Il 17 settembre si è svolta la tappa finale della 22esima edizione del Pavese Festival. Il Pavese Festival si propone come rassegna annuale tra musica, teatro e libri per rendere omaggio a Cesare Pavese, scrittore, poeta e critico letterario italiano. Il Festival parte da un piccolo comune italiano, nonché paese natale dello scrittore, Santo Stefano Belbo, in Piemonte, per poi sbarcare sulle coste calabresi di Brancaleone, paese dove il poeta viene condannato a tre anni di confino nel 1935, poiché accusato di antifascismo, anche se infine rimasto lì poco meno di un anno.

Pavese giunge a Brancaleone il 4 agosto di quell’anno, e qui scrive ad Augusto Monti:

Qui i paesani mi hanno accolto umanamente, spiegandomi che, del resto, si tratta di una loro tradizione e che fanno così con tutti. Il giorno lo passo “dando volta”, leggicchio, ristudio per la terza volta il greco, fumo la pipa, faccio venir notte; ogni volta indignandomi che, con tante invenzioni solenni, il genio italico non abbia ancora escogitato una droga che propini il letargo a volontà, nel mio caso per tre anni. Per tre anni! Studiare è una parola; non si può niente che valga in questa incertezza di vita, se non assaporare in tutte le sue qualità e quantità più luride la noia, il tedio, la seccaggine, la sgonfia, lo spleen e il mal di pancia. Esercito il più squallido dei passatempi. Acchiappo le mosche, traduco dal greco, mi astengo dal guardare il mare, giro i campi, fumo, tengo lo zibaldone, rileggo la corrispondenza dalla patria, serbo un’inutile castità.

Omar Pedrini ospite del Pavese Festival


Un grande artista è stato il co-protagonista della serata: Omar Pedrini, accompagnato sul palco dalla sua band composta da Simone Zoni e Davide Apollo. Una partecipazione speciale, poi, è stata quella di Gipeto, attore professionista in produzioni teatrali che vanno dalla prosa al musical, all’opera lirica.
Lo spettacolo, costruito da loro proprio in occasione del Pavese Festival, si incentra sul mito dell’America, quell’America letteraria che diventa un contenitore di storie.

Locandina Pavese Festival 2022

Pedrini ha ricercato ogni frammento letterario estratto dai capolavori di Cesare Pavese che si potesse sposare per temi, energia e contenuti, a delle canzoni; non basandosi solamente sul proprio repertorio ma navigandone altri.
Ha, inoltre, narrato una parte della biografia di Pavese, facendo luce in particolar modo sul tempo trascorso confinato a Brancaleone: rendendo noto l’imbarazzo iniziale di Pavese appena arrivato in quel luogo. Descrivendo la paura del mare del poeta, uomo abituato ad essere circondato dalle colline, dalle vigne ed dalle langhe. Poi, piano piano, superato l’imbarazzo, inizia a uscire di casa, conoscere la gente e qui inizia a scrivere alla sorella e si complimenta con la popolazione locale definendola gentile e colta.
La stessa gente che lo vede arrivare in manette, ma che poco più tardi lo fa sentire parte del proprio tessuto sociale.

Nell’ottobre di quell’anno, Pavese incomincia a tenere quello che nella lettera al Monti definisce lo “zibaldone”, cioè un diario che diventerà in seguito “Il mestiere di vivere” e che lo accompagnerà fino alla fine della sua vita.

Chiara Zito
Aspetta, aspetta, ma quindi devo davvero parlare di me? Eh va bene dai. Possiamo iniziare dicendo che parlare di me non è nelle lista di cose che so fare, preferisco far parlare i personaggi delle mie storie. Infatti, dietro ogni mio personaggio, solitamente, si nasconde una mia incertezza, incertezza che solo grazie alla scrittura riesco a tirare fuori. Per il momento vi basta sapere che sono Chiara, ho 17 anni e sono un'attivista per i diritti umani.

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