Dopo anni plumbei, sia in termini di club che soprattutto di Nazionale Italiana, è tornato il sereno sul panorama calcistico nostrano; gli Azzurri si sono presi la scena a questo Europeo, e ora l’obiettivo trionfo finale appare decisamente alla portata. La netta vittoria contro il Belgio ha dato un ulteriore conferma del livello di maturità calcistica e di consapevolezza raggiunti, a distanza di quattro anni dalla batosta subita contro la Svezia nelle qualificazioni per i Mondiali 2018.

L’avvicinamento a questa competizione è stato piuttosto travagliato, con il forfait in extremis di Pellegrini e Sensi e il recupero per il rotto della cuffia di Verratti, e non sono mancate le (sterili) polemiche sulla lista dei convocati stilata da Mancini, che ha visto esclusi eccellenti Kean, Politano e Gianluca Mancini. Alla vigilia della partita inaugurale contro la Turchia le certezze erano poche, sebbene le aspettative fossero piuttosto alte, figlie soprattutto delle ultime convincenti prestazioni del nostro 11 e della impressionante striscia di ventisette risultati utili consecutivi.

L’esordio della Nazionale Italiana, non propriamente proibitivo, ha sancito la superiorità tecnica individuale e di squadra dell’Italia, che si è imposta sugli avversari con un netto 3-0, maturato nella ripresa. L’esaltazione dei tifosi, più che mai uniti a supporto degli Azzurri, è cresciuta esponenzialmente in seguito alle convincenti vittorie contro Svizzera e Galles, avversari sicuramente più insidiosi e prestigiosi; gli elvetici si sono inchinati alla doppietta sontuosa di Locatelli, gli isolani alle pregevoli giocate di Verratti, padrone insieme a Jorginho del centrocampo. Da sottolineare anche la sinergia sulla sinistra fra Spinazzola, due volte su tre MVP, e Insigne, il muro difensivo eretto da Chiellini e Bonucci e l’imprevedibilità di Berardi. Girone concluso a punteggio pieno, dieci gol realizzati e zero subiti: un ottimo biglietto da visita per la fase finale.

Agli ottavi, nella sfida contro l’Austria, è arrivata la prima prestazione in chiaroscuro, culminata con una sofferta vittoria nei tempi supplementari. Uno sfizioso bocconcino per i detrattori della Nazionale Italiana, che non hanno mascherato lo scetticismo riguardo l’esito del turno successivo al cospetto di una squadra di prima fascia come il Belgio.

Nel frattempo l’entusiasmo dei tifosi per i risultati ottenuti ha messo in secondo piano le preoccupazioni per la sfida ai quarti contro Lukaku & co, con il grande supporto dimostrato sia allo stadio sia nei rispettivi luoghi di residenza; dopo mesi di reclusione e isolamento, la Nazionale ha rappresentato un motivo di unione e aggregazione sociale, facendo distogliere per qualche settimana l’attenzione dalle numerose problematiche che hanno attanagliato e tuttora affliggono il nostro Paese.

Come spesso accade negli appuntamenti di prestigio, l’Italia si è esaltata e ha espresso un livello di gioco sopraffino, dettando i ritmi di gioco e controllando abilmente l’andamento della partita; soltanto grazie a un rigore generosamente concesso i Diavoli Rossi sono riusciti a erodere la coriacea difesa italiana, capitanata da un Chiellini in stato di grazia. Unica nota negativa nell’assolo azzurro il grave infortunio di Spinazzola, al quale si prospetta un lungo stop a seguito dell’ennesimo infortunio muscolare.

Sotto l’egida del CT Mancini, gli Azzurri hanno saputo ravvivare la fiamma rimasta a lungo latente nel cuore degli italiani, una fiamma che si è tradotta in gioiosi festeggiamenti ed esultanze a dir poco inusuali per il passaggio alle semifinali di un Campionato Europeo. Il tecnico jesino è riuscito a coniugare la qualità dei singoli con quella coesione indispensabile per affrontare al meglio un appuntamento di tale portata, ma soprattutto la sua squadra ha espresso un gioco di alta qualità, all’insegna della concretezza offensiva e della solidità difensiva.

Domani toccherà alle Furie Rosse tentare di abbattere la fortezza italica, dopo aver superato a fatica la Svizzera, ma a prescindere dall’esito del match (e degli europei in generale), i nostri portacolori un grande risultato l’hanno già ottenuto: ridestare la passione di un’intera Nazione per questo sport.

Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More in Sport