Soffiavi vita
nel fragore di
una risata
Abbagliandomi a metà
Ed io, che sognavo
il sole,
non mi accorgevo che
fuori era già inverno,
le dita intrizzite dal freddo
della panchina gelida.
Brandelli di discorsi inconcludenti
schegge taglienti di promesse melliflue
pungenti come uno sciame,
progressivamente ingombranti.
Vortici di insicurezza,
volontà trascinate
che franano
in un ingorgo di impulsi
contrastanti.
Vattene. Resta.
Ho bisogno di te. Non ti voglio.
Fino a che non
restano
che fondi di
amare frustrazioni
in tazza,
prevedibile risultato
di un folle volo
in picchiata,
per poi schiantare la
solita
consapevolezza.
E tuttavia
non poter fare a meno di
Tornare sempre
dove siamo sempre
certi
di trovarci,
stravolgerci ogni volta
senza
cambiare mai.
Oggi,
grumi di
bollente risentimento;
vorrei tanto
chiederti
perché quel giorno
ti tremassero le labbra