La mattina del 18 febbraio alcuni studenti del liceo Michelangiolo di Firenze sono stati aggrediti da sei membri di Azione Studentesca, i quali, non autorizzati, avevano intenzione di fare volantinaggio nei pressi della scuola. A seguito dell’opposizione dei membri del collettivo studentesco liceale, e di una discussione tra le due parti, i militanti hanno aggredito fisicamente uno degli alunni.

Lo scontro e l’origine

I responsabili, tre adulti e tre giovani, sono vicini a Casaggì, gruppo fiorentino di estrema destra che nasce nel 2005 come centro ricreativo culturale di Azione Giovani. Questo deriva dal movimento giovanile di Alleanza Nazionale (nato dal Movimento Sociale Italiano, poi Popolo della Libertà e Fratelli d’Italia) sdoppiandosi in Azione Studentesca e Azione Universitaria.

Casaggì si serve di Azione Studentesca per costruire una rete di spazi identitari sul territorio a fini elettorali e politici. Il volantinaggio presso le scuole è uno dei mezzi che sfruttano. Siccome Casaggì non nega il suo legame con il fascismo storico – ma si vanta di averne ereditato gli ideali –, è difficile non definire anche Azione Studentesca neofascista.

È per questo che il tentativo di propaganda di AS nelle vicinanze del liceo ha spinto gli alunni – da buoni cittadini –, a opporsi prontamente e a decidere di scendere in piazza «per una scuola, per una città, per un mondo libero dal fascismo». In risposta all’aggressione e contro l’atteggiamento della classe dirigente, su Instagram scrivono: «Lo Stato si dimostra oggi colpevole di non aver mai sradicato l’ideologia del ventennio e addirittura di sostenere e istituzionalizzare, con l’apertura di centri come quello di Casaggì, l’adesione a quegli abominevoli principi».

Perché occorre manifestare ancora?

Ribellarsi a nuove effettive espressioni del fascismo non è una fisima, ma una necessità reale sentita sempre più col passare degli anni. Non è certo normale, ovviamente, che debbano sorgere ancora proteste simili in un Paese regolamentato da una Costituzione. La Carta, infatti, nata proprio dall’antifascismo, dovrebbe essere una garanzia ma è, invece, ignorata. Non è normale che ancora esistano sostenitori del fascismo e ritrovarsi a fronteggiarli, ma è pur sempre una conseguenza del non aver mai demolito un’ideologia antidemocratica.

Bisogna badare bene a non cadere nella convinzione che l’antifascismo abbia un colore politico, perché è la stessa Costituzione a non averlo. Essa non è di sinistra, ma appartiene a tutti gli italiani. Essere antifascisti non significa altro che avere a cuore la propria nazione indipendentemente dal proprio schieramento politico. Infatti, è fondamentale ricordare che il fascismo era un unicum che si impose su tutti gli altri partiti, affossandoli, come il solo legittimo.

L’antifascismo oggi

Nel 2023, diversamente dal passato, non si è convintamente antifascisti e si cede spesso a chi, dall’altro lato, rivendica irragionevolmente la propria libertà di espressione. Eppure, la Costituzione è chiara: l’art. 49 dice sì che «tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale», ma si collega all’art. XII delle Disposizioni transitorie e finali che, appunto, sigillano la Carta affermando che «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».

Non esiste, quindi, la libertà di essere fascisti, ma esistono due tipi di dovere: il dovere di opporsi, che spetta al cittadino, e il dovere di debellare ogni tentativo di riorganizzazione, che spetta ai politici e alle istituzioni. Purtroppo, però, si è già oltre i tentativi. Esistono, appunto, organizzazioni neofasciste che lavorano indisturbate nelle proprie sedi e che da anni nessuno si preoccupa di abbattere.

È inaccettabile che il governo ignori l’esistenza di tale problema e non si esprima a riguardo, dimostrando anzi complicità attraverso la propria reiterata inazione. Suscita profondo rammarico la mancata presa di posizione soprattutto da parte del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Infatti, non ha ancora fatto dichiarazioni sulla vicenda accaduta presso il liceo fiorentino.

L’importanza di far fronte comune

La nostalgia fascista, di tanto in tanto, risorge, ancora più tracotante di prima. Forse perché consapevole di avere ancora una parte di terreno fertile e, soprattutto, di non rischiare alcuna condanna? Noi cittadini, come già affermato in precedenza, abbiamo il dovere di opporre resistenza, ma non possiamo fare tutto da soli. Abbiamo bisogno che lo Stato faccia la sua parte perché un Paese non può funzionare senza sinergia tra popolo e classe dirigente. È fondamentale che ci sia convergenza anche sul piano politico, nonostante le ideologie, e che l’Italia riparta da Firenze per demolire il neofascismo. Un neofascismo che purtroppo esiste, ma da combattere e non alimentare col silenzio.

Antonella Di Palma
Antonella, vent'anni, studio Lettere moderne e abito tra le braccia del Vesuvio. Sono fatta per osservare, cercare verità e capire. Parlo tanto e sono testarda. Nutro un amore viscerale per la letteratura, la tenerezza, il francese, i fiori, le città che non ho mai visitato, il teatro, i capelli ricci, le perle, la musica, i bambini, l'azzurro, l'arte, il mare, le parole dette senza paura, la luna, la filosofia, Napoli, il cielo, l'onestà, i gatti, la pioggia, la poesia, il silenzio, le fotografie, gli abbracci, le passeggiate fianco a fianco.

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