Creatività, una bella parola per un bel significato .
Capacità produttiva della ragione o della fantasia, talento creativo, inventiva.
Quindi l’essere creativi presuppone la creazione di un qualcosa, un oggetto, un quadro, un suono.
Quindi sei un creativo se rispetti determinate caratteristiche. Ma se non sei un creativo? Che cosa sei? E uno non creativo può diventare creativo? Si è creativi per sempre?
Quindi la creazione è intesa come un immettere nel mondo “cose”. E se invece per una volta si intendesse sottrarre degli oggetti, dei suoni dal mondo materiale? Come la creazione di opere artistiche per sottrazione.
Un esempio è come facciamo tutti quanti quando da sdraiati o da seduti ci mettiamo ad ammirare le nuvole. Proprio così. Perché tutti siamo creativi quando guardiamo le nuvole, un po’ sommandole tra di loro, un po’ dividendole e tagliandole con il coltello dello sguardo creiamo oggetti e immagini che prima non erano li, non ci sono mai stati Il vapore e i gas erano disposti in maniera casuale, ma noi con il nostro sguardo umano abbiamo deciso che quell’ammasso di gas somiglia a quell’oggetto. E se non è creatività questa!
La creatività oggi è molto materiale, molto commerciale. Un creativo, al giorno d’oggi, è creativo per dare al mondo la sua arte e trarne solamente un beneficio economico (come dargliene torto) e trarre più quel beneficio dell’anima che l’animo di un artista necessita.
In più si intromette anche il gusto popolare (che purtroppo molto spesso è prossimo all’essere scadente) che fa sì che la qualità e l’originalità del prodotto creativo rasentino il terreno. E in più, la creazione è soggetta a standard etici, come la morale (ce lo ricorda Nietzsche). Creare – e quindi avere una vena creativa – ormai è standardizzato da canoni precisi e rigorosi.
Che la vera creatività ormai si possa ordinare comodamente online?