non mancava di suscitare la gioia dei supporters, quasi come se ad essere stato ingaggiato fosse quel ragazzino con la folta chioma riccia che animava le partite sui campi di tutto il Mondo negli anni ‘80.

L’amore incondizionato della gente non è stato intaccato dagli innumerevoli episodi extracalcistici che si sono susseguiti e hanno scandito i suoi secondi trent’anni: vicende giudiziarie, alterchi amorosi, un rapporto privilegiato e burrascoso con le sostanze stupefacenti, i suoi apprezzamenti verso numerose personalità politiche, nulla è riuscito a frapporsi fra Diego Armando Maradona e i suoi sostenitori. Con il passare degli anni si è consolidato come una delle personalità più idolatrate del mondo, diventando una divinità laica per migliaia di persone.

Nell’eterna disputa per il trono di miglior calciatore della storia con il mitico Pelè, El Pibe de Oro ha senza dubbio vinto la sfida popolare, poiché nessuno prima e dopo di lui è mai stato così efficace nel catalizzare l’attenzione e la passione dei tifosi, nessuna personalità del mondo dello sport in generale è riuscita ad avere un tale impatto emotivo a breve e a lungo termine.

Il suo nome circolerà per molto tempo sulla bocca delle persone e il suo ricordo, per quanto possibile, verrà mantenuto vivo dai racconti incredibilmente vivi e vissuti di chi ha assistito alle sue partite. Come direbbero Shablo e Don Joe, le leggende non muoiono mai.

Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

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