Si è appena concluso un weekend denso di gare, un weekend che rimarrà impresso nella memoria degli appassionati di ciclismo per parecchi anni; senza nulla togliere al primo trionfo di Mauri Vansevenant al GP Industria & Artigianato, e all’ennesimo sprint dominato da Sam Bennett alla Parigi-Nizza, l’evento catalizzatore dell’attenzione dei tifosi si è disputato questo sabato, fra le colline e le strade sterrate del senese.

Per chi è consumatore abituale di corse ciclistiche, la Strade Bianche è ormai diventata un appuntamento fisso, uno dei momenti più entusiasmanti dell’intera stagione; la classica organizzata da RCS, infatti, pur essendo appena alla sua quindicesima edizione, ha saputo in brevissimo tempo ottenere il plauso e il gradimento dei corridori, primo fra tutti quello di Fabian Cancellara, plurivincitore di Roubaix e Giro delle Fiandre. Il motivo di questa fama subitanea è da ricercarsi nell’unicità dell’ex Montepaschi Eroica, contraddistinta da un tracciato movimentato e imprevedibile, ma soprattutto dagli svariati settori in sterrato, spesso in salita, capaci di rimescolare le carte e di stravolgere le sorti della corsa. L’arrivo in Piazza del Campo, preceduto dallo sfibrante strappo all’ingresso della città, rappresenta la ciliegina sulla torta di una corsa che anche dal punto di vista paesaggistico ha delle peculiarità e degli scenari inconfondibili.

L’edizione 2021 non ha deluso le aspettative, con i primi scossoni e le prime fiammate arrivate già nei primi frangenti della corsa, tanto da rendere la vittoria un discorso riguardante una manciata di contendenti ai -50 km dal traguardo: l’accelerazione di Alaphilippe sull’asperità del Monte Sante Marie, culmine del settore in sterrato più lungo della corsa, esclude infatti dai giochi alcuni fra i più papabili candidati per la vittoria finale come Valverde e Van Avermaet. La corsa si riaccende in corrispondenza degli ultimi tre tratti ‘polverosi’, ossia Monteperti, Colle Pinzuto e Le Tolfe: dapprima un nuovo allungo del capitano della Deceuninck mette in difficoltà il campione uscente Van Aert, che tuttavia rientra con il giovane Pidcock sul gruppetto dei primi cinque, ma è ai -11 km dall’arrivo che si consuma uno dei momenti ciclistici più intensi e memorabili degli ultimi anni. Sulle prime rampe della temibile e spesso decisiva ascesa de Le Tolfe, Mathieu Van der Poel sferra un attacco improvviso e disarma la concorrenza, con i soli Alaphilippe e Bernal che strenuamente si riportano sulle ruote del Campione nazionale olandese; i tre proseguono di comune d’accordo sino alle porte di Siena, dove gli occhi degli spettatori hanno potuto bearsi di un nuovo sferzante scatto, che ha consegnato la vittoria all’olandese in forze alla Alpecin-Fenix.

La potenza sprigionata sui pedali, l’eleganza stilistica nel momento del massimo sforzo e l’apparente freschezza al termine della gara sono il simbolo della straordinarietà di quest’atleta, dominatore nel ciclocross, competitivo e vincente nella mountain bike e, da qualche anno a questa parte, sensazionale anche su strada. Dall’impressionante accelerazione che gli ha permesso di trionfare all’Amstel Gold Race 2019 alla volata infinita con cui si è imposto al Giro del Fiandre 2020 nei confronti dell’eterno rivale Van Aert, dalla fuga solitaria di 50 km al BinckBank Tour 2020 al doppio scatto in questa Strade Bianche, cambiano le superfici, il dislivello e la tipologia di corsa, ma rimane intatta la competitività con cui vi si presenta, sempre o quasi con i favori del pronostico.

Un corridore come Van der Poel è un toccasana per il ciclismo moderno, troppe volte incapace di suscitare l’interesse degli spettatori, è un antidoto contro gare monotone e quasi soporifere, grazie all’imprevedibilità dei suoi attacchi e alla frequenza con cui li sferra. Ha saputo dare visibilità a una disciplina prima circoscritta al Belgio e a poche altre aree dei Paesi Bassi come il ciclocross, e ora dispensa lezioni con la bicicletta da strada. La stagione delle classiche è appena iniziata, l’antipasto è stato servito, ora non resta che accomodarsi sul divano e pregustarsi le prossime portate, in attesa di assaggiare per la prima volta la new entry nel menù del 2021, ovvero il Tour de France.

Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

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