L’impero dei cadaveri è un film in cui fantascienza, thriller e orrore sono ben calibrati ed incastonati in scenari ed animazioni di ottima fattura realizzati da Wit Studio (salito agli altari grazie alle prime tre stagioni de l’Attacco dei Giganti). Un racconto davvero interessante ma con qualche piccolo problema legato al rapporto fra gli eventi narrati e la durata del film.

Fotogramma de: "L'impero dei cadaveri"
John Watson e Friday Fotogramma de: “L’impero dei cadaveri”

È il 1878, la grande e terribile creazione del dottor Victor Frankenstein di un secolo prima, il suo mostro che ora tutti riconoscono come The One, è ora tutt’altro che un tabù nel mondo. La Terra è ad oggi popolata da moltitudini di cadaveri riportati in vita che vengono utilizzati nei più disparati modi: come semplice manovalanza in fabbrica ma anche come soldati negli eserciti. In questo frangente si inseriscono le ricerche di una giovane studente di medicina, il dottor John Watson che sta provando a ridare un’anima, quei famosi 21 grammi di peso in più, al suo caro amico Friday, riportato e mantenuto in vita non senza difficoltà e che ora gli fa da assistente.

Un giorno il nostro dottore viene assoldato dall’Impero britannico per una missione pericolosa, particolare e segreta: in Afghanistan vi è un altissimo numero di cadaveri riportati in vita fra cui lo stesso famigerato The One che sembra essere implicato in un terribile complotto. Il compito di Watson è fermare The One e chi lo appoggia, prima che sia troppo tardi

Fotogramma de: "L'impero dei cadaveri"
John Watson e Hadaly Lilith. Fotogramma de L’impero dei cadaveri

L’impero dei cadaveri (qui il trailer) diretto da Ryoutarou Makihara e basato sui romandi di Project Itoh è un film anime, denso di avvenimenti (cui assistiamo o solamente raccontati) e personaggi che vanno e vengono in questa storia turbolenta in cui le atmosfere thriller sono preponderanti. Una “caccia al ladro” intorno al mondo, con il conto alla rovescia che con il procedere della storia si fa sempre più veloce. Trovare e fermare The One non è però l’unico compito dei nostri protagonisti. John Watson sta disperatamente cercando un modo per poter fare di Friday il suo The One e fra i molti turbinii del racconto ci accorgiamo di come non sia solo l’odio del mostro di Frankenstein ad essere pericolosamente distruttivo ma anche l’amore (amicale o no non ha poi molta importanza) di Watson per Friday porterà il nostro protagonista ad una ricerca sempre più spasmodica e sempre più autodistruttiva.

A rendere visivamente interessante tutta questa discesa nell’abisso (con interessanti inserzioni di dilemmi etici) ci pensa Wit Studio che fra personaggi, animazioni e scenografia dona allo spettatore, validi motivi per continuare il racconto; particolarmente i paesaggi riescono ad essere una gioia per gli occhi ed è un bene visto che un po’ di distensione è necessaria a causa della mole di informazioni e del ritmo che la prima parte de L’impero dei cadaveri mette in campo.

Mi ricorda qualcuno… “L’impero dei cadaveri” fra storia, letteratura e cinema.

Fotogramma de: "L'impero dei Cadaveri"
Frederick Burnaby. Fotrogramma de: L’impero dei Cadaveri

Prima di chiudere ci si permette di spoilerare qualcosina, nulla di pericoloso, davvero, ma se non desiderate alcuno spoiler contesto saltate questo paragrafo e leggetevi le Chiacchiere successive.
L’impero dei cadaveri è pieno di riferimenti alla storia, alla letteratura ma anche, in piccola parte al mondo del cinema. Oltre ai personaggi realmente esistiti; Thomas Alva Edison, il Presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant, l’avventuriero e militare americano Frederick Burnaby, l’ufficiale e samurai giapponese Seigo Yamazawa, in questo film si incontrano John Watson, Sherlock Holmes, suo fratello Mycroft (soprassediamo sull’origine di questi personaggi), Friday (che proprio per come è rappresentato, altri non è che una crasi di Venerdì di Robinson Crusoe e Fritz, l’assistente del Dottor Frankenstein nel lungometraggio del 1931), Moneypenny da James Bond, Alëša Karamazov, Alexei Karamazov e Nikolai Krasotkin dal celebre romanzo di Fedor Dostoevskji: I fratelli Karamazov. Oltre a personaggi omonimi, ve ne sono alcuni che omaggiano protagonisti di altre storie: la segretaria di Grant, Hadaly Lilith ricorda Violet Evergarden degli omonimi film e manga e in un modo popolato da cadaveri riportati in vita, non poteva mancare la storica rappresentazione del mostro di Frankenstein portata in auge, ormai quasi un secolo fa, da Boris Karloff.

Chiacchiere da bar su: “L’impero dei cadaveri”

L’impero dei cadaveri è in sostanza un buon film: visivamente coinvolgente fin dalle prime inquadrature, le animazioni sono impeccabili (si parla di Wit Studio, sempre una garanzia sulla carta) in questo lungo racconto davvero ricco di spunti e di avvenimenti. Ben caratterizzati i personaggi; dai protagonisti ai comprimari, tutti riescono a presentarsi nella maniere migliore anche se alcuni dicono e agiscono poco. Sono proprio questi due aspetti, paradossalmente, che fanno il bello e il “brutto” di questo film anime.

Fotogramma de: "L'impero dei cadaveri"
Da sinistra a destra: Friday, Watson e Nikolai Krasotkin. Fotogramma de: L’impero dei cadaveri

Questa storia, basata sul racconto di Project Itoh, ha il pregio di riuscire a raccontare una storia sicuramente interessante, dando anche molti spunti di riflessione etica che sono indotti dalla storia stessa – visto il contributo al discorso dato soprattutto da due personaggi – il problema è che per quasi la buona metà del film, la storia ci sommerge di nozioni, avvenimenti, personaggi in maniera quasi spasmodica. Il pubblico deve capire tutto e per farlo, Makihara & Co. si prodigano in spiegazioni visive e espositive che vorrebbero essere chiare ma che alla fine risultano alquanto ingarbugliate, vista la mole di informazioni. I personaggi (bellissimi e ben tratteggiati si ribadisce) sono davvero molti e in certi casi appaiono per così poco tempo che si rischia di dimenticare di averli visti uno fra tutti è il personaggio di Sherlock Holmes che appare quel tanto che basta per finire nei crediti ma ci si dimentica praticamente subito di averlo e visto. Ciò che però fa un po’ rimpiangere l’inizio caotico della storia, sembrerà paradossale ad alcuni, è quanto diventi scarno questo film verso il finale, dopo numerosi incontri, scontri e un qual certo caos, il film rallenta pericolosamente diventando piuttosto povero di emozioni. Lo scontro finale non può ripagare totalmente l’attesa per arrivarci e l’epilogo per quanto in linea con ciò che si è visto lascia comunque non poco interdetti.

L’impero dei cadaveri è disponibile su Prime Video e malgrado qualche tentennamento, è un film riuscito che vale la pena vedere.

Il Barista Animato
Ciao! Sono il Barista Animato, un vecchio DAMSiano dismesso da anni e: "Cerco modestamente di farmi strada nell'universo". Sono qui per servirvi, con la giusta cortesia, il meglio e anche il peggio del mondo animato (Film e serie) con qualche incursione nel "live action".

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2 Comments

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  2. […] di Project Itoh arriva al suo capitolo mediano, che se non supera il successivo e conclusivo: L’impero dei cadaveri, riesce però ad essere più incisivo del primo capitolo, grazie ad una narrazione meno caotica, […]

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