E’ passato qualche mese, ormai, da quel funesto giorno. Il giorno in cui il DDL Zan venne bocciato al Senato tra le esultanze e gli applausi, a parer mio un fallimento epocale della democrazia occidentale. E a che punto siamo adesso? Il DDL è solo più un ricordo lontano o qualcuno sta ancora cercando di renderlo realtà?

Fortunatamente, la risposta è positiva: si sta ancora tentando di riportarlo alla ribalta sperando che diventi legge. Anche se, paradossalmente, “una proposta di legge nata per includere e proteggere da qualunque tipo di discriminazione ha finito per escludere e discriminare una fetta della società.

Di quale fetta stiamo parlando? Della comunità aromantica e asessuale, tagliati fuori dagli stessi autori del DDL perché, ahimè, viviamo in una società polarizzata sulla sessualità e i rapporti interpersonali. Al punto da escludere chi non fa parte di quel mondo.

Ma, come spesso accade, non sono qui a dispensare tesi e argomentazioni perché ci sono persone molto più brave e preparate di me nel farlo, INFATTI, ecco qui il link all’articolo di Alessia sull’argomento: https://nosignalmagazine.it/?p=3976

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3 Comments

  1. […] Il ddl Zan si propone di tutelare dalle discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Allora perché molte persone sono contro l’approvazione di questa legge? Perché viene erroneamente percepita come una limitazione del diritto alla libertà di manifestazione del pensiero. Tuttavia, la verità è che questa legge, se venisse approvata, limiterebbe i casi di violenza e discriminazione nei confronti di milioni di persone, oltre a dare la possibilità di vivere la propria identità e sessualità più liberamente (a proposito, ti consiglio caldamente di dare un’occhiata all’illustrazione a tema ddl Zan del mio collega Boia Fauss, cliccando QUI). […]

  2. […] mai essere te. Sappi che è proprio la tua sorellastra che, affossando disegni di legge come il DDL Zan, mi ricorda ancora quelle lezioni di scienze motorie che avrei evitato […]

  3. […] La speranza, non solo per la Repubblica di San Marino, è che ognuno possa vivere la propria sessualità in pace, senza dover temere di essere giudicato da una società che continua a promuovere l’eteronormatività come standard. Anche in Paesi in cui c’è una parvenza di “tutela” la comunità LGBTQIA+ ha spesso paura di essere trattata diversamente dagli altri. Troppe persone sono ancora vittime di pregiudizi e omofobia e si vedono mancare di rispetto da parte di chi si sente superiore a loro perché rispetta lo standard della “normalità” imposto dalla società: un individuo eterosessuale cisgender (ti consiglio di dare un’occhiata all’illustrazione tema DDL Zan di Boia Fauss, CLICCA QUI). […]

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