“Sarà l’estate più bella della tua vita” mi dicevano tutti. Effettivamente era la famosa estate della maturità dove festeggi per una settimana dopo il tuo orale, fai il viaggio di maturità ed ogni occasione è un “dai ti pago da bere perché mi sono diplomata”. Finito il mio orale il 23 giugno, la mia estate in realtà è stata travolta da un’ondata di tristezza. Sono passata dal dedicare gran parte delle mie giornate allo studio a non avere più nulla da fare. Per tanti questo “dolce far niente” ripetuto per tre mesi può essere il paradiso terreste, per me invece è l’inferno. Per ereditarietà genetica e anche per carattere, sono una persona che necessita di avere le giornate particolarmente piene di impegni così da arrivare a fine giornata e godermi “quel dolce far niente”. Ovviamente assunto a piccole dosi e solamente alla sera sul divano per fare il recap della mia giornata.


A inizio agosto la mia estate, invece, è stata travolta da un vento delicato di amore. Sì, perché l’amore che ricevi ti abbraccia, ti scalda come una sciarpa fatta a mano da nonna. Questo vento delicato ha un nome: Rifugio Navonera

Si trova nel comune di Val Casotto ed è gestito da amici di famiglia. Mi hanno chiesto di salire un week-end per vedere e respirare l’atmosfera che si vive là. Sono arrivata là che ero una persona divisa in tanti pezzi, tipo un puzzle. Non riuscivo però a comporre tutti i pezzi, non si incastravano. Poi però quando comprendi la bellezza dell’essere umano e la potenza che spinge ogni uomo ad amare allora tutto torna. Andavo a dormire la sera con una storia in più da aggiungere al mio trolley di vita, “ogni storia è la nostra storia” mi ripeto da un anno ed effettivamente è così.

Ho conosciuto persone, che parlando con me anche solo 10 minuti, hanno esposto le loro fragilità, le loro battaglie personali, le ferite che portano sul corpo. Ci sono state persone che guardando i miei occhi e il mio modo di ridere, mi hanno detto “rimani sempre così”. Un semplice week-end in realtà si è trasformato in più week-end dove ogni volta tornavo a casa con sempre meno pezzi da incastrare.

Se c’è una cosa che ho capito è che le ferite che ognuno di noi porta difficilmente si chiuderanno ma possiamo lasciarci appoggiare un cerotto sopra da persone che ci sanno accarezzare l’anima.


Sono ritornata quest’anno. Sono stata una settimana. E’ stata la settimana della luce, di un raggio di sole che mi ha ricordato che “la pioggia poi fa posto al tempo bello“. Sono partita serena ma con un po’ di preoccupazioni per un settembre fatto di esami, partenze, arrivederci al gusto di lacrime, treni, flixbus. Sono ritornata a casa con una stanchezza importante ma ero felice. La definisco “una stanchezza bella”, quella fatta di occhiaie che racchiudono tanti momenti belle, risate, abbracci, respiri profondi, occhi lucidi.


Se dovessi descrivere la felicità direi proprio questo posto, persone che ti fanno sentire parte di qualcosa di grande: una famiglia. Una famiglia che si ritrova alle 8.30 di mattina a fare colazione con il sole che illumina le montagne, una famiglia che è sempre pronta ad accogliere gli altri. Una famiglia che insieme riesce a fare tutto, un passo e una cosa alla volta. Una famiglia che la sera suona e canta “la canzone del sole” mangiando zuccherini al limone.


Grazie Ele, Roby, Fra, Greta, Leo e tutte le persone con cui ho parlato anche solo per tre minuti. Grazie per le vostre storie che custodisco sempre, per essere stati un riparo per il girotondo di paranoie da cui a volte sono attratta. Grazie per avermi ricordato che respirare è l’azione necessaria per agire. Grazie per avermi riparato dentro con il vostro modo di fare, per l’amore che ognuno di voi porta addosso come una collana. E infine grazie perché la cosa più bella che mi avete insegnato questa settimana è che é bello stare insieme ma mai dimenticarsi di prendersi cura della propria solitudine. Come direbbe il cantautore per eccellenza, “la solitudine può portare a forme straordinarie di libertà”.

Viva il rifugio Navonera, la vita, le persone e l’amore.

NoSignal Magazine

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