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La nota vaticana: Atto della Chiesa o presa di posizione statale?
La nota verbale indirizzata il 17 giugno dalla segreteria di Stato vaticana all’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, che l’ANSA ha potuto visionare, Roma, 23 giugno 2021. ANSA
La nota verbale indirizzata il 17 giugno dalla segreteria di Stato vaticana all’ambasciata d’Italia presso la Santa sede, che l’ANSA ha potuto visionare, Roma, 23 giugno 2021. ANSA

“La Segreteria di Stato, sezione per i Rapporti con gli Stati, porge distinti ossequi all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia e ha l’onore di fare riferimento al disegno di legge N.2005, recante ‘misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità’, il cui testo è stato già approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020 ed è attualmente all’esame del Senato della Repubblica”.

La nota della segreteria di Stato della Città del Vaticano ha scosso, e non poco, l’opinione pubblica in merito ad una sorta di ingerenza della Chiesa nelle questioni interne dello stato Italiano ma, purtroppo per chi tenta spesso di creare polemica sulla facile critica alla Chiesa Cattolica, non è così. Penso che una chiarezza terminologica sia utile per ben comprendere il dibattito in corso e chiarire le posizioni più o meno complesse sulla questione. Iniziamo da un dato poco conosciuto dalla maggioranza degli italiani: Chiesa Cattolica (denominata da ora Santa Sede) e Stato della Città del Vaticano non sono la stessa cosa. Lo so, vi ho sconvolto, ma seguitemi:

La Santa Sede (Sancta Sedes) è un’entità sovrana indipendente e il massimo organo di governo spirituale. Il vescovo di Roma governa attraverso la curia romana. La Santa Sede o la sede apostolica è la più alta diocesi e il governo centrale della Chiesa Cattolica Romana con autorità universale. Gli organismi internazionali riconoscono la Santa Sede come un corpo sovrano, capace di relazioni diplomatiche con altri paesi e hanno lo status di osservatore permanente nelle riunioni delle Nazioni Unite. A differenza della Città del Vaticano che divenne uno stato in 1929, la Santa Sede venne alla luce durante i primi tempi della chiesa ed è un insediamento eterno che non si dissolve alla morte del Papa. Il Papa è il vescovo di Roma e il successore di Pietro, l’apostolo, quindi, il vicario di Cristo sulla terra. La Santa Sede è, quindi, la sedia del vescovo di Roma.

Prima del Trattato del Laterano, la Santa Sede ha avuto un ruolo sia laico che spirituale. Tuttavia, l’unificazione dell’Italia e la conquista dello Stato Pontificio fecero del Papa un prigioniero in Vaticano tra 1846 e 1929 fino a quando Papa Pio IX firmò il trattato del Laterano e rinunciò alla leadership secolare per concentrarsi su questioni spirituali. La Santa Sede ora senza poteri territoriali e le caratteristiche di uno stato come la cittadinanza permanente è riconosciuta come entità legale nel diritto internazionale con la capacità di stipulare accordi e impegnarsi in relazioni diplomatiche con altri paesi, uno status ribadito dal Trattato Lateranense”.

Dunque, quando si legge “Segreteria di Stato” traducete nella vostra mente: Primo ministro, o consiglio dei ministri. La segreteria di Stato è a tutti gli effetti un organo statale, non un’espressione della fede Cattolica. Lo Stato della Città del Vaticano ha dunque espresso i sui dubbi su di un disegno di legge a partire da un accordo internazionale (i Patti Lateranensi revisionati dal governo socialista di Craxi e dal Vaticano nel 1984). Non è una ingerenza di una fede religiosa, è una nota legale tra stati. Tant’è che è stata consegnata ad un ambasciatore e non promulgata dalla Conferenza Episcopale Italiana (rappresentanza di tutti i fedeli cattolici in italia attraverso i vescovi).

Riprendendo le parole del Segretario di Stato mons. Parolin: “Avevo approvato la Nota Verbale trasmessa all’ambasciatore italiano e certamente avevo pensato che potevano esserci reazioni. Si trattava, però, di un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica. Un testo scritto e pensato per comunicare alcune preoccupazioni e non certo per essere pubblicato”. Così il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, fa chiarezza sull’intervento della Santa Sede nel dibattito sul ddl Zan in un’intervista a Vatican News con Andrea Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani.

La questione sollevata dal Vaticano e la centralità delle scuole cattoliche

La questione del DDL Zan è dunque un nuovo scontro Stato-Chiesa come Fedez e alcuni giornalisti hanno tentato di porre? No, è una questione burocratica tra stati.

Lasciamo le questioni etiche a dibattiti intra ed extra parlamentari ma non accusiamo la Chiesa Cattolica di oscurantismo, almeno non in questo caso specifico.

Per approfondire la questione consiglio la visione del video seguente che, lontano dalle posizioni della Chiesa, spiega in maniera oggettiva (seppur con qualche errore) la questione sollevata dalla nota vaticana e come le scuole cattoliche siano coninvolte:

Puntata di Breaking Italy a proposito del DDL Zan e la questione delle scuole cattoliche (valida nonostante alcuni errori terminologici)

Preso dunque atto delle questione e di come essa si ponga su di uno scacchiere complesso che ha a che fare con la vita e con l’educazione e formazione di moltissime persone affidate allo Stato e alla Chiesa in sedi spesso simili (si vedano le scuole), si comprende bene come le critiche mosse dal rapper-influencer Fedez siano priva di qualsivoglia logica essendo esse confuse, senza distinzione stato Vaticano/Chiesa Cattolica, il tutto infarcite da fake news giudiziare correlate da inesattezze e perplessità.

Il Global compact for education: la proposta innovativa della Chiesa

La proposta di revisione vaticana è in linea con un’iniziativa lanciata dalla Santa Sede a livello globale e cioè il “Global compact for education”. Esso è un “nuovo modello culturale” lanciato dal pontefice prima della pandemia per “un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l’umanità intera, nel formare persone mature”. All’interno di questo progetto regna l’imperativo dell’inclusione armoniosa delle diversità in un processo complesso e completo della formazione umana integrale della persona. Non dunque un no al DDL Zan, ma una proposta diversa quella che lo Stato della Città del Vaticano propone: una visione ampia e integrale della persona, in tutte le sue diversità, nessuno escluso.

Per approfondire il Global Compact:

Lo spot del “Global compact for education”

https://www.educationglobalcompact.org/