Ora è ufficiale, i Giochi Olimpici di Tokyo 2020 si disputeranno nel 2021, a causa della pandemia di Covid-19; nonostante il sentore di questa decisione aleggiasse ormai da qualche settimana, il Governo giapponese non si era ancora definitivamente rassegnato alla realtà dei fatti, e, per ovvi motivi, aveva formulato più di un’ipotesi sul loro ricollocamento, in un calendario sportivo funestato dal diffondersi rapido e inquietante del nuovo coronavirus.

Le reazioni degli sportivi, degli addetti i lavori, degli esperti e degli appassionati non sono mancate, nonostante vi fossero e tuttora vi siano notizie che meritano una maggiore considerazione. I più colpiti da questa posticipazione sono senza dubbio gli atleti, la cui gran parte della preparazione nell’ultimo quadriennio si è incentrata sull’obiettivo olimpico, e attraverso i social hanno espresso i loro pensieri in merito. Molti sottolineano quanto fosse inevitabile, altri esprimono la loro approvazione, altri invece tramite i loro profili sfogano tutto il loro rammarico per il lavoro di quattro anni che si è dissolto negli istanti in cui la storica decisione è stata annunciata. Uno dei commenti più amari e toccanti è stato quello di Gianmarco Tamberi, talento cristallino del salto in alto, che si apprestava a partecipare ai Giochi con i favori del pronostico. “Gimbo” tratteggia in un lungo post su Instagram i sacrifici e le rinunce effettuati, la sofferenza e la meticolosità di ogni suo allenamento, il rigore estremo nel seguire un’alimentazione e uno stile di vita che gli consentissero di sfruttare le sue doti con il massimo della forma fisica e mentale, tutto quanto svanito nel giro di un comunicato stampa. Forse qualcuno avrà ritenuto lo sfogo dell’altista eccessivo o addirittura inappropriato in tempo di emergenza globale, quando, a differenza di molti altri, egli ha deciso di mettere a nudo il proprio vissuto e di riversare la frustrazione esplosa in quei momenti senza edulcorarla con frasi che non lo rappresentavano.

Mentre Gimbo non avrà problemi a presentarsi con ancora più motivazione nel 2021, infortuni permettendo, altre personalità di spicco dello sport nostrano sono state toccate più da vicino dal rinvio, almeno dal punto di vista anagrafico. La celebre nuotatrice Federica Pellegrini o l’highlander della pallanuoto Stefano Tempesti, infatti, si apprestavano a prendere parte alla loro ultima Olimpiade (il portiere azzurro ha compiuto a giugno 40 anni, Fede si appresta a spegnere 32 candeline), come coronamento delle loro luminose carriere, tuttavia entrambi non hanno esitato a posticipare il proprio ritiro dalle competizioni alla prossima estate, a dimostrazione della tenacia e della resistenza che accomunano tutti i grandi sportivi.

Come già accennato nelle primissime righe, le conseguenze di questa decisione si ripercuoteranno pesantemente sull’economia giapponese, che dovrà aggiungere al bilancio oltre ai soldi già stanziati per l’emergenza sanitaria, i mancati introiti provenienti dall’afflusso turistico che accompagna ogni appuntamento olimpico, il quale verrà a mancare per la prima volta dal Dopoguerra. Una situazione non fra le più rosee, sebbene si parli di un Paese altamente sviluppato e piuttosto stabile per quanto concerne l’ambito finanziario.

Mentre in tutto il pianeta si continua a fronteggiare un’emergenza che è quasi diventata normalità, questa notizia, per quanto la portata dell’evento lo consenta, si è tacitamente inserita nelle prime pagine dei quotidiani, a ulteriore conferma di come le priorità al momento siano e debbano essere altre. Nessuna motivazione è abbastanza forte da mettere in dubbio il rinvio delle Olimpiadi, sportive, economiche o sociali che siano.

La speranza che tutti riponiamo è che i Giochi Olimpici Estivi di Tokyo 2020 (nel 2021) possano ergersi a simbolo dell’estenuante contrapposizione dell’uomo con un parassita obbligato, che dell’uomo continua a servirsi per sopravvivere e proliferare, che possano essere il coronamento di un percorso sofferto e costellato di privazioni e perdite, con l’auspicio che nemmeno nelle più nefaste previsioni tutto questo vada a protrarsi sino al 23 luglio 2021, la data della cerimonia inaugurale. Tokyo 2020 (nel 2021) non consegnerà alla Storia vincenti o perdenti, ma un unico grande vincitore: l’umanità intera.

Davide Camoirano
23 anni, frequento il 5° anno di Medicina e Chirurgia a Torino. Nel tempo libero leggo, pratico sport e scrivo articoli, sportivi e non solo. Sono appassionato di ciclismo, nuoto, politica, attualità, storia e, naturalmente, medicina, anche se mi piacerebbe aggiungere un tocco di creatività alla mia 'grigia' routine quotidiana.

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