Skip to main content

Sono ormai sei anni che frequento il salotto televisivo allestito in quel di Dogliani, e devo dire che poche volte ho visto la piazza centrale così gremita. Non c’è da stupirsi, basta fare caso alle signore sedute vicino a me, impazienti e in trepidante attesa di gustarsi finalmente dal vivo (intervistata dal vicedirettore de La Stampa Andrea Malaguti) la donna che per anni è stata capace di intrattenerle, divertirle e fomentarle attraverso uno schermo. Inutile presentarla, scontato conoscerla, soggettivo apprezzarla.

Guardate, e godetene tutti, questa è Carmelita, offerta sul palco per voi.


Barbara, credo tu sia l’unica degli ospiti di oggi ad essere voluta uscire dal tendone per salutare tutti.

Beh, io sono qui per loro, mi sembra naturale, altrimenti stavo a casa a farmi la televisione da sola.

In ogni caso, oggi vorrei partire dalla parola “appesità”, neologismo di tua invenzione. Di cosa si tratta esattamente?

Significa rimanere appesi a una situazione. Si aspetta, non sapendo se alla fine arriverà una gioia o un dolore, e dunque si vive nella più totale incertezza, a differenza dell’attesa per qualcosa di prestabilito.

Quando eri bambina, hai vissuto per così dire una situazione di appesità per quattro anni.

Sì, all’epoca scoprii che mia madre, all’età di 37 anni, iniziò a stare male, e dal momento che non si riusciva a capire cosa avesse di preciso, io e la mia famiglia siamo rimasti appesi a lungo a questa brutta situazione. Un giorno all’improvviso mi mandarono in campagna insieme ai miei fratelli, dicendomi che nostra madre stava meglio. Era una bugia ovviamente, una volta tornati a casa, mamma non c’era più.

Quando me l’hai raccontato, hai cambiato un po’ la maniera che avevo di vederti. Una prospettiva diversa da quella che si può avere guardandoti in TV.

Sì, dopo questa esperienza mi creai una corazza, e a 18 anni presi la mia vita in mano.

Andasti a Milano perché volevi fare la modella, in realtà approdasti a TeleMilano 58.

C’erano tutti, Claudio Lippi, Teo Teocoli, Massimo Boldi… Vivevo chiusa lì dentro tutti i giorni, lavoravo tantissimo. Essendo la sua televisione, c’era Berlusconi con noi durante le riunioni, era nata da poco e voleva sapere tutto quello che accadeva all’interno dell’organico.

Fra le altre cose, è vero che Berlusconi ti ha corteggiato?

Lo raccontò lui quando venne in diretta da me davanti a 5 milioni di telespettatori! Disse in maniera divertente che io fui l’unica donna ad avergli detto di no.

Il motivo?

Lui aveva 40 anni all’epoca, ed era il proprietario della televisione per cui lavoravo. Essendo molto rigorosa, non avrei mai intrapreso una relazione con il mio datore di lavoro, e sfido chiunque mi conosca a dire il contrario.

Tu sei arrivata a Milano volendo fare la modella, ma che rapporto hai con il tuo corpo?

Ho un rapporto bellissimo, il mio corpo mi parla, mi dice quando non sto bene e quando non devo esagerare. Vado sempre a mille, ed è importante riuscire a prendersi delle pause.

A proposito di questo, tu hai sempre fatto tante cose. Cosa farai quest’anno oltre a Pomeriggio 5?

Non l’ho ancora detto a nessuno, ma ho ricevuto dall’università LUISS un incarico di docenza nell’ambito del modulo Social e TV, per quanto riguarda il linguaggio con il pubblico e con i media. Sarò anche alla IULM insieme al professor Sorrentino per tenere altre lezioni.

Un lato di te che nessuno potrebbe immaginare…

Esattamente, parlo del percorso e dell’evoluzione della televisione, ma anche dell’informazione in generale.

E rispetto ai tuoi esordi, com’è cambiata la televisione?

La televisione è cambiata in tutto, oggi bisogna adattarsi anche ai social, e quindi occorre adeguare il proprio linguaggio in favore delle nuove generazioni.

Ieri Bendetta Parodi ha detto a La Stampa che non le piace la TV cattiva. Secondo te cos’è la cattiva televisione?

Credo che quando si fa la televisione, la bontà o la cattiveria siano negli occhi di chi guarda.

Non saprei definirti esattamente cos’è la TV cattiva in quanto non guardo nulla, facendolo di mestiere, la sera preferisco uscire.

Chi sono i colleghi di cui hai più stima?

Direi Gerry Scotti, Carlo Conti, Paolo Bonolis… Potrei dirtene altri, ma rischierei di dimenticarne qualcuno! Per quanto riguarda le donne, direi Maria de Filippi, Milly Carlucci e Silvia Toffanin.

Devi anche raccontarmi un’altra cosa che farai.

Io ho fatto veramente di tutto nella vita, programmi TV, musica, film, teatro, podcast. Ora sto pensando di portare tutti quelli che mi seguono con me nel metaverso. Nel mondo ne stanno parlando tutti e ci stanno investendo parecchio a livello economico, c’è persino chi si è sposato nel metaverso! Sto lavorando da mesi a questo progetto, e credo di essere la prima nel mio ambito lavorativo che intraprenderà un percorso di questo genere.

Puoi definirlo meglio?

Ho pensato di portare la community che mi segue da anni all’interno di questo spazio virtuale per fare conoscere un’altra versione di me, vale a dire il mio avatar. Al momento non posso raccontarti di più.

Non credi che il metaverso possa sottrarci qualcosa dal punto di vista dell’umanità?

In realtà è solo un altro modo di interagire, è un mondo che mi incuriosisce molto e penso che mi piacerà condividerlo con le persone che mi seguono da anni e non solo.

Ma quando pensi a te stessa, con un milione di follower sui social, quante sono davvero le persone di cui ti fidi ciecamente?

Innanzitutto ho avuto dei rapporti di fiducia incondizionata con persone che poi purtroppo mi hanno fatto del male. Nonostante questo io sono una persona molto empatica e cerco sempre di dare gioia agli altri. Certamente ho una cerchia di amiche e amici di cui mi fido molto.

Io ho fatto veramente di tutto nella vita, programmi TV, musica, film, teatro, podcast. Ora sto pensando di portare tutti quelli che mi seguono con me nel metaverso.

Invece con l’età che rapporto hai?

Non so se sia un bene o un male, ma per me l’età non esiste. Conosco tante persone che una volta superata una certa età non vogliono più festeggiare i compleanni, io invece festeggio tutti gli anni con lo stesso entusiasmo di quand’ero bambina, ancora oggi che ne ho 65.

Tu hai anche posato per la copertina di Playboy, come mai questa scelta?

Avevo vent’anni, all’epoca lavoravo con Pippo Baudo ed ero già molto famosa. Così mi fecero questa proposta e accettai con piacere. Nel corpo femminile ci sono due tette, e un’altra cosa: all’interno della rivista si vedevano solo le due tette, diciamo così! Ne vado molto orgogliosa e non rinnego nulla di quello che ho fatto.

Senti, tu hai due figli, quanti anni hanno?

Non me lo ricordo, posso dirti che sono molto grandi e che li amo molto!

Ok, abbiamo capito che sei molto riservata…

Lo sono da sempre, ci sono aspetti della mia vita privata di cui non amo parlare, e ho educato due figli che sono cresciuti ancora più riservati della sottoscritta.

Che cosa pensi del MeToo?

Io porto avanti la mia battaglia contro la violenza sulle donne in trasmissione, tutti i giorni da 15 anni.

Recentemente è diventato oggetto di polemica e critiche violente un filmato della premier finlandese Sanna Marin intenta a ballare scatenata a casa sua in compagnia di altre persone, tu che cosa ne pensi?

Ovviamente se si ha un ruolo di potere occorre sottostare a determinate regole, ma nel momento in cui ci si trova in casa propria e si ha voglia di ballare divertendosi, magari bevendo anche due spritz, non ci trovo nulla di scandaloso, sarebbe anche ora di finirla.

Tornando alle mille cose che fai, sei pronta a riabbracciare finalmente il teatro?

Sì, dopo 15 anni. Debutto il 14 febbraio al Teatro Nazionale di Milano, e la cosa divertente è che subito si è pensato che Mediaset mi avesse cacciato, ma ovviamente è tutto falso. Ogni volta potrei smentire tutto con un semplice tweet, invece leggo queste notizie e mi metto a ridere di gusto.

Sono 23 anni che sei a Mediaset, la Rai non ti manca?

Non escludo niente, potrei anche tornarci.

A fare cosa?

Diciamo che nel mio piccolo so fare un po’ di tutto, anche le pulizie nei bagni.

Ma torniamo al teatro…

C’è un testo stupendo di Ray Cooney che si chiama Taxi a Due Piazze, negli anni ha avuto molto successo. Sono orgogliosa di poter dire che Cooney ha scritto per me la versione femminile dello spettacolo per la prima volta nel mondo, così anziché un uomo con due mogli, ci sarà una donna con due mariti.

Hai paura del palcoscenico?

Non particolarmente, la mia paura più grande è di non riuscire a riempire i teatri!

Siamo in chiusura, provo a chiedertelo nella maniera più vaga possibile: secondo te che Paese saremo il 26 settembre?

Spero che chiunque venga eletto o eletta Presidente del Consiglio, scelga una squadra di tecnici molto preparati che ci possano aiutare a risolvere la situazione in cui siamo attualmente.

Ti piace Giorgia Meloni?

Io mi batto da anni per i diritti civili e contro l’omofobia. Sicuramente ci sono alcuni temi su cui non concordiamo molto, anche se sinceramente non credo che lei sia omofoba, ma questi sono affari suoi, io mi occupo dei miei. Oltre a questo, credo che lei sia una fuoriclasse nel suo lavoro, a prescindere da cosa si possa pensare. Mi limito a dire che mi piacerebbe molto avere per la prima volta una donna a capo del governo.

Ci vediamo nel metaverso.