Speciale 2022, un anno di avvenimenti che hanno fatto a modo loro la storia
Si chiude finalmente, o purtroppo, il 2022 che è stato un anno complesso sia per noi, dentro i nostri confini, sia per il resto del Mondo. Passando dalla medicina più avanzata alle guerre guadando per le follie nordamericane alle vittorie storiche. Abbiamo dovuto dire addio alla Regina Elisabetta II e vedere suo figlio Carlo ascendere al trono del Regno Unito. Abbiamo salutato un altro mito Piero Angela per accogliere la prima donna Premier in Italia. Ecco i fatti principali accaduti in questo 2022, che a modo loro hanno fatto la storia.

GENNAIO
PRIMO TRAPIANTO DI CUORE DA MAIALE A UOMO
Come iniziare l’anno nuovo col botto? I medici della struttura ospedaliera universitaria di Baltimora fanno scuola a riguardo: portando a termine il primo xenotrapianto di cuore da maiale a uomo, ovviamente.
Grazie alle tecniche dell’ingegneria genetica, l’azienda di medicina rigenerativa Revivicor è riuscita eliminare i principali geni suini responsabili del rigetto ed inserirne sei umani per permettere al tessuto trapiantato di essere accettato dal nuovo organismo.
Purtroppo a distanza di 2 mesi il paziente, David Bennett, il quale non avrebbe comunque avuto altre possibilità di sopravvivenza, è deceduto in seguito al rapido aggravarsi della propria condizione.
Nonostante ciò, gli esiti dell’operazione hanno fornito importanti informazioni ai ricercatori che continueranno ad esplorare in questo senso, con la speranza di appianare il considerevole dislivello fra domanda e offerta in materia di trapianto d’organo.
FEBBRAIO

INIZIA LA GUERRA IN UCRAINA
È il 24 Febbraio 2022. Delle esplosioni rompono il silenzio delle prime ore del mattino. Il presidente della Russia annuncia l’inizio dell'”Operazione Speciale” in Ucraina.
Il conflitto russo-ucraino si intensifica rapidamente, dopo mesi di deterioramento dei rapporti diplomatici e dispiegamento delle truppe russe ai confini.
Le cause del conflitto sono molte, e molto complesse, fra cui l’aumento della sfera d’influenza della NATO, l’irredentismo russo, i movimenti neonazisti paramilitari in Ucraina e il conflitto già in corso nel Donbass.
La reazione a livello globale è stata immediata: arriva la condanna da gran parte dei Paesi dell’ONU delle azioni della Russia, soprattutto di quelli occidentali.
Il risultato è, a distanza di 10 mesi, una guerra che ancora non sembra raffreddarsi.
MARZO

UNO SCHIAFFO CHE PASSERA’ ALLA STORIA
La sera del 27 Marzo si stava svolgendo, come di consueto, la 94esima Notte degli Oscar, ma questa edizione, apparentemente anonima, passerà alla storia come la notte dello schiaffo agli Oscar. Quello che inizialmente sembra uno sketch combinato si trasforma in un momento di tensione che cambierà il corso della cerimonia.
Il tutto avviene quando Chris Rock, uno dei comici chiamati a introdurre uno dei premi, definisce Jada Pinkett-Smith (moglie di Will Smith) “G.I. Jane”, un gioco di parole su G.I. Joe in riferimento alla calvizie dell’attrice dovuta alla sua alopecia. Il marito Will Smith resiste all’impulso di alzarsi in piedi e colpire in viso Rock, lasciando tutti senza parole, ma il dubbio che si trattasse di una gag è stato subito smentito dallo stesso Smith, il quale, tornato a posto urla: “Lascia fuori il nome di mia moglie dalla tua c*zzo di bocca”.
Successivamente l’attore, ritirando il premio come miglior attore protagonista, cita il padre delle sorelle tenniste Venus e Serena Williams, da lui interpretato nel film “Una famiglia vincente – King Richard”, facendo presente che Richard era un difensore accanito della famiglia. Aggiungendo anche “Questo è un momento bellissimo e non sto piangendo perché ho vinto un Oscar, ma perché è possibile proiettare luce sugli altri”, per poi porgere le scuse ai suoi colleghi e all’Academy e concludere con un auspicio: “Spero che l’Academy mi inviti di nuovo”.
La risposta giunta dall’Academy, però, è stata una condanna nei confronti del suo gesto: “L’Academy – scrive sui social – non perdona la violenza in qualsiasi forma”.
Il Consiglio della Academy ha deciso che per un periodo di 10 anni, a partire dall’8 aprile 2022, il signor Smith non sarà autorizzato a partecipare a nessun evento o programma dell’Academy, di persona o virtualmente, inclusi, ma non solo, gli Academy Awards.
Will, ci si rivede tra 10 anni agli Oscar!
APRILE

LA FRANCIA RI-CONFERMA MACRON
L’1 Gennaio la Francia assume la presidenza di turno dell’Unione europea.
Emmanuel Macron diventa Presidente del Consiglio dell’Unione Europea in un anno che potrebbe divenire il suo ultimo come presidente della Repubblica francese. Macron, che dopo esser stato Vicesegretario generale dell’Eliseo (2012-2014) e ministro dell’economia (2014-2016), decise di candidarsi come presidente nel 2017, superando di poco la sua rivale Marine Le Pen, leader del partito di estrema destra Front National.
Quest’anno la vittoria di Macron non era del tutto scontata, soprattutto per il successo che i partiti di destra hanno avuto nelle varie nazioni europee.
Le Pen decide di ricandidarsi, cavalcando l’onda del successo dei conservatori, mettendo anche in pericolo l’equilibrio dell’Unione Europea. Tuttavia il Presidente uscente promuove la sua figura con una campagna elettorale praticamente perfetta, ribadendo la netta impronta europeista e distinguendosi da altri leader politici europei. Non insegue, infatti, i populisti sui temi e terreni a loro congeniali, ma propone il rafforzamento e il rilancio delle istituzioni europee e della zona euro, attraverso un processo di “rifondazione” da attuarsi con riforme graduali. Macron ottiene l’appoggio di diversi leader stranieri come Angela Merkel, Barack Obama e Matteo Renzi oltre che di tutti i funzionari di Bruxelles, tra cui il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani e la Rappresentante della politica estera Federica Mogherini.
Non ci sono dubbi in Francia: al ballottaggio Macron esce vincitore ottenendo il 66,06% dei voti validi e aiutando così tutte le nazioni dell’Unione Europea.
MAGGIO

STRAGE NELLA SCUOLA ELEMENTARE DI UVALDE, TEXAS
È il 25 maggio quando nella città di Uvalde, in Texas, un ragazzo compie una strage uccidendo 22 persone. Salvador Ramos è un ragazzo di 18 anni, non aveva mai espresso segni di apparente squilibrio mentale. Nulla avrebbe fatto pensare che il ragazzo avrebbe potuto compiere un tale atto, anche se qualche giorno prima aveva contattato una ragazza su Instagram confessandole di avere un segreto, tuttavia non le aveva esplicitato che avrebbe voluto svolgere la strage. Nella scuola elementare mancano solo due giorni alla fine dell’anno scolastico, poche ore e sarebbero arrivate le vacanze. Purtroppo 19 bambini e 2 maestre di una classe quarta di una scuola elementare non le avranno mai, poiché uccisi a sangue freddo, e insieme a loro anche la nonna del killer.
Mezz’ora prima di compiere il gesto, Ramos aveva scritto su Facebook che si stava recando ad uccidere la nonna e infatti ha imbracciato il fucile, si è portato davanti casa sua e, dopo averla uccisa sparandole al volto, si è spostato nella scuola elementare entrando dalla porta posteriore. Per compiere la strage il ragazzo ha utilizzato un fucile AR-15.
Quello delle sparatorie negli Stati Uniti è un grande problema, fino a questo evento sono state più di 200; più in generale in America il problema è quello delle armi e la facilità con cui vengono vendute. Il Presidente Joe Biden, visibilmente commosso, si è detto addolorato e dispiaciuto e si è rivolto agli statunitensi ed al Congresso chiedendo di intervenire sulle armi. Al contrario il Governatore del Texas è a favore della libera vendita delle armi e negli anni passati aveva più involte invocato il popolo all’acquisto. Il Texas è secondo solo alla California per il possesso di armi.
GIUGNO

NEGLI USA RIBALTATA LA STORICA SENTENZA PRO ABORTO ROE-WADE
È il 24 giugno: con 6 voti favorevoli e 3 contrari la storica sentenza Roe v. Wade che dal 1973 ha garantito al popolo americano il diritto all’aborto sta per essere ribaltata. I giudici hanno scritto nelle argomentazioni della sentenza che la Costituzione in realtà non tutela l’aborto. Uno dei nove ha poi definito l’argomentazione della sentenza del 1973 debole e che questo, insieme alla motivazione precedente, ha portato alla decisione finale. Ora decidere spetta ai singoli Stati, e ciò significa che essi saranno liberi di vietare l’aborto. Joe Biden ha commentato la sentenza definendola un <grave errore> e <un ritorno al passato di 150 anni>. Trump l’ha definita <una vittoria per la vita>.
La sentenza Pro aborto Roe v. Wade era stata approvata il 22 gennaio del 1973, con 7 voti a favore e 2 contrari. La sua approvazione mirava a garantire l’aborto indistintamente a tutte le donne e in tutti gli Stati. I giudici avevano scritto la sentenza interpretando il quattordicesimo emendamento della Costituzione. La cancellazione di questa sentenza provocherà davvero un ritorno al passato e lascerà spazio agli ideali politici sulla base dei quali verranno poi prese le decisioni nei singoli Stati.
LUGLIO

CROLLO DEL GHIACCIAO DELLA MARMOLADA
Che diversi ghiacciai in Italia siano costantemente monitorati per via del rischio scioglimento non è certamente una novità. E’ necessario, però, soffermarsi a riflettere quando a crollare è una notevole porzione di uno dei più importanti sul territorio nazionale.
Con i suoi 190 ettari, il ghiacciaio della Marmolada non era incluso nella conta di quelli a rischio scioglimento.
Nonostante ciò, a luglio di quest’anno abbiamo pianto 11 vittime, tutte italiane, a causa del crollo di circa un terzo di una placca di 26mila metri quadri.
Sulla base di una prima ricostruzione, si è arrivati alla conclusione che il distacco sia avvenuto in seguito ad un accumulo di acqua, prodotta dallo scioglimento dello stesso ghiacciaio, all’interno di un crepaccio, posto in corrispondenza di un dislivello naturale.
La domanda sorge spontanea: era davvero imprevedibile? Sicuramente si potrebbe a lungo discutere riguardo alla scelta di escludere quello della Marmolada dalla lista dei ghiacciai da tenere sotto osservazione (in particolare se si considera che gli effetti della crisi climatica divengono sempre più incisivi).
Per il 2023 non rimane che chiederci se e come si evolverà il nostro modo di approcciarci a tematiche di questo genere.
AGOSTO

SALUTIAMO PIERO ANGELA
Nella prima puntata della stagione 2022 di Super Quark aveva festeggiato anche lui il suo quarto di secolo alla Rai. Come la Regina Elisabetta. E a lei si era paragonato, senza dimenticare, però, la solita modestia che lo ha accompagnato per tutta la vita.
Il ricordo della semplicità con cui cercava di tradurre gli argomenti più complessi, così che tutti potessero capirli.
Ci ha salutati anche lui in questo 2022. Piero Angela. Un’icona della divulgazione scientifica. Una vita trascorsa a trasmettere il sapere nelle case di tutti gli italiani. Un’esistenza dedicata al sapere, proprio perché di questo innamorato.
La sua dipartita non sarà stata un evento epocale. Non avrà avuto un impatto sul resto del Mondo come quello della Regina Elisabetta II.
Ma, per gli italiani, ha comunque rappresentato una parte di questo 2022. Ha lasciato, in un certo senso, il segno. Quanto meno il ricordo commosso, per una persona che si era abituati a vedere regolarmente. E che ha lasciato, pertanto, un vuoto. Ma anche tanti insegnamenti e tanti spunti da cui partire per costruire il futuro.
SETTEMBRE
LONG LIVE QUEEN ELIZABETH II, FOREVER.
Se fino a quel momento avevamo delle certezze, con la morte di Lei, la Regina più famosa del Mondo, tutto é crollato.
La Regina Elisabetta II, l’8 settembre 2022, ha ceduto il suo trono al figlio Carlo per raggiungere il suo amato Filippo (morto ad aprile 2021).
Il suo é stato il Regno britannico più longevo. Una vita dedicata alla Corona, perché, come le aveva detto sua nonna Mary, <The Crown must always win> (“La Corona deve sempre vincere”).
Ma come mai ci siamo così affezionati a lei? É una risposta che contiene un alone di mistero, ma anche un pizzico di magia, proprio come la sua persona.
Un passo avanti a tutti, ha insegnato ad un Mondo che inciampa negli stereotipi, che una donna può guidare un Paese per oltre 70 anni e non solo. Insieme a suo marito Filippo, ha dimostrato, che un marito può stare anche un passo indietro a sua moglie, e non per forza sempre il contrario.
Icona di stile, con la sua vasta selezione di borsette ha creato un linguaggio per comunicare ai suoi sudditi il suo stato d’animo.
Non é stata solo la regnante per eccellenza, ma anche una mamma, pronta a difendere pubblicamente i quattro figli da scandali e pericoli. Una nonna premurosa con i suoi nipoti, specie con William e Harry dopo la perdita della mamma Diana (gesto che la Stampa britannica ha criticato).
Sono 4 miliardi le persone che hanno seguito da tutto il Mondo il funerale di Her Majesty. Un numero che non ha bisogno di essere commentato, perché la commozione della sua gente e di tutto il globo supera la potenza del linguaggio umano.
Long live Queen Elizabeth II, forever.
OTTOBRE

GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Sono passati più di 3 mesi dal verdetto delle urne che ha sancito il primato della destra (44%) e, in particolare, del partito Fratelli d’Italia (26%) rispetto a tutti gli altri partiti italiani alle Elezioni politiche.
Dopo questa vittoria Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è stata nominata Presidente del Consiglio dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, diventando così la prima donna italiana a ricoprire questo ruolo. Ma come è arrivata fino a qui? È riuscita nell’impresa rassicurando gli osservatori internazionali, sostenendo sui social le donne iraniane e festeggiando la vittoria nel basket degli azzurri con la sindrome di down e, contro i nostalgici per il fascismo, parlando di “una disumana deportazione della furia nazifascista”.
Ma la chiave vincente, tuttavia, è stata certamente la volontà di eliminare l’idea della Meloni quale leader estremista, prendendo in considerazione la maternità come punto di riferimento: basti pensare al biglietto scritto dalla figlia pubblicato sui social dove si legge: <Sono tanto felice che hai vinto, ti amo!>. Una volta al Governo, i suoi sforzi si sono concentrati sulla crisi del costo della vita inasprita dai prezzi elevati dell’energia e dall’aumento dei tassi di interesse, che pesano sul debito pubblico italiano. Ha cercato di portare l’Italia, in virtù della sua forza, <al centro del progetto europeo>, auspicio proposto dal Presidente uscente, Mario Draghi durante la sua ultima conferenza stampa.
NOVEMBRE

SIAMO 8 MILIARDI
Da Martedì 15 novembre 2022 abbiamo superato gli 8 miliardi di persone sulla Terra. Questo secondo le stime delle Nazioni Unite. Siamo un miliardo in più rispetto alle rilevazioni del 2011, e il doppio rispetto a quelle del 1974. Ci abbiamo impiegato circa 300mila anni dalla comparsa dell’Homo sapiens ad arrivare al primo miliardo di persone nei primi anni dell’Ottocento, mentre questa tappa noi l’abbiamo bruciata in soli 11 anni. Si stima infatti, che nel 2037 potremo nuovamente “cambiare numero” e quindi arrivare alla cifra di 9 miliardi.
In realtà non esiste un metodo per sapere con precisione il numero di persone in vita sulla Terra giorno per giorno. Tuttavia sono dati estrapolati da modelli che derivano da censimenti organizzati periodicamente in tutti i paesi del mondo. In alcuni di questi reperire tali informazioni infatti si è stimato un margine di errore che va dai 160 ai 240 milioni di persone.
L’aumento della popolazione terrestre è dovuto soprattutto alle persone che vivono in Asia e Africa. Queste, infatti, stanno compensando il calo demografico europeo e nordamericano. Invece circa la metà della crescita prevista dai modelli per i prossimi anni sarà da attribuire principalmente a 8 paesi: Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Tanzania.
DICEMBRE

UNA LEGGENDA NASCE E UNA LEGGENDA FINISCE
Una favola questa, non si può definire altrimenti.
Quella di Messi, è una storia che noi racconteremo ai nostri figli, così come quella di Pelé è una storia narrata da anni dai nostri nonni. Da un lato l’ascesa di un giocatore, un uomo che ha fatto sognare i bambini e che da anni andava alla ricerca della consacrazione, della vittoria della coppa più importante di tutte; dall’altro lato un Re, un uomo che ha fatto sognare gli dei, colui che ha reso il calcio quel che oggi è.
Quella di Lionel Messi, e di tutta l’Argentina, è il capitolo finale di una storia lunga più di vent’anni, piena di alti e bassi, di vittorie e di sconfitte. Un mondiale iniziato con la consapevolezza che sarebbe stato l’ultimo in cui avremmo guardato correre in quegli stadi le grandi leggende che hanno segnato questi anni, un Mondiale partito con una spaccatura tra i tifosi: tra gli spalti c’è chi inneggia Ronaldo e chi urla il nome di Messi.
Un Mondiale che per l’Argentina è iniziato con una sconfitta, l’unica subita nel corso del torneo. Rimasto un sogno fino ai quarti di finale, poi la vittoria contro l’Olanda in una partita tirata fino ai rigori; dalla semifinale vinta contro la Croazia quel sogno inizia a diventare una solida realtà. E poi i pianti, le lacrime che scorrono sulle guance dei giocatori e dei tifosi in una delle partite più belle della storia dei Mondiali, una vera e propria guerra fra l’Argentina di Messi e la Francia, detentrice del titolo, guidata da un Kylian Mbappè in stato di grazia. Viene calciato l’ultimo rigore, le ginocchia di Messi cedono, e l’Argentina è Campione del Mondo.
Un clima di festa che sembra poter porre fine al 2022, e poi la notizia.
Il 29 Dicembre, nella sua San Paolo, “O Rei” ci lascia. Edson Arantes do Nascimento, ma tutto il Mondo conosciuto come Pelé, si spegne dopo aver lottato per anni contro una dura malattia. Si spegne una leggenda, un uomo che ha rivoluzionato lo sport, il vero e unico Re, vincitore di tre Coppe del Mondo e autore di centinaia di gol.
A diciassette anni diviene la punta di diamante del Santos, e lo rimarrà per altri diciassette anni. L’anno successivo arriva la chiamata del Brasile, e a diciotto anni vince il Mondiale, e così anche nel 1962 e nel 1970. Un giocatore che col suo stile ha forgiato le generazioni successive. Poi l’arrivo di Maradona, e l’inizio di una rivalità che non troverà mai un vincitore. Dopo la morte del fenomeno argentino, avvenuta poco più di due anni fa, Pelé era rimasto l’ultimo rappresentante della vecchia scuola. Un anno finito con una tragedia, ma dormiremo sonni tranquilli sapendo che adesso il Re si è di nuovo unito al suo più grande rivale.
