Martedì 20 agosto 2019, Giuseppe Conte rimette il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, ponendo fine all’esperimento di Governo Lega-M5S. L’avvocato del popolo porge al contempo la pesante parcella che il popolo italiano dovrà pagare negli anni a venire, a cominciare dal plausibile aumento delle aliquote dell’IVA, vera e propria mazzata per l’economia reale del Paese. Tuttavia, se l’avvocato porge una parcella è dovuto alla causa in corso che egli ha portato avanti, quella di un blasfemo matrimonio tra sovranismo e populismo. Un amore mai realmente sbocciato, ma spesso e volentieri reso sboccato, per posizioni e modi di vedere il mondo e l’Italia agli antipodi. Nonché due modi di gestire il partito totalmente differenti, incluse le apparizioni pubbliche.
Matteo Salvini, ben conscio dell’odio degli italiani per le posizioni contrastanti in stile Partito Democratico, si è sempre presentato come uomo forte che dirige la sua fazione con fermezza, nonostante la costruzione sia di comune condivisione. Luigi Di Maio invece si è sempre posto a capo di un movimento che trova nel dialogo tra idee contrapposte la sua medicina, sebbene gli indirizzi siano dettati dagli alti palazzi di Milano.
Prova di questo sono i venti minuti su quaranta monopolizzati dal Ministro degli Interni nel dibattito in cui il Premier Giuseppe Conte ha annunciato le proprie dimissioni mentre le briglie che tengono legati i parlamentari del Movimento Cinque Stelle sono visibili nei dibattiti televisivi. 19 agosto 2019, negli studi de La7 è andato in scena il più ecclatante suicidio politico di un senatore, Stefano Patuanelli. L’immagine di come il discorso sia stato concordato con i capi di partito in sede differita, per essere ripetuti davanti alle telecamere. Colto però su punti per i quali non si è adeguatamente preparato, ecco che la voce diviene tremolante, il movimento dominato dagli scatti e le pupille piccole, ingrandite giusto dalla presenza degli occhiali. Lo stesso sguardo di uno studente che, non avendo studiato, prova ad improvvisare, con tutti i compagni di classe che ascoltano. Un cappio stretto attorno al collo, che impedisce di muoversi fuori dal tracciato. Quale sia però, non essendosene discusso, non appare chiaro al senatore, che non riesce a reggere le domande, cercando di spostarle su argomenti meno ostili. Drammatico umanamente vedere una persona alle strette e drammatico pensare che il Parlamento sia pieno di persone con i polsi legati ed un cappio stretto attorno al collo, pronto per essere tirato. Forse. più che Movimento, andrebbe definito Transumanza, dove il pastore (in questo caso ignoto) guida il gregge.

Tutto questo, sotto gli occhi di tutti. Un reality show più che una compagine di Governo (e le basi per comprenderlo erano buone sin dal principio, altrimenti perché nominare un esperto quale Rocco Casalino quale capo dell’ufficio stampa del Presidente del Consiglio?), per la quale visione pagheremo un pesante canone.
Forza Italia e Fratelli d’Italia? Attualmente non pervenuti, mentre nel Partito Democratico ancora si sta discutendo su chi realmente comandi. Quale che siano i movimenti, hanno davvero ben poco di rilevante.
Voto, Governo tecnico e Governo dalle larghe intese? In uno scenario dove colui che iene definito fascista richiede il voto, coloro che si dichiarano un giorno per la Democrazia Liquida disponibili a vagliare un Governo dalle larghe intese e chi si chiama Democratico per un Governo tecnico, chi detiene una minima forma di credibilità?
Forse basterebbe leggere un testo di Franco Battiato per comprendere la situazione, ed uno xanax per non cadere quindi nella depressione.

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere

di gente infame, che non sa cos’è il pudore,

si credono potenti e gli va bene quello che fanno;

e tutto gli appartiene.

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!

NoSignal Magazine

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