Il calcio nel nostro paese è uno degli argomenti più divisivi e più coinvolgenti tanto da essere entrato a far parte dello stereotipo dell’“italiano medio”. In rari episodi, però, accade che i cuori di oltre sessanta milioni di italiani decidano di sintonizzarsi sulla stessa frequenza e di battere all’unisono per undici ragazzi con addosso una maglietta dal colore azzurro. Quest’estate abbiamo avuto una delle più grandi manifestazioni degli ultimi quindici anni di questo “magico” evento: un momento in cui tutte le liti e gli sfottò solitamente riguardanti la propria fede calcistica vengono accantonati e si diventa tutti fratelli attorno ad un’unica rappresentativa di giocatori che incarnano i sogni, le speranze e le ambizioni di un popolo intero.

Che l’Italia abbia vinto gli Europei non è più una novità… ma ne siamo certi?

La squadra di Mancini, partita senza i migliori auspici, si è districata tra le più grandi squadre del continente; dopo essere arrivata ad un’insperata finale ha saputo ancora una volta superare ogni scetticismo: nel mitico stadio di Wembley gli azzurri hanno sbaragliato gli inglesi, forti dei favori dei pronostici e di giocare in casa. Questo dovrebbe essere uno di quegli eventi indimenticabili e in grado di segnare profondamente la generazione che ha assistito in diretta all’impresa. Eppure non sembra sia così. Per qualche strano fenomeno la nazionale che l’undici luglio ha sollevato il secondo europeo nella storia del calcio nostrano, sembra solo una lontana parente di quella descritta oggi da stampa e media più come una squadra senza idee ed evidentemente sfavorita nei playoff che la separano dai mondiali in Qatar 2022.

Viene naturale chiedersi: cosa diavolo è successo?!

A causa della ben nota situazione sanitaria l’europeo in programma per l’estate del 2020, già storico in quanto primo itinerante, viene rimandato all’anno successivo. Ne consegue un’inevitabile interruzione dei gironi di qualificazione al mondiale in Qatar, iniziati nella primavera dello stesso 2021. L’Italia sorteggiata nel gruppo C con Svizzera, Bulgaria, Lituania e Irlanda del Nord, si appresta ad iniziare l’Europeo con ben tre vittorie in altrettanti incontri disputati. Conosciamo tutti molto bene l’esito finale della manifestazione ed è impossibile ricordarlo senza che uno spontaneo sorriso ci solchi il volto.

Qualcosa, però, sembra incrinarsi proprio dopo l’epopea estiva azzurra.

Il primo match del girone di qualificazione post vittoria europei è contro la Bulgaria: gli azzurri passano in vantaggio al quarto d’ora con il lampo del solito Federico Chiesa, esterno della Juventus definitivamente consacrato a fuoriclasse ad Euro 2020; la Bulgaria riesce a pareggiare il parziale e l’Italia nonostante un possesso palla vicino all’80% non ha successo nello scalfire la difesa bulgara. La situazione non sembra preoccupante: siamo pur sempre i vincitori dell’Europeo! Inoltre la squadra ospite non ha mai realmente impensierito la difesa italiana se non nell’occasione del gol del pareggio. Si tratta certamente di uno stop sfortunato.

Tre giorni dopo a Basilea l’Italia si gioca già la possibilità del riscatto: gli avversari sono la Svizzera, squadra di cui la nazionale si è facilmente sbarazzata con un secco 3-0 nel girone degli Europei. Gli azzurri sembrano in totale controllo del match, ma davanti alla porta elvetica manca il “killer instinct” necessario per sbloccare la partita, merito anche di uno strepitoso Yann Sommer, ultimo uomo svizzero in serata di assoluta grazia. Al 50esimo l’episodio che può cambiare il match: Berardi viene steso in area e l’arbitro assegna il calcio di rigore. Dagli undici metri va Jorginho, specialista assoluto sia azzurro che del Chelsea campione d’Europa, ma ancora Sommer strega l’italo-brasiliano e la partita si conclude a reti inviolate.

Le prime ombre si allungano sulla selezione azzurra

L’Italia sembra tornare quella che tutti ricordavamo di aver visto nel torneo estivo contro la Lituania che viene spazzata via con un netto 5-0, ma ancora il motore non sembra girare ai giri giusti. La Svizzera, al contrario, ingrana un rullino di marcia invidiabile e si porta a pari punti con l’Italia proprio prima del ritorno contro gli Azzurri, partita che vale quasi da scontro diretto per il primo posto al girone. A dire il vero gli azzurri arrivano al match con il favore dei pronostici e con una migliore differenza reti che permetterebbe in caso di pareggio un ulteriore vantaggio alla nostra Nazionale nel match finale contro l’Irlanda del Nord, giocato in contemporanea a Svizzera-Bulgaria.

L’occasione del riscatto

Nel rematch tra Svizzera e Italia, la musica cambia: le incursioni offensive svizzere impensieriscono, e non poco, la retroguardia azzurra e l’invalicabile muro difensivo, privato di capitan Chiellini inizia a traballare sotto i colpi degli ispirati Vargas e Okafor. Dopo undici minuti proprio quest’ultimo scappa sulla sinistra e mette un pallone a rimorchio perfetto per l’ex Udinese Widmer che calcia forte e batte Donnarumma sotto la traversa: è il panico.

I ricordi dei playoff disputati contro la Svezia appena quattro anni prima riaffiorano nella mente di tutti gli italiani, ma l’asse partenopeo Insigne-Di Lorenzo consente agli azzurri di riacciuffare il pareggio a fine primo tempo. Nella ripresa la partita scorre, ma non è certo chi sarà a prevalere, poi, come nei migliori film di Hollywood, il colpo di scena: a due minuti dal termine, così come all’andata, Berardi viene steso in area e dopo il riesame al VAR l’arbitro indica il dischetto del rigore. A batterlo, ancora come all’andata, Jorginho lo specialista… infallibile… o quasi. Il numero 8 abbandona la tipica rincorsa con saltello finale e sceglie la soluzione di potenza che si impenna sopra la traversa.

Risultato finale: 1-1

L’Italia non è più padrona del proprio destino e per accedere direttamente ai mondiali del Qatar non è più sufficiente battere l’Irlanda del Nord, ma è necessario anche mantenere la miglior differenza reti.

L’Italia proprio nel momento decisivo, quello in cui aveva saputo tirare fuori le proprie migliori qualità e che le avevano permesso di alzare al cielo la coppa dell’Europeo, si sgretola: il risultato finale è un deludentissimo 0-0, evidenziato ancora di più dal roboante 4-0 elvetico contro la Bulgaria. La Svizzera con 18 punti va al Mondiale, all’Italia non resta che sperare nei playoff.

Questo è pressappoco quello che è successo e che ha fatto diventare la squadra cinica, capace di soffrire, ma incapace di darsi per vinta, da quegli undici che abbiamo tutti quanti amato e tifato neanche sei mesi fa, a quella che ad oggi sembra essere quasi sicuramente la nazionale che fallirà l’approdo ai mondiali per la seconda volta consecutiva (unicum nella storia del nostro calcio).

Il tema del nostro magazine per questo mese di gennaio è quello della ripartenza, quindi… da dove deve ripartire questa Italia?

Metto le mani avanti ammettendo di essere uno di quei tifosi che ancora credono in un calcio romantico e non totalmente marcio e interessato solo ad esclusivamente al denaro, ma credo fermamente che l’Italia debba ripartire da noi tifosi. I ragazzi che oggi siamo pronti a mettere alla gogna per la scarsa voglia e lo scarso impegno nel difendere i nostri colori negli ultimi incontri, sono gli stessi che ci hanno fatto urlare fino a farci perdere la voce e che ci hanno fatto scendere nelle piazze e nelle strade per poter celebrare il momento e l’emozione di una storica vittoria assieme ad amici e sconosciuti animati da un sentire comune. Sono gli stessi ragazzi che in un anno difficile e di ancora totale emergenza sanitaria hanno saputo far dimenticare la durezza del momento ad un popolo intero, anche solo per una manciata di ore.

Dovremmo avere una memoria storica più efficace e credo questo sia valido in ogni campo della nostra vita, ma voglio associare questo concetto anche al mondo calcistico. “Loro” sono l’Italia campione d’Europa, sono la squadra che può vantare ben 5 candidati per il celebre “Ballon D’Or” (Barella, Bonucci, Chiellini, Donnarumma e Jorginho, addirittura sul podio). Gli azzurri dalle parole nelle ultime interviste di Mancini, convinto di avere una squadra candidata non solo a qualificarsi, ma addirittura a vincere il Mondiale, sembrano pronti ai difficili impegni di Marzo contro Macedonia e contro la vincente tra la Turchia e il Portogallo del fuoriclasse Cristiano Ronaldo.

Noi tifosi dobbiamo essere altrettanto pronti, in fondo è il minimo grado di riconoscenza che dobbiamo loro.

NoSignal Magazine

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