Accuse pesanti, senza dubbio. La leader dei Fratelli d’Italia potrebbe essere smascherata, ridotta la sua immagine di paladina delle donne e delle mamme italiane. Apparentemente, vi sarebbero pesanti indiscrezioni a dimostrare una propulsiva interconnessione fra alcune multinazionali, alcuni grandi poteri, e la capitana di Fratelli d’Italia.

La feroce e puntuale testimonianza è giunta dalle colonne de L’Espresso, minuzioso e circostanziato nel descrivere le fonti dalle quali “ prende i soldi” . Il giornale provvede, quindi, a elencare “tutte le lobby che la finanziano”.

Di quali lobby stiamo parlando: At&t, Exxonmobil, Huawei, Big Tobacco, Scientology”.

Termino in questo istante un elenco inutile quanto infruttuoso. L’infingardaggine nell’impillaccherare un politico tramite accordi vantaggiosi, presunti legami di natura economica con altri Stati o poteri forti dell’industria è cosa nota e ormai abusata. L’interrogazione non deve sostare lungamente presso il tentativo di riconoscimento della veridicità di questo oppure di quell’altra connessione. Anche perché intese politico industriali vi sono sempre state. Cambiano i nomi e le circostanze ma ogni partito politico, fin dalla diffusione massificata della politica moderna, ha cercato alleati, questi ultimi ansiosi di espandere il proprio Game tramite l’esecutivo politico.

Sia ben chiaro: nessuna realtà commerciale, diciamo così in modo trasversale, pratica evergetismo o indulgenze verso chicchessia ma il nodo gordiano di tutta questa polemica non può o comunque non dovrebbe essere quello della caccia alle streghe degli alleati industriali dei Fratelli d’Italia.

La questione è, in realtà, ben diversa. I signori delle acute, probatorie e indissolubili colonne dell’Espresso, dosano con maestria il sapiente processo di insozzamento, patiscono gli effetti dell’ineluttabilità di una realtà politica che li vede frastornati, profondamente avviliti, portano in prima copertina l’accusa schiacciante.

Perché tale pratica?

Sono necessari articoli di quel tipo, sono probatori, dimostrativi di un periodo storico, di un sentimento condiviso. La sinistra italiana, dall’alto delle bianche colonne della cosiddetta cultura, dai capitelli del buon pensiero e della inemendabile giustizia classicheggiante, infiorettata dal colore fucsia vigente in area democratica, si mostra per ciò che è: assolutismo, tirannide letterata, dispotismo illuminato da una luce che vale solo per sé e per i suoi temi, oblio per ogni avversario.

Figlia di un passato che sembra averle conferito poteri assoluti, autocratici, prodromi di una realtà distorta, è tesa all’affermazione di solamente ciò che, secondo loro, deve essere noto e deve essere condiviso. Non ci deve essere spazio per altri, a parte loro. Diritto acquisito, dominio, infine negazione delle origini stesse del pensiero liberale.

Pronti a giocare il tutto per tutto contro chi, inequivocabilmente, è nell’errore o addirittura colpevole. Giorgia Meloni è nell’errore perché parla in favore di un popolo dimenticato dalle bianche colonne capital-comuniste, è razzista o peggio neofascista poiché non adora le facili divinità della sinistra e, oltretutto ora scopriamo che è anche corrotta e teleguidata dai potenti dell’industria e dell’esoterismo statunitense.

Mi chiedo chi sia, per davvero, a sostenere l’autocrazia e l’illiberalità del pensiero di questi signori. Quali poteri legittimino e spingano a prese di posizioni tanto risolute quanto astruse.

Che sia un mondo teso a negare agli avversari la liberalità e la promozione delle proprie idee?

NoSignal Magazine

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