30 gennaio 1972. Derry, Irlanda del Nord: la Northern Ireland Civil Rights Association organizzò una marcia per protestare contro la messa in atto dell’Operazione Demetrius, un provvedimento britannico che portò all’incarcerazione senza processo molti cittadini dell’Ulster sospettati di avere un qualsiasi rapporto con l’IRA.

I soldati del primo battaglione paracadusti britannico aprì il fuoco sulla folla, colpendo 26 civili, tra i quali 14 morirono. Tra le vittime, molti erano ragazzi tra i 17 e i 25 anni.

Oggi sono passati 50 anni dalla Bloody Sunday, mentre l’altro ieri in piazza Arbarello a Torino, la polizia ha caricato un corteo di studenti che manifestava in ricordo di Lorenzo, il ragazzo morto durante lo stage per un corso di Formazione Professionale Regionale. L’intento della protesta era chiedere a gran voce più sicurezza negli ambienti lavorativi e scolastici, fermare l’inserimento degli studenti in dinamiche lavorative di sfruttamento e far sentire a tutti che, in Italia, c’è un gigantesco problema nel sistema educativo e formativo.

La risposta a questi studenti armati di striscioni e urla sono state le cariche da parte dell’antisommossa. Manganellate e botte che hanno generato una ventina di studenti, anche minorenni, feriti.

E non è il solo caso: le medesime repressioni si sono svolte a Roma, Milano e Napoli. Sempre contro studenti che protestavano per dei diritti, secondo me, talmente basilari in uno stato civile da dover essere scontati.

Perché di questo stiamo parlando: c’è davvero del marcio nel sistema, in particolar modo nella sicurezza sul lavoro (durante il 2021 sono morti 1404 lavoratori) e manifestare per cercare di cambiare in meglio le cose è un diritto sacrosanto del cittadino, rispondere con manganelli e lacrimogeni no. Non è un diritto. Tantomeno legittima difesa, nonostante sia stato dichiarato troppo spesso in aule di tribunale o davanti ai giornalisti.

Quindi, davvero per le istituzioni, che dovrebbero proteggerci e tutelarci, è troppo difficile provare ad ascoltare il popolo, preferendo invece disperdere le masse a colpi di manganello e a passo di marcia?

Davvero queste istituzioni preferiscono far finta di non sentire il malessere di quella che è la loro vera colonna portante?

Le cariche in piazza Arbarello, come la Bloody Sunday, come mille altri casi in tutta la storia umana, sono solo la dimostrazione lampante che, quando il popolo ha fame, è molto più facile sfamarlo col piombo.

Niente, questi erano i miei pensieri stamattina mentre ascoltavo gli U2.

NoSignal Magazine

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