La Destra ha trionfato alle Elezioni politiche e Giorgia Meloni sarà il probabile futuro premier.
Questo è il primo grande verdetto della tornata elettorale appena conclusasi, per altro ampiamente preannunciato. Fratelli d’Italia si afferma come prima forza parlamentare, il centrodestra come prima coalizione e il centrosinistra all’opposizione per la prima volta dopo anni. Sempre per la prima volta dopo anni l’Italia avrà una maggioranza stabile, eterogenea ma allineata su molte tematiche. Resta da vedere la spartizione dei ministeri e delle più alte cariche, che dovrà inevitabilmente ricalcare le percentuali ricevute dai vari partiti e che potrebbe scontentare qualcuno, a partire dal grande sconfitto dell’ala populista e conservatrice, ossia Matteo Salvini (si vocifera già di un possibile cambio di guardia alla guida del Carroccio).
Il grande sconfitto
Per quanto riguarda i battuti, non si può non menzionare il Partito Democratico. Dopo essere stato il riferimento per i progressisti e i socialdemocratici per più di un decennio, sulla scia dei vari partiti susseguitisi dall’inizio della Seconda Repubblica, il PD rimane numericamente importante, ma perde definitivamente il primato nel ceto medio e nel proletariato. La lenta evoluzione dei dem si è completata: da partito operaio e dei lavoratori a simbolo della borghesia cittadina e delle élite. Enrico Letta ha condotto una campagna elettorale fallimentare, concentrandosi più sull’osteggiare gli avversari che sul proprio programma, non riuscendo così a racimolare nemmeno tutti gli uninominali nelle Regioni-fortino quali Emilia-Romagna e Toscana. Ora si attende un cambio al vertice e una riorganizzazione del partito, magari partendo dagli amministratori locali più virtuosi.
L’opposizione
A Montecitorio e a Palazzo Madama, a dispetto delle premesse di qualche mese fa, torneranno anche molti esponenti del Movimento 5 Stelle. I grillini, infatti, sotto l’egida di Giuseppe Conte, hanno trovato una ricollocazione nello scacchiere politico italiano, facendo breccia soprattutto sugli elettori del Sud. All’avvocato del popolo va il merito di aver risollevato un partito agonizzante, restituendogli un’identità e dei valori che, almeno in parte, ricordano quelli delle origini.
Il Terzo Polo, invece, non raggiunge l’obiettivo del 10%, ma si allinea ai risultati di Lega e Forza Italia. La lista capitanata da Carlo Calenda ha ottenuto pochi seggi per via della legge elettorale, più vantaggiosa per le grandi coalizioni. Si è affermata, invece, fra i giovani (17%) e nelle grandi città come Milano (23%). Questo dato sottolinea l’incapacità di questa forza nascente di calarsi nei contesti sociali più disagiati, dove il confine fra competenza e presunzione è molto labile.
Fra i partiti minori sono da registrare le debacle di Italexit e Impegno Civico. Pur avendo ideologie agli antipodi, entrambi sono capeggiati da ex parlamentari del Movimento 5 Stelle (Paragone e Di Maio), ed entrambi non hanno trovato il riscontro positivo degli elettori, nemmeno fra i grillini delusi.
Sempre più lontani dalla politica
L’elemento più grave e significativo di queste Elezioni è, tuttavia, l’astensionismo diffuso e capillare. Dalle grandi città ai paesini di montagna, la sfiducia e l’allontanamento dalla politica hanno raggiunto il massimo storico in Italia, e nessun partito pare in grado di arginare il problema, tantomeno di risolverlo. Ci si rivolge ai non votanti per avere un capro espiatorio della propria sconfitta o con inefficacia quando si è alla ricerca di voti. Come risolvere il problema, cambiando la legge elettorale, potenziando l’educazione civica o dimostrandosi davvero interessati al bene della Nazione? O forse un mix di tutto questo?
Le sfide incombenti, dal coniugare il contrasto al cambiamento climatico con la transizione energetica al gestire il caro-bollette e l’inflazione, sono un’occasione imperdibile per riacquistare la fiducia degli elettori, ma anche un motivo di ulteriore disillusione in caso di nuovo fallimento.
Ora non ci resta che augurare buon lavoro ai nostri rappresentanti, con la speranza che lo siano anche per chi non ha voluto esprimersi.