Non ci sono scuse per quello che è accaduto pochi mesi fa, è vero; né per quello che è successo 4 anni fa, vero anche questo; ma dobbiamo essere orgogliosi di questa Italia. Le delusioni sono state tanto grandi quanto inaspettate, tutti noi siamo rimasti increduli in entrambe le occasioni prima citate. Tutto giusto, dico davvero, ma dovremmo comunque essere orgogliosi di questi ragazzi.

Nel calcio si sa, la memoria è corta, tutti dimenticano facilmente il passato, quando gli fa comodo. Io però ricordo cosa si diceva 4 anni fa. “Giusto così”, dicevano. E avevano ragione. “Chissà che figura faremo all’Europeo, se ci andiamo”, dicevano. E anche questo era ampiamente plausibile. Intorno alla nazionale c’era un interesse pari a 0, la passione era completamente svanita, fiducia a livelli senza precedenti. Il tutto poi ancor più accentuato dalla presa di coscienza che la squadra non era neanche lontanamente paragonabile a quelle delle ultime generazioni.

Eppure è arrivato un uomo, Roberto Mancini, accolto come il salvatore della patria, quando sapevamo tutti che la colpa non era unicamente di Ventura. Iniziano subito le scelte coraggiose; ad esempio la convocazione di Zaniolo, il quale ai tempi non aveva nemmeno ancora esordito in A. Subito si percepiva qualcosa di diverso, una reazione, percezione di rinascita. Gioco spensierato e fantasioso, trame di gioco interessanti e in evoluzione e valorizzazione dei giocatori tagliati fuori dalla precedente gestione.

Nonostante questo l’Europeo era una scommessa, la maggior parte di noi avrebbe firmato per arrivare ai quarti. La maggior parte, loro no. Per loro è stata da subito una possibilità di rivincita, per dire a tutta Europa: “Noi non siamo morti”. Partita dopo partita l’interesse intorno alla nazionale cresceva, l’Italia si era di nuovo unita, grazie a loro, dietro ad una maglietta azzurra. Azzurra come il cielo di Wembley la sera dell’11 luglio scorso, e proprio verso quel cielo Giorgio Chiellini alzò il titolo di Campioni d’Europa. D’un tratto il cielo diventò verde, bianco e rosso.

Parlo al passato, remoto, perché pare sia successo un’eternità fa, invece non è passato neppure un anno. Avete totalmente ragione, tutto questo non cancella la seconda mancata qualificazione al Mondiale di fila, ma quello che hanno fatto questi ragazzi penso sia ancora più grande di un trofeo. In 2 anni questi ragazzi hanno riacquisito il rispetto del mondo intero e, come detto prima, hanno unito nuovamente la nazione. Ha cancellato ricalcando più volte, un po’ come quando alle elementari dimenticavi la penna cancellina, il periodo più buio per la maggior parte di noi facendoci parlare semplicemente di sport, calcio: emozioni. Ci hanno reso orgogliosi appena un anno fa e dovremmo esserlo ancora.

Chi avrebbe detto 4 anni fa che avrebbe esordito un 2003 in Nazionale? Che avremmo vinto un Europeo meritando? Chi avrebbe detto che saremmo stati temuti e rispettati dal mondo intero? Ve lo dico io: nessuno. Siate orgogliosi di loro, di questi ragazzi che vi posso assicurare, non hanno finito di stupirci.

NoSignal Magazine

You may also like

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More in Società