Ci sono persone che anche se non sono più parte della tua vita, prima o poi devi accettarlo, se non vuoi vivere riavvolgendo il passato come il nastro di un vecchio film riguardato fino allo sfinimento perchè non dimentichi mai completamente. 

Parlo di quando non conta affatto il tempo intercorso. E nemmeno tutto quello che ti possono aver fatto, per quanto impestati e dolorosi possano essere alcuni ricordi che vi legano. Il genere di persona di cui hai inconsapevolmente assorbito le sfumature, sfumature che ti porti addosso come un profumo che nonostante i tuoi sforzi non riesci a lavare via. 

Mentre il tempo precipita inesorabilmente cerchiamo scioccamente di afferrare la sabbia degli anni che scivola via dai nostri pugni stretti. Tutto si spegne in un istante, giusto la durata di vita di una stella cadente. E quando sentiamo che le cose finiscono, e non sappiamo dove vanno, è impossibile trovare un senso a tutto. Anche solo una consolazione alla nostra limitata esistenza in balia del tempo. 

Alla fine anche io ho realizzato che sì, ricominciare tutto da capo è come reimparare a camminare. Per la prima volta la possibilità che tutto quello che c’è stato può darsi addirittura che me lo sia immaginato mi ha letteralmente investita. Probabilmente per la faccenda che la mente abbia il compito di rimuovere il dolore per mezzo della fase di negazione. 

E così i miei ricordi di te diventano sfocate fotografie in bianco e nero, le parole echi lontani di una canzone che un giorno avevo ascoltato stupita ed affascinata, i gesti sogni lucidi di una remota realtà che non mi appartiene più. 

Ci sono momenti in cui ho bisogno di mettere in pausa la vita. Rifugiarmi in un posto dove io e te non siamo mai stati niente. Dove io non so chi sei e tu non sai riconoscere il colore delle mie iridi. 

Dove io ignoro il sorriso che ti illumina il viso un attimo prima di gridare o come hai gli occhi quando ti senti morire, un posto dove non ti respiro e dove non mi tormenta la consapevolezza che non potrò mai essere abbastanza da portarti via da tutto. 

Ho sentito dire che il tempo giusto per lasciar andare una persona è proporzionale a quello che avete vissuto insieme, ai momenti passati, alle sensazioni provate in due, frammentate e necessarie e indescrivibili. Dicono che il problema nasce quando si tratta di una mancanza che ti cammina dentro e non fa piano per niente. Mi hanno detto che tutto dipende da quanto il tuo cuore si è sentito spento nel vederla andare via. 

A quanto, nel perderla, il tuo cuore ha perso. 

In base a questo, io penso che per quanto riguarda il dimenticare te, questa vita qui non basterà.

NoSignal Magazine

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