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Da Calvino alla vita reale, basta passare per le “città invisibili”

Siamo in un Limbo. E non nel bel mezzo del noto gioco caraibico. Ma siamo nel limbo che è frutto dell’unione della voglia di vivere dell’uomo e della paura della morte che esso ha. Siamo bloccati da noi stessi, frenati dalla nostra voglia di fare, frenati dalle auto-imposizioni che ci stiamo dando come specie e Paese.

Stiamo sostando nella bella Eusapia Calviniana. La città che è contesa fra i morti ed i vivi. Che ha ragion d’essere nella sua completa incompletezza, nel suo essere indefinita. Alloggiamo di fianco a dei vivi? O siamo più vicini ai morti? Sappiamo bene da che parte siamo? Dal momento che passiamo per nella città dell’incerto, ne conosciamo la posizione con certezza? E se fossimo altrove? E se fossimo nel nostro mondo? Nella nostra Eusapia?

Boltzmann la ragione di tutto questo sei tu?

Stiamo cercando la nostra costante di Boltzmann, e non parlo della costante dimensionale, che stabilisce la relazione tra grandezze della meccanica classica e della termodinamica. Parlo della nostra Equazione della vita, la nostra S= K ln W (l’equazione dell’entropia, ossia del disordine). Ormai siamo morti che animano corpi vivi e vivi che cercano di animare per quanto possibile dei corpi morti o morenti. Il tempo scorre, ma vi siamo incagliati dentro, come congelati. Congelati da una entità esterna e maligna che decima e preclude il procedere della vita. La assidera nella sua fissità. Un anno è già passato e tante persone se ne sono andate, e tante ormai sono l’ombra di loro stesse, afone dall’urlo incessante e lancinante che lanciano continuamente.

Infatti ormai la nostra personale equazione si è semplificata, è facilmente risolvibile. Non possiede più quella percentuale altissima di mistero, di avventura, di emozione che prima racchiudeva intrinsecamente.
Illustrazione realizzata da Amonti Elena.

Infatti ormai la nostra personale equazione si è semplificata, è facilmente risolvibile. Non possiede più quella percentuale altissima di mistero, di avventura, di emozione che prima racchiudeva intrinsecamente. Ora è tutto più giallo, dovuto alla sofferenza delle umane spoglie che segregate nelle mura domestiche perdono il loro candore e il loro salubre colorito. Le loro membra si sono asciugate sulle carni e sul viso, andando a dipingere corpi di morti su volti vivi. La transizione è talvolta rapida, talvolta lunga e travagliata. Ammettendo che le due città siano complementari e gemelle, quale legge permette loro di esistere. Ormai hanno smarrito qual è la ragione della loro permanenza, se non quella di non voler abbandonare l’Eusapia di Sopra.

Dicono che nelle due città gemelle non ci sia più modo di sapere quali sono i vivi e quali i morti” Eusapia diventa un tunnel di corpi ,vivi o morti? Scorgiamo qualche teschio e qualche ciocca di capelli. I corpi restano sinuosi seppur rassegnati all’ inesorabile scorrere del tempo che ha sottratto loro identità e vitalità. L’intelletto s’inquieta attraversando una città di cadaveri; ma dal mondo reale arriva una luce contrastante, viva, pronta a reinventare e a stravolgere anche il più cupo dei concetti.

Ormai il tempo non ha più valore. La vita non ha più valore. Malgrado ciò sono i primi a lottare, quelli ormai tramutati in morti viventi, quelli che ormai stanno varcando la soglia della Eusapia di Sotto. Loro l’hanno risolta la S= K ln W e così facendo, trovandone la soluzione e non il cavillo ne sono stati soggiogati.