‘There’s Nothing Comic About Dyslexia’ è il messaggio della campagna, promossa da WeTransfer a supporto del Comic Sans, il font più leggibile per le persone che soffrono di dislessia.

Campagna promossa da Dyslexia Scotland

I soggetti impegnati nella campagna, tra cui l‘associazione Dyslexia Scotland, ricordano ai designer, che si occupano per esempio di siti web, che “non c’è nulla di comico in un font che aiuta le persone a raggiungere il loro potenziale”, dato che tra l’altro la dislessia è una disabilità linguistica che colpisce quasi 1 miliardo di persone nel mondo.

Lo scopo della campagna non è di far amare a tutti i costi il Comic Sans, ma ricorda la responsabilità di chi comunica nel far diventare i loro progetti più inclusivi, magari progettando un nuovo font che sia dislessia-friendly ma non imbarazzante.

Schermata di WeTransfer a supporto della campagna di Dyslexia Scotland

Tutti i professionisti della comunicazione odiano il Comic Sans, font nato per applicazioni progettate per i bambini e usato per i fumetti, ma spesso usato a sproposito.

Continuano a crescere infatti le community che firmano petizioni contro questo carattere, per eliminarlo dalla faccia della terra.

Dicono Dave e Holly Combs di “Ban Comic Sans:

«Quando si disegna un cartello “Vietato l’ingresso”, è consigliabile l’uso di un font dai tratti marcati, capaci di attirare l’attenzione, come l’Impact o l’Arial Black. Comporre un messaggio di questo genere in Comic Sans sarebbe ridicolo […] come presentarsi a un ricevimento elegante con un costume da clown.»

Perché Comic Sans?

Alla base della valutazione positiva di questo font c’è il fatto però che quasi tutte le lettere sono uniche, quindi diverse. Solo la “b“ e la “d“ sono speculari. Questo livello di irregolarità favorisce la concentrazione sulle singole parti delle parole.

Infatti una difficoltà comune per le persone dislessiche è distinguere le forme delle lettere simili.

La ripetizione della forma delle lettere in Times New Roman e Comic Sans

Quali altri caratteri?

Il Comic Sans però non nasce come carattere tipografico per persone con disabilità. Diversi designer al contrario hanno accettato la sfida di creare caratteri migliori per persone con disabilità dell’apprendimento.

Tra questi caratteri troviamo “Dyslexie“, progettato per ridurre le possibilità che le persone con dislessia invertano le lettere. Per questo motivo i glifi sono ancorati più fortemente alla linea di base rispetto ad altri caratteri. Allo stesso modo “Sylexiad“ tenta di dare una mano alle persone con dislessia, tendando di imitare il testo scritto a mano.

In realtà anche tra i caratteri più comuni c’è chi passa il test della facile leggibilità. In particolare Helvetica, Courier, Arial o Verdana, si sono rivelati secondo ricerche scientifiche adatti alla lettura per persone che soffrono di dislessia. Questi infatti li riconoscono come non solo utili, ma anche soggettivamente belli.

Forse non ci avete mai pensato ma ogni font ha un determinato tono, stile o identità. Un buon carattere deve essere non solamente e primariamente leggibile, ma deve anche collegarsi ad un contesto e ad un bisogno.

Curioso è sapere che per molti la vittoria di Obama alle elezioni del 2008 è stata possibile in parte grazie alla scelta del carattere Gotham. Esso incarnava infatti i valori americani, la posatezza e la voglia di cambiamento promessi da Obama. Oltre a questo richiamava alcune vecchie insegne che potevano essere facilmente associate.

NoSignal Magazine

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