Dovrei scrivere un editoriale e non ci riesco. Di solito sono discretamente bravo a mettere le parole in riga, ma questa volta non so proprio da dove cominciare.
Eh sì, sono nel bel mezzo del fuoco incrociato. Nella mia mente un numero imprecisato di trincee si sono dispiegate. Ognuna capeggiata dal suo Ufficiale, pronto a gridare l’ordine. Fucili spianati, mitragliatrici e anche qualche mortaio. Regna, tuttavia, il silenzio. Tutti si guardano con circospezione.
L’unico suono udibile è quello della debole bava di vento che scorre tra i fili spinati e qualche debole squittio di ratti, i veri abitanti delle trincee. Il tempo sembra essersi congelato, il silenzio fa sì che ogni plotone si riposi prima del tuonare dei mortai. Sopra questo quadretto si stanno ammassando nubi e sole, vento e nebbia, un ginepraio climatico che il più bravo meteorologo non riuscirebbe a districare. Eppure tutto sulla scacchiera della mente tace. Non c’è nessuno e ci sono tutti.
Un corno rompe il silenzio, si tratta dell’overture dello scontro. Parte il secondo. Lo segue il terzo. Vorrei dire che partono in sequenza il quarto, il quinto e il sesto e così via, ma iniziano tutti insieme, il suono che giunge alle mie orecchie interne è unico e indistinguibile come un fascio di luce bianca. Le trincee si spostano, si mischiano in un arabesco in costante mutamento. Solo il tempo proclamerà il vincitore fra tutti i contendenti. Ogni Ufficiale porterà in alto il suo stendardo. Gli schieramenti più deboli sono già caduti e assorbiti dai più potenti nelle vicinanze. La guerra delle idee continua.
Ogni mossa sembra quella vincente, ogni idea strabiliante rispetto alle altre. Prevalgono i temi ambientali, quelli personali, le analisi, i dati, la fede. Eppure tutti gli schieramenti avanzano compatti. Nessuno vuole abbandonare la partita. Nessuno è pronto a ammettere che la sua idea è momentaneamente inadatta. Non ci saranno dietro-front.
Io sono ancora lì. Nel mezzo del putiferio, con questo maelstrom in testa. Intorno a me impazzano i colpi di mortaio della fede, i proiettili della scienza, le cannonate dell’ambiente. Davanti ai miei occhi ho il mio -“Guernica”- personale. Il mio conflitto interiore per decidere cosa scrivere si è cristallizzato in questa grottesca guerra.
Qui non ci saranno né vinti né vincitori. Non ci saranno né morti, né sopravvissuti. Ci sarà solo qualcuno che prevarrà sugli altri. Ma la sua supremazia durerà giusto il tempo di mettere nero su bianco le idee e poi il ciclo si ripeterà. “Niente di nuovo sul fronte della mente” scriverebbe E.M.Remarque.
L’unica cosa da fare è osservare e sperare in una mossa degna di uno scacco al re, talmente sfrontata da vincere il conflitto con una sola – ma vistosa – mossa.
Torre in D-5.
Scacco a Re.