Ieri, nella tarda serata italiana, si è concluso il primo torneo del Grande Slam di tennis dell’era post-Covid, lo US Open, con i trionfi di Naomi Osaka, la quale ha bissato il successo del 2018, ma soprattutto di Dominic Thiem nel singolare maschile.

Per l’austriaco si tratta, infatti, del primo trofeo Slam in assoluto, alla sua quarta finale in carriera, nella quale ha avuto la meglio su Alexander Zverev, al termine di una rimonta quasi inaspettata da parte del 27enne di Wiener Neustadt, sotto di 2 set a 0, contratto e impreciso a differenza del suo sfidante. Al terzo set la partita prende una piega differente, anticipata dagli ultimi giochi del secondo, con il tedesco visibilmente in calo soprattutto a livello mentale: Thiem migliora la percentuale di prime messe in campo, ritrova fiducia e sicurezza nei propri colpi e riesce a portare il match al quinto set, psicodramma di una finale non di certo memorabile per la qualità di gioco offerta dai due contendenti. Al tie-break decisivo la spunta la testa di serie numero due del tabellone, orfano di Nadal e Federer fra gli altri, diventando così il primo tennista nato negli anni ’90 a vincere un Major.

Finalmente Thiem, l’erede designato di Rafa Nadal sulla terra, che coglie un successo storico, il primo per quella schiera di nuove leve tennistiche denominata ‘Next Gen’, la quale annovera l’austriaco fra i suoi veterani. Zverev, Tsitsipas, Medvedev e, perché no, anche i nostri Berrettini e Sinner si preparano a raccogliere il testimone dai grandissimi delle ultime due decadi, Djokovic, Nadal e Federer, capaci di annichilire qualsiasi avversario su ogni superficie, concedendo soltanto qualche rara occasione di gloria ai vari Murray, Wawrinka e Cilic.

Le prime avvisaglie di questo cambio generazionale erano giunte dalle ultime due edizioni delle ATP Finals, il torneo di chiusura della stagione che vede opporsi i migliori otto tennisti dell’anno, in termini di punti accumulati; prima Zverev e poi Tsitsipas (battendo in finale proprio Thiem) si sono aggiudicati quello che da molti è considerato il quinto Slam, andando così a tracciare quel sentiero che, insieme ai loro compagni, si cingono a solcare negli anni a venire.

Sebbene non sia ancora arrivata la prova di forza definitiva, ovvero la sconfitta ‘sul campo’ di uno dei tre senatori di questo sport, la storia del tennis è prossima ad accogliere dei nuovi protagonisti, magari non iconici come i loro predecessori, ma senza dubbio in possesso di quel bagaglio tecnico e mentale indispensabile per catturare l’attenzione degli appassionati e impadronirsi della scena nel terzo decennio del XXI secolo.

In attesa dello scontro fra vecchie glorie e nuove leve, godiamoci questo primo successo, con l’auspicio che sia il primo di tanti per questi giovani agguerriti. Benvenuti fra i campioni, Next Gen.

Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

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