Quando giochi con l’odio, quando aizzi un popolo alla rivolta ed alla sfida alle istituzioni e quando cerchi di indirizzare la rabbia verso un nemico comune è “normale” che qualcosa succeda. E paradossalmente, può essere normale anche che si compia un attacco contro la massima istituzione del Paese, infrangendo un “patto” valido sin dalla nascita degli Stati Uniti d’America: l’importanza dei Grandi elettori.
Caro presidente, questa volta sono mesi che hai esagerato. Ti sei spinto su un tracciato troppo dissestato, lanciando una miccia dalla quale si è generato un incendio che non sei poi stato in grado di controllare. E così nacque tutto, dal BLM ai QAnon, passando per la campagna elettorale più brutta della storia americana (ancora peggiore dello scontro Bush-Al Gore).
E il tuo avversario? Il tuo avversario non ha fatto altro che giocare sullo stesso terreno, contribuendo ad una risposta guidata dalla pancia dello popolo più che dalla sua testa. E la divisione a blocchi del mondo americano e il clima di guerra continua non può che esserne la normale conseguenza.
Questa volta ti sei spinto troppo oltre, caro Joe. Anche se forse l’obiettivo lo hai raggiunto, sei riuscito a passare da vittima, nonostante le buone possibilità di diventare l’ennesimo carnefice.