Il regista ucraino ricostruisce uno dei più grandi eccidi della storia dell’Olocausto attraverso un sapiente montaggio “matematico” di materiali d’archivio. Il risultato è un film sull’impossibilità di concepire quell’amalgama di violenza disumanizzante e privo di senso che è la guerra.

Le immagini di repertorio interamente sonorizzate e l’articolazione delle sequenze conferiscono circolarità e organicità al film, in un continuo gioco di rimandi e richiami. L’opera, con i suoi effetti sonori posticci e l’abile struttura del decoupage, acquista un andamento narrativo dove le riprese perdono il loro valore documentario. L’hic et nunc proprio delle inquadrature da cinegiornale si corrode nella digitalizzazione subita, presentata in una bassa qualità dall’evidente sgranatura. Si respira un senso di anacronismo e irrealtà, accentuato dalle alienanti parole “ATMOS AND VOID”, che restano impresse sullo schermo per l’intera durata del film. In un momento emblematico delle fotografie colorate in post-produzione mostrano gli oggetti appartenuti agli ebrei massacrati. Nelle loro accese tinte pastello, che sembrano uscire da un film hollywoodiano anni’50, queste effigi depauperano il contenuto fotografico del suo peso storico.

Si può dire che la guerra sia la sua “immagine”, un evento inconcepibile al di fuori della fictionalization. Pochi ne hanno avuto esperienza diretta e per molti risuona come un’eco lontana negli schermi televisivi, quasi che fosse una fantascientifica realtà-altra. Se la prima parte del film ricostruisce la tragedia, la seconda la ri-mostra attraverso le parole di vittime e colpevoli. Così le immagini del film ripercorrono sé stesse, reiterandosi. Qui la testimonianza diventa racconto, il film si chiude in un nastro di Moebius, circoscrivendosi in un universo autoreferenziale. Le atrocità si ricoprono di un’aurea fantasmatica e artificiosa, rendendole intollerabili nella loro accezione di eventi realmente accaduti. Senza cadere nell’oblio della musealità, ciò restituisce l’orrore della violenza in tutta la sua potenza.

Un immagine del film.
Luca Delpiano
Vedo Film e ogni tanto ne scrivo. A volte faccio cose che si possono guardare. Morirò.

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