“Mi chiamo Giulia, ho 17 anni e soffro di anoressia e bulimia. Fino a qualche anno fa il cibo era il mio migliore amico. Mi svegliavo la mattina e avevo fame. Mi manca quella sensazione. Mangiare e non sentirmi in colpa. Quando ho iniziato le superiori mi sono iscritta su Instagram. Vedevo foto di ragazze bellissime. Volevo essere come loro. In classe mi prendevano anche in giro perché ero più in carne delle altre mie compagne, le parole dei miei coetanei mi facevano stare male. Allora ho iniziato a ridurre il cibo. Ogni volta che mangiavo vomitavo, era un circolo vizioso. Le prime volte facevo fatica, non era facile.. piangevo sempre.
Con il tempo è diventata un’abitudine. Non ci vedevo nulla di male in quello che facevo, anzi, più vedevo il mio corpo dimagrire più ero felice. Poi il cibo è sparito. Mi bastava una mela al giorno. I miei genitori hanno iniziato a farsi domande e con il tempo hanno iniziato a costringermi a mangiare. È iniziato un periodo lungo e turbolento. Medici, psicologi, psichiatri. Sembrava non finire più. Il peso a fatica l’ho ripreso, ma la mia paura per il cibo non è finita.
Ho iniziato ad abbuffarmi. Ogni giorno contavo le calorie, i macronutrienti, camminavo per casa pur di bruciare tutto quello che mangiavo. Poi arrivava quel giorno, quel Giorno con la G maiuscola. Il mio cervello si spegneva, c’era solo il cibo nella mia testa. Mangiavo fino a sentire lo stomaco bruciare, mi implorava di smettere. Deglutivo tutto senza masticare. Mangiavo, mangiavo, mangiavo.. Fino ad arrivare a 5000 kcal in meno di mezz’ora. Appena smettevo iniziavo a piangere, gridare, volevo morire. Correvo in bagno per buttare fuori tutto. Il cibo, il dolore, l’odio verso me stessa.
Ancora oggi convivo con questo male che mi tormenta ogni giorno. La paura di ingrassare, di mangiare, la paura di vivere. Vorrei chiudere gli occhi e risvegliarmi in un’altra vita, in una me più felice. Forse, a dire il vero, vorrei chiudere gli occhi e non aprirli più.”

La storia di Giulia è un fac-simile di tante storie che ho letto e ascoltato. È solo un esempio, ma esprime una realtà vera e viva. Ogni periodo della storia dell’uomo ha una sua malattia ed è assurdo pensare che oggi la malattia più comune si racchiuda in due parole “Disturbo alimentare”.

Perché esiste? Perché molti hanno questi problemi?

La risposta è molto semplice. Da sempre si è parlato di bellezza, di forme, di estetica. Fino agli anni ’50 Marilyn Monroe era la donna perfetta. Il fisico perfetto. Non era né magra né tonica, eppure era ritenuta bellissima. Con il passare del tempo, l’idea di bellezza è cambiata e oggi non si fa altro che proporre prototipi di donne dalle forme asciutte. La televisione, le pubblicità e i social network continuano a promuovere questo tipo di forme. Sembra quasi che se tu, donna, non diventi così sei una nullità. Da diversi anni Instagram sta diventando il social per eccellenza, spopolano su esso i profili di fitness, diete e influencer che parlano di tisane che in 5 giorni ti fanno perdere 10 kg. Il problema più grande è che molte donne (anche uomini!) si fanno influenzare molto facilmente rischiando di mettere ad alto rischio la loro salute. Non esistono diete last minute o beveroni che fanno magie. Ci vuole TEMPO e PAZIENZA per queste cose. Ho scritto queste due parole in maiuscolo perché io stessa delle volte pretendo che il mio corpo in un periodo brevissimo riesca a dimagrire anche se so che è sbagliato.

Oltre al mondo sui media, influiscono sulla psiche anche le parole delle persone. I giudizi, le “frecciatine”, fanno più male di un coltello e se non si sa come gestirli portano solamente a soffrire, a vivere in conflitto con se stessi. Nello scorso articolo ho scritto che il cibo è la cosa più bella che esista ed è vero! Tutti gli esseri viventi sopravvivono idratandosi e mangiando. L’unica cosa che bisogna fare è sapersi controllare. Sia per la salute e sia per la mente. Mangiare cibi sani e bere le giuste quantità d’acqua permettono al nostro corpo e alla nostra mente di lavorare meglio, di più e senza stancarsi troppo. Purtroppo però molte persone fanno fatica a capire questo e quindi finiscono per mangiare troppo o troppo poco. Sono sempre di più i casi di disturbi alimentari su ragazzine che si sono appena sviluppate e questa cosa ci deve far riflettere. Non sto demonizzando i social network, ma ritengo che debba esserci un maggiore flusso di informazioni più precise e più positive. Per quanto riguarda i giudizi altrui, bisogna tenere conto che tutti nella vita veniamo giudicati. Ogni cosa che facciamo viene vista male da qualcuno, ma questo non deve abbatterci. Il mio invito, alle persone che soffrono di un disturbo, è di parlarne con le persone più care. Anche io ho sofferto di questa malattia, per 1 anno non ne ho parlato con nessuno perchè non mi rendevo conto di quello che stavo facendo. Poi quando sono arrivata a pesare 80 kg ho aperto gli occhi e ho iniziato ad aprirmi. Non sono mai stata un caso da clinica, ma avevo comunque bisogno di aiuto. È un percorso lungo che non ho ancora terminato, ma sicuramente oggi sto meglio di 5 anni fa. Quindi parlate, uscite dal vostro buco nero. Il cibo non è cattivo, è vita. Eliminarlo non vi porterà da nessuna parte e altrettanto mangiarlo in maggiori quantità non vi solleverà dai vostri problemi.
Non fermatevi davanti alle foto sui social.
I post sulle diete miracolose.

Non fermatevi davanti alle parole degli altri.
Chi giudica lo fa perché lui stesso nel suo mondo ha qualche insicurezza.
Fate sentire la vostra voce, per salvarvi e raggiungere la serenità fisica e mentale e se vi vergognate a farlo, contattate direttamente un centro per disturbi alimentari. Lì sapranno accogliervi anche se siete minorenni e vi aiuteranno nel vostro percorso e a confidarvi con i vostri cari.

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