È iniziata l’era dell’estinzione* e ogni nuovo anno porterà con sé nuove sfide, nuovi razionamenti, nuove catastrofi.

*Negli ultimi 500 anni si sono estinte a causa dell’uomo circa 1/10 delle specie esistenti. Normalmente un evento del genere impiega periodi che arrivano ai milioni di anni. Ci troviamo a tutti gli effetti all’inizio della sesta estinzione di massa e l’asteroide siamo noi.

La siccità, con ogni probabilità, sarà peggiore dell’anno scorso, eppure la rete idrica italiana spreca (con perdite varie, soprattutto nelle regioni del Sud) un miliardo di metri cubi d’acqua dolce all’anno (circa un terzo del consumo totale!). Significa che ogni 3 litri d’acqua immessi negli acquedotti solo 2 arrivano a destinazione e secondo Repubblica anche meno [A]. Possiamo davvero permetterci di gettare via un bene così prezioso?

Anche quest’anno il bianco indietreggia sulle nostre montagne e le Alpi hanno il 45% di neve in meno rispetto alla media dei 10 anni precedenti [D][E]. Come si può vedere nel grafico le precipitazioni e la riserva idrica del 2023 (linea rossa) sono vicine a quelle, piuttosto scarse, del 2022 (linea tratteggiata) ed entrambe sono molto al di sotto della norma (linea continua nera).

Siccità made in Italy

Ricordiamo tutti le immagini del Po in secca, il razionamento dell’acqua della scorsa estate, la scarsità dei raccolti nei campi. [B][C] Due anni di siccità di fila, però, aggravano di molto la situazione. Non solo non andremo verso un recupero, ma si volgerà a un peggioramento importante. Tra i rischi c’è quello che il Po, da cui dipende una buona parte della nostra agricoltura, sia così in secca da far sì che sia l’acqua del mare a risalire il suo corso, anziché essere l’acqua dolce a immettersi nell’Adriatico.

Questo comporterebbe (ed è probabile che succeda) la cosiddetta ‘intrusione salina’ ossia la ‘contaminazione’ dei pozzi e delle ‘riserve dolci’ sotterranee della zona del delta del Po con acqua di mare, compromettendo l’irrigazione dei campi agricoli.

Secondo Coldiretti nel 2022 quasi la metà dei raccolti è andata persa (i prodotti più colpiti e più a rischio sono il riso, il grano e i pomodori) e il 2023 non sarà da meno. [F] [G]

Già in questi giorni il Regno Unito sta razionando il cibo fresco, per una diminuita produzione da parte dei Paesi da cui lo importa (principalmente Spagna e Marocco) e la Francia parla di razionamento dell’acqua già da marzo. Cosa dobbiamo aspettarci? Un ulteriore aumento dei prezzi del cibo e, forse, un doppio razionamento sia dell’acqua che dei beni di prima necessità. Coldiretti stima i danni al settore alimentare nell’ordine del miliardo di euro [F][G] e diventa sempre più evidente come non possiamo permetterci di sprecare il nostro bene più prezioso.

Cosa possiamo fare?

Urgono interventi strutturali pesanti sulle reti idriche per contenere le perdite relative a tubature e sistemi di trasporto. Non tutto è perduto, ma la situazione rimane critica.

L’Unione Europea e le Nazioni Unite si stanno mobilitando più che mai per cercare varie soluzioni anche se per il momento restano insufficienti. Si opta per la conversione di alcune attività produttive verso altre che richiedano meno acqua, come il miglio in alternativa al grano e la canapa tessile in alternativa al cotone. Si stanno adottando proposte per far crescere l’uso alimentare degli insetti (per ridurre l’impatto degli allevamenti) e si è arrivati persino a piantare alberi geneticamente modificati capaci di crescere più velocemente e catturare più carbonio dall’aria.

Il PNRR prevede per l’Italia 223 progetti per la realizzazione di 10.000 bacini per l’accumulo di acqua piovana (con una spesa di 3,2 miliardi) entro fine decennio, anche se al momento solo il 2% dei lavori è stato portato a termine. Ci tengo a ricordare che la coalizione dell’attuale Governo votò a suo tempo contro al PNRR** al Parlamento Europeo e viene pertanto da chiedersi se ci sarà comunque determinazione nel portare avanti il nostro principale strumento di mitigazione e adattamento agli effetti drammatici del cambiamento climatico.

Illustrazione di Luca Saroglia

**Tecnicamente si astenne ma di fatto equivalse ad un voto contrario.

Non sembra esserci molto spazio per l’ottimismo, ma qualcosa si può ancora fare. Come sostiene anche Greta Thunberg, alla fine degli interventi a tema clima si include di solito un messaggio di speranza, ma il rischio è che così facendo si sottovaluti l’estrema gravità del problema, perché nella conclusione viene ‘addolcita la pillola’ al lettore. Io intendo essere fermo e chiaro: abbiamo davanti una sfida inedita come umanità e l’unico modo che abbiamo per uscirne è combattere. Sarà dura, molto dura, non permettiamoci di mollare.

Alcune fonti e approfondimenti:

[A] https://www.repubblica.it/green-and-blue/dossier/giornata-mondiale-acqua/2022/03/22/news/blue_book_fondazione_utilitatis_gestione_settore_idrico-341613503/

[B] https://www.lifegate.it/siccita-po-febbraio

[C] https://www.lifegate.it/siccita-crisi-idrica-agricoltura-riso-vongole

[D] https://www.lifegate.it/montagne-senza-la-neve-agricoltura

[E] https://www.lifegate.it/neve-montagna-alpi-2022

[F] https://tg24.sky.it/ambiente/2022/07/29/siccita-italia-mappa-danni-regioni

[G] https://tg24.sky.it/cronaca/2022/03/01/agricoltura-siccita-italia-coldiretti

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