11 settembre 2001,
la data dove tutto ebbe inizio,
l’alba di quello che diventerà il più grande scandalo in età moderna
,
la conferma che viviamo in una dittatura travestita da democrazia.
Di conseguenza, stiamo vivendo e credendo in una “bellissima menzogna”.

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Credi in Dio? No!
Credi in qualche religione? No!
E in cosa credi? Internet!

Esatto! Internet è diventata nel corso degli anni, attraverso un uso sempre più frequente da parte delle persone, una vera e propria religione. Viviamo in un’epoca in cui non si crede più in un unico Dio oppure in tanti dèi, ma crediamo a tutto quello che ci viene mostrato o che leggiamo su uno schermo luminoso.
Come ogni religione, la storia insegna, non esiste pace. Se prima si combattevano le Crociate per conquistare la Terra Santa in nome del Dio in cui si credeva, invece, oggi si lotta via Internet, ovvero, attraverso “Guerre Cibernetiche“, per prevalere su un determinato paese. Non per forza attraverso attacchi di hackeraggio da una nazione all’altra, ma anche attraverso le news.
Le persone più potenti di questo pianeta hanno il potere d’influenzare queste notizie, si trovano in una posizione che le consente di modificare o cancellare (quasi) ogni singolo articolo che possa in qualche modo svantaggiarli o che possa avvantaggiare il loro nemico. Per questo motivo, fanno in modo che vengano pubblicate le news sui principali portali online così che possano essere lette dal maggior numero di persone possibili, e che vadano soprattutto a colpire i loro nemici (Esempio: USA vs Russia).
In passato, i sovrani esercitavano il potere in nome di Dio attraverso una concezione religiosa condivisa con i propri sudditi, così da ricevere il loro rispetto e la loro fiducia. Oggi, invece, si esercita il potere attraverso l’uso di Internet, influenzando le menti del popolo che avranno massima fedeltà nei loro confronti.
Ma questo non è ancora niente. Il “bello” deve ancora venire!

Andiamo per gradi.


Come per ogni religione, esistono i fedeli e i cosiddetti “eretici“. I fedeli sono quelli che sono devoti a una confessione religiosa e che non la rinnegano. Gli eretici, invece, sono coloro che, pur facendo parte di una confessione religiosa, mettono in dubbio qualche suo dogma o principio.
Ecco, ora inseriamoli nel contesto di Internet. I fedeli sono quelli che credono a tutto quello che viene mostrato sul proprio strumento tecnologico (smartphone, TV, PC, etc.), quindi, come i telegiornali oppure news pubblicate online dalle principali testate giornalistiche, che, ricordiamo, sono sotto il comando dei potenti.
Gli eretici, invece? Sono quelli che, nonostante apprezzino la nascita di Internet, sono dubbiosi o vanno contro l’influenza che esercitano i potenti sul mondo del Web e fanno in modo che vengano pubblicate le notizie originali e non quelle modificate. Nel mondo online, queste persone vengono chiamate “whistleblower“.
In passato, le persone che venivano considerate eretiche venivano perseguitate e uccise in modi differenti (ghigliottina oppure bruciati vivi). Ma invece, un whistleblower che fine fa? Viene ucciso? Incarcerato? Esiliato?

Ecco, da qui parte la storia di un uomo, eretico o whistleblower che ha portato alla luce, attraverso il suo coraggio e la sua audacia, il più grande scandalo della società odierna.
Un Eroe che ha sacrificato vita, futuro e famiglia per annunciare al mondo intero la verità. Perché attraverso le sue azioni, in maniera involontaria, aveva costruito uno strumento troppo potente, preso in carico dalla NSA (National Security Agency), che ha portato al fenomeno della “sorveglianza di massa online“.

Edward Snowden e lo scandalo della sorveglianza di massa su Internet.

Lui è Edward Snowden.


Edward è un ex-ingegnere informatico che, dopo impieghi nella Dell e nella CIA, fu assunto dalla Booz Allen Hamilton, un’azienda di tecnologia informatica consulente della National Security Agency o NSA (agenzia per la sicurezza nazionale).
Non mi dilungherò sulla sua vita personale, ma soltanto su quello che ha scoperto. Se volete approfondire la sua vita, vi consiglio di leggere “Errore di Sistema“, una sua autobiografia e dopo vi suggerisco di guardare anche il documentario “Citizenfour” che tratta proprio del periodo in cui ha deciso di dire la verità a dei giornalisti professionisti. E stesso nel suo libro, Snowden ha messo in chiaro che si considera un segnalatore di illeciti, in inglese, whistleblower e non un leaker, dato che ritiene che “un leaker distribuisce informazioni solo per un guadagno personale“.

Dunque, cosa ha scoperto Snowden? Perché è stato così importante?


Scoprì, attraverso una relazione secretata, le azioni illegali che il governo statunitense stava compiendo per quanto riguarda le intercettazioni. Mentre la relazione pubblica dichiarava che all’NSA era stato semplicemente ordinato di intensificare la sua attività di raccolta delle informazioni in seguito agli eventi dell’11 settembre (data cruciale), quella secretata esponeva nel dettaglio in cosa consisteva tale intensificazione. Si era passati dalla tradizionale intercettazione mirata a obiettivi specifici, a una vera e propria “sorveglianza di massa“. E mentre la versione pubblica occultava questo cambio di rotta, e sosteneva la necessità di una sorveglianza più estesa facendo leva sullo spettro del terrorismo e sulle paure dei cittadini, la versione segreta dichiarava in modo specifico il cambiamento giustificandolo come legittima conseguenza del progresso della tecnologia.


Il nome in codice di questo nuovo tipo di sorveglianza era STLW, abbreviazione di Stellarwind. Era un programma di sorveglianza senza mandato avviato nell’ambito del President’s Surveillance Program (PSP) che è una raccolta di attività di intelligence segreta autorizzate dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre del 2001 come parte della Guerra al terrorismo. Quindi, Stellarwind era il report più grande del mondo, e il più segreto dell’NSA. L’esistenza stessa del programma dimostrava che l’obiettivo dell’agenzia era cambiato: la tecnologia non veniva più usata per difendere gli Stati Uniti bensì per controllarli, e le comunicazioni private dei loro cittadini venivano considerate potenziale materia di intelligence.
La sorveglianza avveniva attraverso dei “metadati“, un insieme di tag e marcatori che permettono ai dati di essere utili. Ad esempio, i metadati di una telefonata includono la data e l’ora della chiamata, la durata, il numero da cui si è chiamato, il numero che è stato chiamato, e le rispettive localizzazioni. Oppure, i metadati di un’email comprendono, invece, informazioni sul tipo di computer da cui l’email è stata generata, dove e quando, a chi appartiene il computer, chi ha inviato l’email, chi l’ha ricevuta, dove e quando è stata inviata e ricevuta. I metadati possono rilevare a chi ti sorveglia dove hai dormito la scorsa notte e a che ora ti sei svegliato stamattina, ogni posto che hai visitato durante il giorno e quanto ci sei rimasto e mostra le persone con cui sei entrato in contatto.
Molti sono preoccupati per il loro lato personale, cioè le parole utilizzate durante una chiamata o in un’email. Ma il governo non presta particolare attenzione a quel contenuto che rivela ben poco rispetto ad altri elementi, rispetto alle informazioni non scritte e non dette che sono molto più significative e che danno maggiori informazioni.

Ma non è finita qui!


Infatti, Snowden ha rivelato l’esistenza di un ulteriore sistema pervasivo di sorveglianza di tutto il traffico web, email e siti visitati, della National Security Agency. Il sistema si chiama “XKeyScore“, una sorta di browser sulla falsa riga di Google, che consentiva di penetrare nei database dei motori di ricerca e servizi email per ricostruire e verificare tutta l’attività su internet di ogni singolo individuo. Tutto questo era possibile grazie ai siti di social network, come Facebook e Twitter, motori di ricerca come Google e Yahoo! e i sistemi di posta. Infatti, attraverso un’altra programma di sorveglianza chiamato “PRISM“, l’NSA aveva accesso diretto ai server di molte delle principali aziende dell’informatica statunitense, quali Microsoft, Google, Yahoo!, Facebook, Apple, YouTube e Skype. Alcune di tali aziende avevano anche collaborato con l’NSA per craccare i sistemi di criptaggio dei dati utilizzati. L’agenzia monitorava quindi le attività degli utenti, compresi scambi di messaggi, foto e video, conservando in particolare le liste di indirizzi utente usate nei servizi e-mail e di messaggistica istantanea. Quindi, avevano a disposizione la nostra intera cronologia del browser. Gli analisti, inoltre, potevano svolgere ricerche attraverso il nome, il numero di telefono, l’indirizzo IP oppure l’utilizzo di parole chiave. XKeyscore permetteva anche di accedere alle informazioni condivise su oltre 500 server sparsi per tutto il mondo, Italia inclusa.
Dopo lo scandalo, XKeyScore, non a caso, venne definito dalla NSA come “il suo strumento a raggio più ampio“, utilizzato per avere quasi tutte le attività di un utente su Internet.

Quindi, il programma XKeyscore permetteva una raccolta quasi sistematica delle attività di qualsiasi utente su Internet:

  • L’ e-mail (indirizzo del mittente, indirizzo del destinatario, data e ora, oggetto, contenuto e allegati).
  • Attività sui social media. Con l’aiuto di uno strumento complementare chiamato DNI Presenter, gli analisti della NSA erano in grado di leggere i messaggi privati ​​scambiati sui social network, come Facebook, da un determinato utente di Internet, utilizzando un semplice nome utente.
  • Cronologia di navigazione di un utente, siti visitati o ricerche eseguite su motori di ricerca come Google. E, in generale, qualsiasi modulo compilato dall’utente di Internet (contenuto, nome utente e probabilmente password).
  • La NSA era quindi in grado di intercettare tutte le informazioni di una sessione di navigazione Internet (indirizzo Internet dei siti visitati, parametri, cookie). L’agenzia era inoltre in grado di ottenere gli indirizzi IP di chiunque visiti un sito definito dall’analista.
  • Gli analisti della NSA potevano intercettare le informazioni in tempo reale, a meno che la comunicazione non avveniva in un “tunnel crittografato” (VPN). In questo caso, la decrittografia veniva eseguita a posteriori.

    Snowden ha rilevato anche altri programmi, come Boundless Informant, Tempora, Dropmire, Bellrun, Edgehill e Fairview . Programmi che servivano per controllare, sorvegliare, avere gli occhi su tutti noi, su cosa facciamo sul Web e con i nostri strumenti tecnologici.

XKeyScor - Internet
DNI - Internet


Ma, esiste un grande “ma”, la violazione della nostra privacy non è finita qui. Perché c’è stato qualcosa ancora di più losco.


Collegato da Mosca in videoconferenza con la sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo, Snowden spiegò come i servizi inglesi, quelli del Government Communications Headquarters (GCHQ) avevano raccolto su scala massiccia immagini provenienti da webcam (PC, telefono, etc.) a cui avevano accesso da remoto, alcune anche poste in stanze da letto di case private. Questo per spiare le persone messe sotto sorveglianza. Anche la Nsa era intenzionata a utilizzare lo stesso metodo. L’obiettivo era quello di raccogliere più informazioni possibili e materiale video a sfondo sessuale per screditare alcuni non ben identificati “religiosi conservatori“. La Nsa voleva usare questo sistema per raccogliere immagini di natura sessuale di conservatori religiosi, le cui idee il governo statunitense le ritiene radicali o con cui è in disaccordo, per poi renderle pubbliche e così screditare tali persone. Si potrebbe dire, dunque, che sia gli inglesi e sia gli americani usino lo spionaggio a fini forse anche politici, e non dunque solo contro la lotta alla criminalità o al terrorismo. Del resto l’attività di spionaggio britannica sulle webcam private, come raccontato da Snowden, sarebbe continuata anche quando ci si è resi conto che la grande maggioranza di queste immagini non aveva alcun valore per la sicurezza, ma era di natura assolutamente privata. In poche parole, si divertivano a spiare persone nella loro intimità e privatezza.

“In tutta coscienza non posso consentire al governo degli Stati Uniti di distruggere la privacy, la libertà di Internet e la libertà di base per le persone di tutto il mondo con questa enorme macchina di sorveglianza che stanno segretamente costruendo.”

(Edward Snowden)


Dopo lo scandalo rilevato, ci furono diverse conseguenze. Una corte d’appello degli Stati Uniti stabilì che le intercettazioni fatte dall’agenzia governativa Nsa erano illegali. Nel 2015, il Senato statunitense approvò il Freedom Act, il testo che limita l’attività di raccolta dei metadata da parte della National Security Agency. E infine, venne stipulata una legge per tutelare la privacy degli utenti.


Dopo tutte queste rilevazioni, Snowden sarebbe dovuto finire in prigione per tutta la vita ma non ha voluto, giustamente aggiungerei, e ha ricevuto asilo a Mosca (guarda che coincidenza, vero Putin?). Inoltre, da pochi giorni ha ricevuto anche la cittadinanza russa, quindi è un uomo “libero“, anche se dopo tutto quello che ho scritto mi sembra un eufemismo.
Perché se crediamo che Putin sia un dittatore e che il popolo sia sottomesso e non abbia nessuna libertà o privacy, è giusto come pensiero. Ma non sono solo i russi a non avere libertà o privacy, perché da come vi ho raccontato la nostra “democrazia occidentale” è andata a farsi benedire. I potenti nascondono quello che non vogliono mostrare e oltretutto hanno anche violato la privacy del proprio popolo.
Questo articolo che ho scritto, ha come intenzione di mostrarvi come noi ci stiamo sottomettendo indirettamente ai poteri forti e che crediamo a tutto quello che ci viene raccontato in questa nuova religione, ovvero, Internet.
Perché se un tempo, i sovrani sottomettevano i proprio sudditi attraverso la concezione religiosa di Dio, oggi, invece, i potenti ci sottomettono grazie a questi mezzi tecnologici.

“Non voglio vivere in un mondo in cui non c’è privacy, e quindi senza spazio per l’esplorazione intellettuale e la creatività. Non voglio vivere in un mondo in cui tutto ciò che faccio o dico viene registrato. Questo è qualcosa che io non sono disposto ad accettare o sostenere.”

(Edward Snowden)


Perché anche questo stesso articolo, può essere visto o letto dalla NSA o da qualche altra Agenzia. Oppure possono controllare voi mentre lo state leggendo.
Perché non ne abbiamo la certezza se dopo il grande coraggio di Snowden nell’annunciare al mondo intero il più grande scandalo della società contemporanea riguardo alla “sorveglianza di massa“, e le conseguenti riforme firmate da Barack Obama, queste Agenzie abbiano smesso di controllarci o meno.
Non potremo mai saperlo, a meno che non ci sia un altro Eroe come Edward Snowden.
Quindi, attenti a quello che condividete, scrivete o cercate. Non mi fiderei di questi mezzi tecnologici.
Perché la privacy non esisterà mai in questa religione chiamata “Internet“.


E non dite “tanto non ho nulla da nascondere” perché:


“Dire che non se ne ha bisogno oppure che non si vuole la privacy perché non si ha nulla da nascondere significa dare per scontato che nessuno dovrebbe avere nulla da nascondere, che sia la propria condizione di immigrato, lo status di disoccupazione, la propria storia finanziaria e le informazioni sanitarie. In ultima analisi, affermare che la privacy non ci interessa perché non abbiamo nulla da nascondere è un po’ come affermare che la libertà di parola non ci interessa perché non abbiamo nulla da dire. Che la libertà di stampa non ci interessa perché non ci piace leggere. Non occorre giustificare il motivo per cui si ha bisogno di un diritto: il carico della giustificazione ricade su chi cerca di infrangere quel determinato diritto. Ma anche se fosse, non puoi cedere i diritti altrui perché a te non sono utili.”

(Edward Snowden)

NoSignal Magazine

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