La Giornata Mondiale degli Oceani ricorre l’8 giugno di ogni anno. Infatti, proprio l’8 giugno del 1992 si tenne a Rio de Janeiro l’Earth Summit.

Fu in questa occasione che si affrontò per la prima volta in una Conferenza Mondiale il tema dell’ambiente e dell’impatto dell’uomo su di esso.

Nel 2008 arrivò anche il riconoscimento da parte dell’ONU, con il voto favorevole di tutti i Paesi membri.

Ancora una volta l’obiettivo è quello di dedicare una giornata a un particolare tema, con il fine di sensibilizzare le persone. Questa volta non si tratta di altri abitanti del pianeta, altri inquilini di questo grande condominio che è la natura. Ma una parte dell’ambiente stesso.

Gli oceani ricoprono i tre quarti del Pianeta

Quando, per la prima volta, l’uomo vide la Terra dallo spazio, poté ammirare l’immensa massa blu che la caratterizza.
Dagli oceani, o meglio dall’oceano, dato che si tratta di un solo immenso mare in realtà, e dal suo stato di salute dipendono l’intero ambiente e chi lo popola.

Si deve sempre ricordare, infatti, che è dall’acqua che la vita ha avuto i suoi albori.

Gli oceani compiono diverse funzioni fondamentali per l’equilibrio della Terra

Sono, innanzitutto, dei grandi polmoni blu, al pari dei cugini verdi, ossia le foreste. La metà dell’ossigeno presente sul nostro Pianeta proviene, infatti, da loro. Inoltre, sono in grado di assorbire tre quarti dell’anidride carbonica prodotta dall’uomo.

Dagli oceani l’uomo può ricavare un’importante fonte di nutrimento.
La fauna ittica è già una fondamentale fonte di cibo per molte popolazioni. Ma in futuro potrebbe diventarlo sempre di più, con l’aumento del numero di esseri umani e la conseguente scarsità di risorse alimentari.

Inoltre, l’impatto ambientale della fauna ittica è minore rispetto a quella della fauna terrestre.
Sia la pesca, sia gli allevamenti di pesci, molluschi e alghe possono permettere di ridurre l’inquinamento, con minori emissioni di CO2. Inoltre, si consuma meno suolo e minore è la quantità di acqua richiesta.

Allo stesso tempo, il loro apporto nutritivo non è da meno rispetto a quello garantito da animali e vegetali terrestri.

Sono, infine, dei regolatori del clima e ne influenzano la sua stabilità, agendo in perfetta sintonia con l’atmosfera terrestre. Basti pensare alla Corrente del Golfo. O al fenomeno El Nino, che tradotto significa Gesú Bambino, così chiamato dai pescatori peruviani perché la corrente di acqua calda che lo caratterizza si manifesta nel periodo natalizio.

El Nino, un fenomeno ancora avvolta nel mistero

L’evento consiste in un’inversione climatica dovuta a un innalzamento di pochissimi gradi della temperatura dell’Oceano.

Questo minimo scostamento provoca, però, fenomeni meteorologici estremi. Si assiste a fasi di siccità e caldo torrido quando si è in piena stagione fredda e fasi caratterizzate da uragani e piogge torrenziali, nelle stagioni più calde e meno piovose.

Un recente studio ha cercato di dimostrare lo stretto legame fra gli incendi boschivi avvenuti in Australia nel 2021 e l’ingresso della Terra in un lungo triennio di devastanti cicloni e tornado, che hanno colpito soprattutto il Sud-Est asiatico. Questo è avvenuto proprio a causa di un raffreddamento delle acque dell’Oceano Pacifico. Le nubi degli incendi hanno, infatti, ostruito la penetrazione dei raggi solari, provocando l’abbassamento delle temperature delle acque marine.

Ma questi eventi atmosferici restano per lo più un mistero per l’uomo.

Come l’oceano stesso, con molte sorprese ancora da regalare e molte zone ancora da esplorare.

Fortunatamente si potrebbe affermare, malgrado lo sfruttamento a cui l’uomo lo ha sottoposto nel corso degli anni. I danni provocati dalla pesca intensiva sono, purtroppo, solo la punta dell’iceberg.

L’inquinamento causato dalla plastica è un altro vergognoso esempio dell’impatto dell’uomo sull’ambiente circostante.
Scorcio di barriera corallina

Inoltre, anche gli oceani stanno subendo le conseguenze dell’aumento delle temperature, con un innalzamento sempre più drammatico del livello dei mari, oltre a un incremento dell’anidride carbonica e una connessa riduzione del livello di Ph. Quest’ultimo evento sta già avendo delle conseguenze drammatiche sul delicato ecosistema delle barriere coralline.

Sono dunque molti i motivi per provare a proteggere gli oceani.

Nella giornata a loro dedicata, l’appello è di aprire gli occhi sull’importanza di questo immenso tesoro blu e sul rispetto che si deve avere verso di lui.

Ancora una volta l’uomo deve imparare che è solo un ospite di questo pianeta e non può sfruttarlo a suo piacimento.

Ancora una volta si chiede una riflessione da parte di tutti e uno sforzo collettivo per raggiungere un grande obiettivo con piccoli gesti quotidiani.

Il cuore dell’Oceano
Emanuele Ligorio
Laureato in economia, con un forte interesse per la storia e la geopolitica. Gran appassionato di arti marziali, escursionismo, corsa, bici e dedito allo sport a tempo pieno. Il resto della giornata lo dedico, oltre che al lavoro da impiegato, agli altri miei hobby, la lettura, la scrittura e la cura del frutteto di famiglia. Se vi state chiedendo come fanno a bastarmi 24 ore per fare tutto...la risposta è che non mi bastano.

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