Quante volte ci siamo trovati nella situazione di ripensare a momenti della nostra vita e desiderare con tutto noi stessi di poterli vivere, anche solo per una volta, di nuovo, da capo. Bizzarra la mente umana. Nonostante siamo tutti consci del fatto che è impossibile rivivere momenti passati, conserviamo sempre un pensiero da dedicare a quegli istanti dietro i quali si cela la piccola speranza di poterli vivere ancora. La situazione più comune è quella di trascorrere le ore, i giorni che seguono un avvenimento di vita particolarmente bello e significativo a contemplare mentalmente quelle scene, cercando di rivivere sensazioni ed emozioni che ci hanno preso il cuore e lo hanno protetto dalle paure e dalle paranoie che spesso, quotidianamente ci attanagliano.
I momenti in cui si fa viva questa nostalgia felice sono quelli nei quali ci siamo sentiti al posto giusto nel momento giusto: non vorremmo cambiare nulla di quello che è successo e più intense sono state le nostre emozioni, più la voglia di rievocarle sarà presente e pressante, che si tratti di momenti importanti o piccoli dettagli che hanno conquistato un posto nel nostro cuore – il gelato al parco con i nonni, le partite di calcio al campetto del paese, la sigla del nostro cartone preferito. In Giappone, il termine natsukashii permette di avere una chiave di lettura molto più positivista della nostalgia rispetto all’idea che ne abbiamo noi occidentali, che comunemente tendiamo ad associarla alla tristezza o al rimpianto verso qualcosa o qualcuno.
L’esempio lampante ci è dato da un aforisma del filosofo tedesco Martin Heidegger che, nel saggio Chi è lo Zarathustra di Nietzsche sostiene che: «La nostalgia è il dolore per la vicinanza del lontano». Frase emblematica su cui sarebbe il caso di riflettere, quello che suona più strano è sicuramente l’ossimoro composto dalla parola «vicinanza» associata al termine «lontano». Che cosa significa questo? Heidegger vuole farci capire come non sempre le cose passate, e quindi temporalmente lontane da noi, siano effettivamente e completamente distaccate dalla nostra memoria, e come non sempre ciò che è successo tempo fa non susciti in noi più nessuna emozione. Talvolta è difficile lasciarsi alle spalle avvenimenti importanti che hanno segnato il nostro percorso di vita: molto spesso ciò che è lontano da noi nel tempo e nello spazio lo sentiamo ancora vicino, nella mente e nel cuore. Ed è qui che nasce il desiderio, spesso incontrollato o inconscio, di voler rivivere certe esperienze, sensazioni così lontane ma ancora molto vivide. Il desiderio è mancanza; desideriamo qualcosa quando non lo abbiamo con noi, quando ci manca. Il paradosso della mancanza, però, consiste nel mostrarci quante cose diamo per scontate, poiché molto spesso sentiamo la mancanza di qualcosa subito dopo averla persa e mentre la perdevamo nemmeno ce ne rendevamo conto.
Alla base di tutto ciò, ritroviamo il desiderio di voler rivivere tutto da capo: ma ne vale davvero la pena? O rischiamo soltanto di rovinare un bel ricordo impresso nella nostra mente? Talvolta dobbiamo renderci conto che le scene che rimangono impresse nella nostra memoria, per quanto belle siano, non si ripeteranno mai identiche in futuro. Dobbiamo apprezzare ciò che è stato e accogliere ciò che verrà. Una splendida frase dello scrittore inglese Leslie P. Hartley riassume questo pensiero in modo limpido: «Il passato è una terra straniera. Lì le cose le fanno in un altro modo».
L’unica cura alla nostalgia sarebbe quella di rivivere il momento passato. La verità è che ciò che salva la bellezza di quel momento è proprio la sua unicità. Il ricordo rimane perfetto nella sua imperfezione, la speranza di poterlo rivivere ci conduce solamente a una sofferenza che prova a raccontarci quello che potevamo essere e non saremo, quello che eravamo e non siamo più. Il tempo ritrovato, se mai lo ritroveremo, sarà un tempo nuovo, diverso, non somiglierà mai al tempo che è stato.
Ed è qui che ci si presenta prepotentemente la verità, che forse, dopotutto, tornare indietro non vorremmo, perché vivere significa cambiare, evolversi di continuo: è questo il nostro destino.
Illustrazione di Lara Milani