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Sinossi

Johnny (Joaquin Phoenix) è un cronista di successo che viaggia per gli Stati Uniti intervistando bambini e adolescenti per un progetto radiofonico. Un giorno riceve una telefonata dalla sorella Viv (Gaby Hoffman), che gli chiede di prendersi cura del figlio mentre lei assiste il marito (Scoot McNairy) ad affrontare un esaurimento nervoso. I due fratelli non si sentono dalla morte della madre, e Johnny accetta la proposta sperando di riallacciare i rapporti. Lo speaker e suo nipote iniziano così un viaggio che gli porterà da Los Angeles a New Orleans in cui stringeranno un forte legame.


Joaquin Phoenix e Woody Norman in una scena del film.
Joaquin Phoenix e Woody Norman in una scena di C’MON C’MON
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Un futuro in bianco e nero

Quando pensate al futuro come immaginate che sarà? Chiede la voce off screen di Phoenix all’inizio del film cominciando un breve discorso di eudemonica rivolto ai giovani intervistati. Le parole, accompagnate dai rumori ovattati della città di Detroit, suonano accomodanti e rilassate. Sembra di sentire un padre rivolgersi al ventre materno in cui è racchiuso il suo futuro nascituro. Le musiche di Aaron e Bryce Dessner s’insinuano sul parlato dell’attore portando ad uno straniamento disagiante, sottolineato nelle riprese fissate sul bacino urbano lacerato dalla criminalità. Piaga impressa nel bianco e nero degli edifici sullo sfondo della sequenza. La monocromia che dipinge la storia evoca un passato in contrasto con l’ossessiva ridondanza di Johnny nell’interrogare le persone sull’avvenire. Ciò rimanda a un fuori tempo, a un qualcosa di irrisolto, scoprendo una ferita che il protagonista tenta di rimarginare cullandosi nelle diverse metropoli che lo ospitano nel corso della narrazione.

Madri e figli

Nella loro prima telefonata Johnny e Viv paiono una coppia separata, sembrano avere pure un figlio in comune. Lei racconta di Jesse intento ad ascoltare Phoenix alla radio come di un padre che il bambino non vede da tempo. Nei matrimoni in crisi si dice che i figli aggiustino ogni cosa e il ragazzino assolve questa funzione lenitiva in modo esemplare. Se il piccolo funge da anello di ricongiungimento tra i due personaggi ad allontanarli è la figura della madre di cui ancora non hanno elaborato il lutto. È significativo che fratello e sorella si rincontrino a Los Angeles per mettersi d’accordo sull’affidamento di Jesse separandosi subito dopo. Lui per fare da baby-sitter al nipote in giro per l’America, lei da genitrice al marito afflitto da disturbi mentali. Questo “farsi madre” è il modo in cui i due fratelli esorcizzano l’insicurezza del loro essere orfani.

Uno sguardo sull’America

Il film mostra il graduale emanciparsi di Johnny dalla figura materna portarlo ad una rinascita. Non a caso il racconto è suddiviso in quattro blocchi. Tante sono le città percorse dai protagonisti e tante sono le fasi di cui un parto si compone. Detroit e Los Angeles mettono il cronista a confronto con le sue debolezze e contraddizioni. Lo si vede isolarsi con le cuffie a riascoltare la propria voce registrata per rassicurarsi all’interno di quell’utero cui pare rivolgersi nella prima scena. Oppure descrivere il volto della fantomatica mamma che avrebbe abbandonato Jesse, il quale si diverte ad interpretare il ruolo del trovatello per gioco. Mentre già nel nome le tappe conclusive, New York e New Orleans, prefigurano un rinnovamento. L’una bagnata dalle rive dell’Hudson e segnata dall’assenza delle Torri Gemelle, l’altra ancora devastata dall’uragano Katrina. Si avverte un senso di desolazione per la mancanza di riferimenti, di elementi di sostegno. Qui emerge nel protagonista la consapevolezza che l’unico supporto che un orfano può avere è sé stesso.