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She-Hulk: Attorney at Law è una delle serie più sconclusionate che si possano vedere. Caliamo subito la ghigliottina sulla testa di questa serie; non tanto per una mancanza di senso, sul cui significato della parola si potrebbe giustamente dibattere a lungo ma sulla pressoché totale mancanza di un filo conduttore e sui soliti terribili problemi di CGI (Computer Generated Imagery).

Una goccia di trama

Jennifer Walters/She Hulk. Fotogramma di She-Hulk: Attorney at Law
Jennifer Walters/She Hulk. Fotogramma di: She-Hulk: Attorney at Law

Jennifer Walters è una giovane avvocata con ancora poca esperienza alle spalle ma dotata di grande tenacia e forza di volontà che la spingono ad affrontare, con la giusta marcia, l’entrata in un burrascoso mondo del lavoro. La donna è inoltre cugina di Bruce Banner/Hulk che ormai è riuscito a controllare le proprie emozioni rimanendo Smart Hulk. Le cose si complicano quando Jennifer e suo cugino rimangono convolti in un incidente; per le ferite riportate, il sangue di Hulk entra in contatto con quello di Jennifer, trasformando anche lei in una Hulk.

La nascita del suo alter ego le garantisce un lavoro nella nuova divisione di un importante studio legale, dove dovrà occuparsi di casi in cui sono coinvolti super umani. Per Jennifer è l’inizio di una nuova esistenza nella quale dovrà barcamenarsi fra vita privata e lavoro, facendo i conti con l’ingombrante presenza di She-Hulk

She-Hulk: Attorney at Law. Un’occhiata più dettagliata

Hulk e She-Hulk. Fotogramma di: She Hulk Attorney at Law
Hulk e She-Hulk. Fotogramma di: She Hulk Attorney at Law

She-Hulk: Attorney at Law si compone di nove episodi della durata media di una trentina di minuti. La serie MCU ideata da Jessica Gao segue le vicende di Jennifer Walters alle prese con il suo ingombrante alter ego, elidendo sapientemente la sua Origin Story.
She-Hulk: Attorney at Law non vuole essere una origin story: Gao & Co. lo fanno capire chiaramente fin da subito in maniera veramente buona: il primo e il secondo episodio esauriscono la nascita di She-Hulk in modo convincente. Peccato che i restanti sette episodi perdano di quella freschezza e novità che la serie sembrava aver portato nella prima ora abbondante.

Troppe teste pensanti e scriventi

Otto persone diverse si sono occupate della sceneggiatura degli episodi di: She-Hulk: Attorney at Law (Jessica Gao, l’ideatrice di questa serie MCU, si è occupata di un terzo di questi); la cosa non dovrebbe suscitare grosso stupore perché non è raro che ciò accada. Il problema è che i nove episodi di questa serie, sembrano essere debolmente legati fra loro da un esile fil rouge; l’unico vero collante dovrebbe essere la protagonista Jennifer Walters/She-Hulk ma è un personaggio stranamente inconsistente.

L’evoluzione che dovrebbe avere la nostra protagonista, cioè la presa di coscienza di chi sia e di chi voglia essere, non sembra arrivare mai e peggio, quando questa svolta arriva, la nostra avvocatessa torna ad essere piena di dubbi sul da farsi in un qualsiasi episodio successivo.
A complicare ulteriormente le cose, ci pensano gli sceneggiatori che scrivono episodi scialbi, con una vena comica quasi esangue. Vi sono è vero, scene in cui si ride, praticamente gli unici momenti “defibrillatore” di tutta la serie: il resto di questi momenti, infatti, sono preparati nella maniera peggiore possibile e se si esclude quella voluta accozzaglia di eventi nell’episodio finale, gli unici twists che si possano definire tali, sembrano essere la comparsa di Wong, eletto ormai ‘personaggio feticcio’ del MCU, e quella di Matt Murdock/Daredevil che permette a Jennifer di avere finalmente una relazione stabile e sincera.

Tentativo di salvataggio in extremis

She Hulk nell'ultimo episodio della stagione
She-Hulk nell’ultimo episodio della stagione

La proverbiale ciliegina sulla torta a questo mare di vacuità è proprio l’episodio conclusivo. Chi è la protagonista (questo il titolo), come si è detto, si produce in una purtroppo voluta accozzaglia di eventi chiaramente posticci, che acquistano forza e velocità via, via che la narrazione avanza fino ad arrivare al necessario sfogo di questo marasma, con la distruzione della quarta parete, espediente indubbiamente efficace che riesce a destabilizzare positivamente anche lo spettatore. Lo sconcerto si acuisce ulteriormente nel dialogo fra She-Hulk e K.E.V.I.N. (l’intelligenza Artificiale dietro tutte le serie MCU) negli studi Marvel a Burbank nella nostra realtà: un dialogo anche interessante, straniante per certi aspetti ma che riesce a dare finalmente coerenza al raffazzonatissimo percorso di presa di coscienza di sé a She-Hulk.

La comparsa del figlio di Hulk, lanciato nella mischia senza alcun senso apparente, vista la maniera in cui viene presentato all’interno della storia e soprattutto a noi pubblico, sporca probabili migliori giudizi complessivi.
Skaar, il figlio di Hulk, sembra sia stato appiccicato grossolanamente sulle scene, confermando i continui problemi con la CGI in questa serie (nella maggioranza dei momenti in cui appare She-Hulk la cosa è abbastanza evidente)

Chiacchiere da bar

She-Hulk: Attorney at Law in partenza ha sicuramente buone possibilità di riuscita: una tendenza alla miniserie, pochi e brevi episodi, una protagonista dalla storia potenzialmente interessante e un universo (letteralmente) di possibilità con cui solleticare l’attenzione del pubblico. Di tutto questo, Jessica Gao e gli altri sceneggiatori, erano sicuramente a conoscenza e con la stessa sicurezza hanno deciso scientemente di lasciar galleggiare tutto questo in una vacuità a dir poco incredibile, vanificando tutte le premesse elencate ad inizio paragrafo.

Dopo i primi due episodi, globalmente convincenti, si è assistito a un inesorabile declino nell’ovvio e nel banale. La scelta, ottima in partenza, di sfondare ripetutamente la quarta parete, alla lunga sembrava servire più a tamponare ripetute mancanze che come efficace espediente narrativo.

Ogni episodio di She-Hulk: Attorney at Law sembra essere stato scritto subito dopo la messa in onda di quello precedente. Manca una reale intenzione di dare una vera e propria coerenza alla serie nella sua interezza e alla protagonista Jennifer Walters; la nostra avvocata continuava ripetutamente a cambiare idea su se stessa quando in realtà, fin dalla fine del primo episodio, sapeva esattamente chi volesse essere. Il finale di stagione sembra finalmente darle una certa stabilità ma non rimarrei stupito se in un’eventuale seconda stagione ricominciassero le turbe e i dubbi.

Siamo arrivati alla conclusione di questo focus su: She-Hulk: Attorney at Law. Se qualcuno avesse opinioni migliori su questa serie MCU, si faccia avanti; l’interesse al riguardo è alto.