Testimonianza diretta.

Daniele: indefinibile

“Mi chiamo Daniele, ho 23 anni e sono malato di depressione da circa cinque. Scrivo probabilmente perché dichiarare di essere in depressione è già qualcosa. Mi fa schifo tutto, non amo più la vita, mi sento assente (una velina), odio le persone, sono diventato nel corso degli anni molto cattivo e inaridito, non nutro più buoni sentimenti: questo almeno è quello che penso. In fondo all’animo però sono buono, ma il mio carattere è duro e intransigente, esco poco di casa perché le persone non mi stimolano e ormai ho tutti sulle palle: non hanno idea di niente, vivono le loro vite insulse senza sapere cosa sia la sofferenza. Questo è il mio problema: soffro e non so perché, vado dai dottori, prendo medicinali, ma la cosa che più conta in questo momento è che la vita mi fa schifo. Agli altri tanto e a me merda da tirare giù tutti i giorni, agli altri la normalità e a me la sofferenza. Sicuramente è la depressione che mi ha reso così. Non posso dire di aver avuto attacchi di panico, ma l’umore è già da tempo sotto i tacchi e qualsiasi cosa faccia mi sento vinto dalla vita e impossibilitato a poterne godere. Le cose belle ci sono, ma se non le puoi vivere che senso ha la vita? Comunque, bisogna cercar di reagire, ma come? Non so se mi capite, ma il male più grande è l’impotenza. Nella vita o ci sei, e allora tutto è comunque ok o non ci sei e allora sono cavoli amari.”

Uno sguardo consapevole.

Depressione, dal latino depressio, derivazione di deprimĕre ossia “deprimere”: portare a un livello più basso. Nella depressione ad abbassarsi è l’umore. Chi soffre di un disturbo depressivo vive in una condizione di malumore generale e si caratterizza per i pensieri pessimisti e negativi per sé ed il proprio futuro.

Il termine depressione è spesso utilizzato per riferirsi a uno qualsiasi dei diversi disturbi depressivi. Alcuni sono quelli distinti nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5) sulla base di sintomi specifici.

La depressione è una malattia che impatta sulla salute di un individuo, nonché sulla sua qualità di vita. Fa soffrire, produce un contatto conflittuale con il mondo esterno, provoca isolamento ed è un non indifferente costo sociosanitario. In Italia si stimano circa 3 milioni di persone depresse.

I disturbi depressivi sono molte volte sottovalutati o riconosciuti con difficoltà, nonostante ad oggi siano diversi i trattamenti efficaci. Questo è dovuto in parte allo stigma che vive la persona depressa, che fatica a chiedere aiuto per vergogna e paura di un giudizio, dall’altra parte per carenze nella formazione e nelle tempistiche, che provocano un ritardo nel riconoscimento della malattia.

Quanti antidepressivi consumiamo?

Secondo gli ultimi dati dell’OCSE, l’Islanda continua ad avere uno dei più alti livelli di utilizzo di antidepressivi al mondo. Nel Paese nel 2021 si attesta un consumo medio di 16 dosi giornaliere ogni 100 abitanti. In generale, i paesi del nord sono tra i maggiori consumatori. Canada e Svezia che mostrano anche loro un rapporto di oltre 10 dosi al giorno ogni 100 abitanti.

L’uso di antidepressivi è diventato più diffuso in tutto il mondo, con notevoli aumenti dal 2015 al 2021 osservati soprattutto in Islanda, Portogallo e Svezia, oltre a Belgio e Grecia.

I luoghi con i livelli di consumo più bassi di quelli analizzati sono Corea del Sud e Lituania, con un rapporto da 2 a 3 dosi giornaliere ogni 100 abitanti.

Nel 2021 in Italia il consumo giornaliero di antidepressivi è stato pari a 44,6 dosi ogni 1000 abitanti, in aumento del 2,4% rispetto al 2020.

Il consumo di antidepressivi rappresenta il 3,4% del consumo totale di farmaci in Italia, con un aumento del 2,4% rispetto al 2020.

Anche la spesa pro capite vede un aumento del 2,6%, attestandosi nel 2021 a 6,87 euro per persona.

NoSignal Magazine

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