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Leo Ortolani al Salone del libro di Torino 2023

Alla XXXV edizione del Salone del Libro di Torino Leo Ortolani dialoga con Tito Faraci a proposito della sua trilogia sullo spazio.

Tre storie indipendenti, tre graphic novel dedicate al tema dello spazio e della sua esplorazione.

Si parte da “C’è spazio per tutti”, dedicato alla stazione spaziale e iniziato a maggio del 2017.

Si passa, quindi, a “Luna 2069”, opera che si concentra sul tema del viaggio verso il satellite terrestre. Per approdare, infine, su Marte con “Blu tramonto”, il terzo volume della serie.

Tutti e tre Realizzati con la collaborazione dell’ASI e dell’ESA.

La conversazione con Faraci parte dal sentimento di solitudine e malinconia, sensazione che permea e accomuna tutti e tre i volumi.

Bell’argomento per iniziare una conversazione secondo l’autore.

Un sentimento tipico di chi viaggia nello spazio.

L’impressione di ritrovarsi in un luogo lontanissimo da casa e vedere il proprio pianeta così distante e così piccolo. Fragile nel suo essere unico, con caratteristiche che non ha nessun altro pianeta vicino.

Come affermato da Nespoli, con il quale Leo ha collaborato per la stesura del primo volume.
Il personaggio protagonista della trilogia è sempre da solo. L’unico modo che ha di viaggiare con qualcuno è di vendersi, come farà nella seconda storia, portando turisti sulla luna.

Astronauta solitario nell’immensità dello spazio

Il primo libro è stato il più difficile da realizzare secondo Leo. Si iniziava la collaborazione con l’agenzia spaziale ed è stato necessario un grande sforzo a livello di studio scientifico.

Quando ha iniziato a scrivere il primo libro, Leo afferma di aver dovuto mettere da parte la sua passione per la fantascienza ed essersi concentrato solo sulla scienza.

Inoltre, si è reso necessario anche un gran lavoro di disegno. “Ambientare una storia nella stazione spaziale è come ambientarla nella ferramenta di paese, dove c’è un gran caos e non trovi mai quello che cerchi”, afferma Ortolani.

Il più facile da scrivere è stato il terzo volume, perché “bastava disegnare un deserto e la laurea in geologia lo ha aiutato”, commenta con la solita ironia l’autore.

Due importanti temi affrontati nella trilogia

Uno dei temi ricorrenti nella trilogia è quello del complottismo, ottima spalla comica a detta di Ortolani. Il primo documento per scrivere sulla luna è il video di Mazzucco sullo sbarco lunare.

Altro tema affrontato è quello dell’importanza di destinare fondi alla ricerca che si occupa dei viaggi dell’uomo nello spazio.

Attualmente, a livello mondiale, si impiega nella ricerca spaziale un decimo dei fondi dedicati alla guerra: “sarebbe più facile aggiungere un altro cratere sulla sua superficie, se non addirittura distruggere la luna, piuttosto che raggiungerla”.

Eppure, afferma l’autore, sono tante le invenzioni nate per l’esigenza della ricerca spaziale e poi entrate nella vita quotidiana terrestre, come ad esempio il velcro o il trapano a batteria.

Il problema della ricerca scientifica, secondo Leo, è fare sapere agli altri che cosa si sta facendo nel proprio laboratorio.

Si deve saper contagiare con il proprio entusiasmo anche quelli che non sono direttamente coinvolti all’interno del mondo della ricerca. Solo così si possono ottenere i fondi necessari.

L’uomo sulla luna

Questo uno dei motivi che ha spinto Ortolani a scrivere questa serie di graphic novel a tema scientifico. Che lo ha portato a mettersi in gioco e ha confrontarsi con temi non banali.

Ma che gli ha permesso, anche, di incontrare e conoscere da vicino individui del calibro di Nespoli e Parmitato, con il quale ha collaborato per il secondo libro.

Due persone geniali e, allo stesso tempo, umili. Una caratteristica bellissima secondo Leo, al pari del loro entusiasmo che li ha portati a prestarsi alla ricerca scientifica con tutto loro stessi.

Delle vere e proprie “cavie” nel senso letterale del termine, dato che vengono condotti degli studi sugli stessi astronauti, per monitorare le risposte del corpo umano quando si va nello spazio.

Rat Man, la grande creazione di Ortolani

Tra una domanda e l’altra del pubblico, si passa a una riflessione sul personaggio creato dalla matita di Ortolani.

Questa figura con volto scimmiesco, come la definisce lui.
Leo ha creato un protagonista dalle caratteristiche uniche, capace di rimanere se stesso pur cambiando ruolo e nome.

Una qualità che non tutti i personaggi dei fumetti possono vantare.

Quella di Rat-Man è solo una delle tante maschere indossate dal personaggio disegnato da Ortolani. All’inizio non si presentava neppure a volto coperto.

Questa maschera, però, è stata quella che gli è rimasta più addosso. Per cui ha iniziato ad averla anche quando non interpretava Rat-Man. Ed ecco che, in un atmosfera dal sapore pirandelliano, Rat-Man interpreta tanti altri, dal soldato spartano al jedi di una galassia lontana, tutti, però, con indosso la sua maschera. Tutti finiscono a interpretare Rat-Man.

I prossimi lavori

Parlando dei futuri lavori nel cassetto, Ortolani conclude accennando a una storia sul tema dell’importante lavoro svolto dalle ambasciate per mettere in comunicazione scienziati di Paesi diversi.

Anche appartenenti a Stati in guerra fra loro.

Un impegno diplomatico fondamentale, perchè “se gli scienziati smettessero di parlarsi sarebbe un grosso problema”.