L’influenza spagnola è stata una delle peggiori pandemie che ha coinvolto l’umanità, ha causato decine e decine di morti, frantumando famiglie e rendendo fragile ogni anima umana.

Come l’hanno vissuta gli artisti del tempo? Molti di essi sono stati colpiti e hanno perso la vita (ad esempio Egon Schiele è mancato giovanissimo), altri sono sopravvissuti e hanno saputo testimoniare al meglio il dolore, la paura e la tensione che una situazione del genere poteva creare. Uno di questi è proprio Edvard Munch, pittore di origine norvegese, che ha vinto sulla pandemia e con un autoritratto in particolare, ha saputo ritrarre al meglio la sua esperienza.

L’artista si è rappresentato seduto su una poltrona di colore giallo, la quale va a richiamare i toni caldi dello sfondo. Lui ha il busto e le gambe di profilo, avvolti da una camicia da notte, il quale colore contrasta con le tonalità scure della vestaglia. I capelli sono resi con delicati filamenti di colore, il volto è rivolto verso lo spettatore, è scarno, provato, la bocca aperta in gesto di ribellione alla malattia. Le pennellate sono veloci e, grazie ai contrasti, i colori danno un tono vibrante e di tensione alla tela, richiamando la stagione Espressionista. Come suo solito, Munch, ha saputo esprimere al meglio il dolore sia fisico che psicologico dell’essere umano, facendoci vivere, con un semplice sguardo, la sua sofferenza dovuta alla terribile febbre spagnola.

NoSignal Magazine

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