La fiducia di una persona si conquista goccia a goccia, imboccando un percorso della durata di mesi e poi anni; è un po’ come un farmaco propinato a piccole dosi, attraverso pillole giornaliere di confidenza reciproca.

Ma se un giorno accidentalmente infrangi il vaso che la contiene, in pochi secondi ne perdi a litri, vanificando tutto ciò che di bello si era meticolosamente costruito insieme.

C’è chi paragona la fiducia ad un foglio bianco che, dopo essere stato stropicciato e appallottolato, non tornerà mai più perfetto come era allo stato originario, per quanto insistenti possano essere gli sforzi di renderlo nuovamente liscio.

In definitiva, si può dire che si tratti di un procedimento irreversibile, malgrado spesso sia tanto più facile nascondere la polvere sotto il tappeto e raccontarsi di aver girato serenamente pagina senza riportare alcun cicatrice.

Le circostanze fanno la differenza e ogni storia in fondo parla per sé, ma l’essere stati avvelenati da una simile delusione provoca una ferita che raramente si rimargina con facilità e immediatezza; una ferita che, se sfugge ad un primo sguardo, probabilmente è solo troppo in profondità perché un occhio distratto la possa notare.

L’essere stati traditi istilla nel nostro animo un dubbio perturbatore che probabilmente se ne stava più o meno assopito in qualche angolo remoto del nostro subconscio, ma che, una volta ridestato così bruscamente, difficilmente si riassopisce completamente e in breve tempo. Subire il dolore di una certezza infranta mina in profondità la fiducia stessa che una persona nutre nei propri confronti e fa affiorare in superficie milioni di dubbi che erano stati faticosamente messi a tacere, sviluppando in lei un senso di insicurezza incolmabile.

Tendenzialmente nell’ideale collettivo la parola “tradimento” è associata esclusivamente alle relazioni di coppia, quando in realtà va da sé che ne esistano infinite sfumature: si può tradire la famiglia, si possono tradire gli amici, un collega, un insegnante. Il tradimento consiste nell’invalidare la fiducia che una persona ci aveva dato. Da quel momento, le due persone coinvolte si trovano a fronteggiare situazioni differenti a livello psicologico.

La persona che ha subito rimane travolta dalla terribile scoperta, che da sola è stata capace, in un istante, di radere al suolo le certezze consolidate in tanto tempo condiviso.

Per quanto riguarda “il traditore”, le sue emozioni possono oscillare da un leggero senso di colpa ad un rimorso soffocante ma, ricordiamo sempre, esistono infinite varianti. Un esempio anomalo è ad esempio quello descritto da Lucio Battisti nella canzone 29 Settembre, quando lui, svegliandosi la mattina del 30 abbagliato dalla luce del sole che pare aver “cancellato” tutti i fatti della notte precedente, si precipita al telefono per comunicare ridendo di gioia alla sua inconsapevole (e anzi, piacevolmente colpita) compagna, un rinnovato sentimento nei suoi confronti, ridestato in lui proprio dalla notte di passione con la sconosciuta.

Che dire dell’amante, di norma lapidata dalle critiche e dai pettegolezzi della gente? Riusciamo a guardarla con disprezzo anche dopo aver analizzato il suo punto di vista tramite il celebre brano Minuetto, cantato da Mia Martini?

Le cause che possono scatenare un tradimento sono moltissime e mutano in base al contesto, ma probabilmente il motivo per cui siamo soliti focalizzarci sui tradimenti volti al partner è perché in questo campo le ragioni sono più standardizzabili: possono spaziare dall’esigenza di dimostrare la propria virilità, alla puerile ricerca di emozioni forti, all’insoddisfazione in generale. Talvolta capita addirittura anche che sia usato come strumento per esternare una difficoltà che non si riesce ad affrontare altrimenti.

Per quanto mi riguarda, penso che ricevere la fiducia di qualcuno rappresenti qualcosa di ancora più grande che essere amati. Donare fiducia a qualcuno ci rende vulnerabili come non mai, è vero, eppure, paradossalmente, infonde una sensazione inspiegabile di gioia e serenità.

Culturalmente siamo indotti a fare tesoro della nostra fiducia e anzi la raccomandazione che di norma ci viene suggerita è quella di non fidarsi di nessuno.

Eppure nessuna solitudine è più solitaria della sfiducia: il sospetto genera sospetto, mentre per vivere bene è indispensabile fidarsi.

Come detto all’inizio, la fiducia è frutto di un percorso graduale, nasce da gesti concreti, da appuntamenti mai mancati, da promesse mantenute. Una sorta di raccolta progressiva di piccole tracce ed elementi che nutrono l’anima.

La domanda sorge spontanea: si può amare senza fidarsi?

A questo punto c’è chi direbbe che ci si può anche stringere senza abbracciarsi, ma devo ammettere che questo giudizio non mi appartiene.

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