I              Siamo qui oggi con Matteo Tivan, giovanissimo e due volte vincitore delle Olimpiadi di Astronomia. Benvenuto Matteo, è un piacere averti con noi!

M           Grazie, il piacere è mio.

I              Prima di partire in quarta, vuoi dirci magari qualcosa di te? Di cosa fai?

M           Sono Matteo, frequento la terza superiore del liceo scientifico a Cuneo. Ho sempre saputo che avrei voluto abbracciare l’ambito scientifico anche all’Università ma non sono ancora deciso sul settore specifico. Sarei orientato per ingegneria, fisica o astronomia probabilmente.

illustrazione di Lara Milani

I              Nel campo dell’ingegneria, immagino, magari meccanica o aerospaziale?

M           Certo! Aerospaziale mi piacerebbe, oltre che l’astronomia mi appassiona molto l’aviazione. In prima media ho iniziato a interessarmene per merito di un libro, forse rivolto a un pubblico di bambini, di Stephen Hawking e sua figlia. È un racconto di fantascienza in cui due bambini, nello spazio, interagiscono con vari -potremmo dire- ‘oggetti astronomici’. E questo dà ragione di parlare, in maniera ovviamente semplificata, di stelle, pianeti, buchi neri e di come funzionano, per avvicinare i bambini già da piccoli a questo mondo.

Poi internet ovviamente mi ha dato una mano, alle medie avevo più tempo libero e mi piaceva vagare alla ricerca di informazioni sull’astronomia. Era una conoscenza disinteressata, quasi un passatempo. L’astronomia aveva quella scintilla in più che magari la biologia, la genetica non mi restituivano.

I              E poi sei passato dai libri a guardare il cielo direttamente, immagino?

Assolutamente. I miei, che mi hanno sempre supportato nelle mie passioni, mi comprarono un piccolo telescopio (modello molto basilare, quasi un giocattolo). Devo dire che per quanto le immagini anche coloratissime e ad alta risoluzione su internet abbiano il loro fascino, l’emozione di cercare, trovare e vedere coi propri occhi direttamente i corpi celesti è impagabile.

I              E riuscivi a farlo da casa? In città? O risentivi dell’inquinamento luminoso?

No in realtà, con un telescopio così semplice non si riescono a guardare i corpi dello spazio profondo, che sono i meno brillanti e quelli che risentono di più dell’inquinamento luminoso. Lì si parla di osservazione un po’ più seria. Ho iniziato a farla qualche anno dopo con l’acquisto di un telescopio più professionale e lì mi sono venuti incontro i membri di un’associazione di astrofili di Cuneo, gli “Astrofili Bisalta” che ringrazio!

I              E come sei arrivato da questa tua passione alle Olimpiadi di Astronomia? Il passo non è scontato, di solito c’è un insegnante magari, che vede l’interesse in un ragazzo e lo indirizza. Da voi com’è andata?

M           Da me è stato il contrario, sono io che ho dovuto chiedere ai miei insegnanti di partecipare. Sono venuto a conoscenza delle gare via Instagram da un ragazzo valdostano che mi ha contattato semplicemente per i contenuti “astronomici” che pubblicavo.

La nostra scuola è una delle poche in Italia ad avere un piccolo osservatorio con telescopio sul tetto, per scopi divulgativi o didattici, non certo di ricerca. Mi sono dovuto iscrivere alle gare tramite un’altra scuola, una di Fossano, il Vallauri. Avevano già organizzato più edizioni e avevano avuto anche dei partecipanti a fasi internazionali. Sono andato da loro a fare le preselezioni.

Era una cosa nuova per la mia scuola, non è come le Olimpiadi di Matematica, molto più diffuse. C’è stata una fase iniziale (all’interno della scuola) di scrematura, cui potevano partecipare fino a 3 studenti per istituto. Questa parte non è stata particolarmente difficile, erano domande a crocette senza troppo ragionamento o calcoli.

I              Come ti sei preparato?

M           Ogni anno c’è una specie di tema e danno delle pagine di siti importanti o famosi da studiare per prepararsi.

La fase successiva era interregionale, nel mio caso del Nord-Ovest, un po’ più complicata, con 5 problemi che richiedevano vari calcoli, come fosse stata una prova di fisica. Non bastava più leggere gli articoli.

Io ero uno studente di prima superiore, non ero così bravo in fisica da prepararmi da solo e non sapevo tanto come muovermi. Essendo che il Vallauri partecipava da varie edizioni, un loro professore, Alfio, mi ha invitato a degli incontri preparatori per i suoi studenti in cui spiegava come risolvere alcuni dei problemi che avremmo potuto trovare. È stato molto gentile e lo ringrazio, non era nemmeno un mio insegnante, mi ha aiutato molto. Non erano argomenti immediati né cose viste nel normale programma di fisica.

I              E com’è andata la gara?

M           Il professore mi ha accompagnato all’Università di Torino dove ho svolto la prova. Al termine non pensavo di essere andato particolarmente bene ma ero contento così, era stata un’esperienza piacevole. A marzo 2020 escono però i risultati con gli ammessi alle finali nazionali … e c’ero! In qualche modo quelle lezioni del professor Alfio mi avevano permesso di fare il minimo punteggio per entrare nelle gare nazionali.

I              Però hai detto marzo 2020, non c’era il problema del lockdown?

M           Eccome. Hanno organizzato le fasi successive con varie limitazioni. Ci fecero frequentare un corso online per prepararci alle finali e qui devo dire che sono riuscito ad avere le idee un po’ più chiare anche perché abbiamo avuto più tempo per fare pratica. Poi la prova si è dovuta tenere in varie sedi, tutti con le mascherine, scaglionati, a piccoli gruppi eccetera.

I              E la difficoltà aumentava? Che tipo di domande c’erano?

M           La finale nazionale era in due parti, una prova teorica con 5 problemi come la fase precedente. Poi una prova ‘pratica’, più incentrata su mappe stellari (stampate) su cui lavorare oppure dei grafici da cui ricavare dei dati. A livello di conoscenze non è così diverso ma qui serve più competenza, una maggior capacità di arrangiarsi perché non sai mai se seguiranno grossomodo le tracce degli anni precedenti o si inventeranno qualcosa di nuovo.

I              E hai vinto anche qui!

M           Non me l’aspettavo minimamente ma sì, quindi mi hanno invitato insieme ai vincitori di altre categorie a uno stage estivo a Riace in cui approfondire vari temi sull’astronomia anche per preparare alle fasi internazionali.

I              Ah, e sei finito a gareggiare all’estero?

M           In realtà non mi sono qualificato per la fase internazionale il primo anno ma ho comunque preso parte allo stage e mi sono fatto degli amici. È stato molto bello. Tanto che l’anno dopo ero intenzionato e motivato a vincere di nuovo quasi solo per poter ripetere l’esperienza dello stage. Mi sono preparato tantissimo, deciso a tornare a Riace e rivedere gli amici, ma non ho ripetuto la vittoria. Ho studiato davvero tanto quell’anno, più del primo e anche di quello attuale!

I              Ah, però invece quest’anno hai vinto di nuovo, no?

M           Sì, anche se ero un po’ demoralizzato mi sono impegnato ed è andata. Ora che il covid aveva allentato un po’ la presa hanno potuto organizzare una finale nazionale unica a Perugia e ho potuto rivedere alcuni dei miei amici e farmene altri, è stato divertente. C’era gente da tutta Italia dopotutto!

I              E andrai di nuovo a Riace, giusto?

M           Sì! Ma purtroppo gli amici di due anni fa, il gruppetto che si era creato, non saranno lì perché non hanno vinto. Però c’è una importante novità! Quest’anno mi sono qualificato per le internazionali e potrò fare uno stage al Telescopio Nazionale Galileo, alle Canarie. È l’osservatorio italiano per eccellenza che usiamo per fare ricerca!

I              Wow! E i tuoi successi come sono stati presi dai tuoi compagni, dagli insegnanti?

M           In realtà a me non importava molto che si sapesse che avevo vinto per motivi legati alla ‘fama’ però mi è dispiaciuto vedere come ai professori sembrava quasi non interessare, almeno all’inizio, e di come non mi abbiano aiutato, se non Alfio. Conta che il giorno della prova interregionale avevo una verifica di matematica subito prima e non mi è stato concesso neanche di spostarla. Mi è dispiaciuto anche che non si sapesse quasi dell’esistenza di queste gare. Poi dopo la prima vittoria pian piano mi sono venuti un po’ più incontro ma sicuramente non era il riconoscimento ciò che cercavo. Anzi, mi sentivo fin troppo gli occhi addosso anche solo per l’articolo che mi fecero per la scuola!

I              Volevi vincere solo per rivedere i tuoi amici, insomma.

M           Esatto!

I              Bene, ti ringrazio per il tempo che ci hai concesso e speriamo che in futuro simili iniziative prendano maggiormente piede, l’astronomia è un argomento molto ampio e interessante! Ti auguriamo uno splendido Stage alle Canarie!

M           Grazie mille a voi! A risentirci! . .

NoSignal Magazine

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