Nonostante in campagna elettorale si fosse negato l’impegno del partito in senso antiabortista, fin dall’insediamento si sono susseguite numerose e incalzanti proposte per limitare o negare del tutto questo diritto. La ministra della famiglia Roccella ha, anzi, affermato che non si tratta affatto di un ‘diritto’, ribadendo la sua storica contrarietà.

Il 13 gennaio 2023 arriva l’ennesima proposta di legge ufficiale, stavolta dal senatore FdI Menia, che ripropone ancora una volta di riconoscere diritti giuridici agli ovuli fecondati (tramite modifica dell’articolo 1 del codice civile). È IMPROBABILE che la proposta diventi realtà e il ministero ha, per il momento, preso le distanze.

Cosa succederebbe se, a forza di insistere, FdI riuscisse nei suoi scopi?

Attualmente:

LA CONTRACCEZIONE DI EMERGENZA (‘pillola del giorno dopo’): a base di estroprogestinici è pienamente consentita e NON costituisce ‘aborto’, in quanto l’impianto e l’inizio dello sviluppo dello zigote non è ancora avvenuto.

L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA: è concessa entro i primi 90 giorni (prima del completamento dello sviluppo degli organi che sancisce il passaggio da embrione a feto).

L’ABORTO TERAPEUTICO: è consentito in qualsiasi fase SOLO SE si verifica un grave pericolo per la salute della partoriente o per gravi malformazioni fetali.

Se passasse la legge:

LA CONTRACCEZIONE D’EMERGENZA e L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA sarebbero resi illegali e paragonate a OMICIDIO. La vendita extraospedaliera di prodotti farmaceutici per l’aborto farmacologico (RU486, mifepristone) sarebbe verosimilmente vietata in toto.

Non sarebbe più possibile abortire legalmente in nessun modo, pena il carcere con accusa di OMICIDIO. Recarsi all’ESTERO per abortire costituirebbe comunque REATO (analogamente all’accompagnare qualcuno in Svizzera per sottoporsi a eutanasia).

Non è chiaro l’atteggiamento verso l’ABORTO TERAPEUTICO, ma la vita della madre e del nascituro sarebbero posti sullo stesso piano, non dando più priorità alla salvaguardia della madre.

Proposte di legge simili limitano terribilmente i diritti di tutti. E’ storicamente dimostrato che aumenterebbero soltanto il numero di aborti clandestini, mettendo moltissime persone e la loro salute in grave pericolo. È chiaro che una legge simile, così com’è formulata, è del tutto contraria ai diritti umani e incostituzionale.

E non finisce qui

Il Governo aveva già avanzato una legge analoga con la firma di Gasparri poco dopo l’insediamento della destra, ma non solo. Siamo quasi a 10 proposte diverse volte a limitare questo diritto fondamentale delle donne.

Ricordiamo che FdI ha votato contro alla proposta dell’UE di condannare la sospensione del diritto all’aborto negli USA, ha votato contro alla proposta di rendere l’aborto un diritto fondamentale per tutti i cittadini europei e ha già limitato l’accesso all’aborto farmacologico nella regione Marche (da loro amministrata).

Ha inoltre sostenuto i ’cimiteri dei bambini mai nati’ e la loro diffusione; si tratta di luoghi di sepoltura in cui i prodotti degli aborti vengono sepolti con rito cristiano indipendentemente dalla volontà dei genitori. Spesso non ne sono messi neanche al corrente. Viene posta una lapide (come se si trattasse di un effettivo decesso) e spesso viene indicato anche il nome della madre (come a indicarla responsabile della ‘morte’). Si ricorda, infine, che gli ospedali pubblici dovrebbero mantenere un principio di trasparenza, laicità e tutela degli utenti. Questa condotta, invece, rappresenta una pericolosa complicità con movimenti ‘pro-vita’ che agiscono nell’ombra e ai confini della legalità.

NoSignal Magazine

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