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Poche settimane fa è terminata Obi-Wan Kenobi (a voi il trailer) la miniserie su uno dei personaggi più amati dell’universo di Star Wars e per quanto non si possa definire una brutta serie (che speriamo si limiti a questa sola stagione), il risultato non è dei più brillanti e la causa è da imputarsi semplicemente a regia, sceneggiatura, CGI e alla scrittura di un personaggio in particolare. Andiamo un po’ nel dettaglio ma senza fare spoiler pericolosi

Obi-Wan Kenobi. Una buona idea non espressa al meglio

Obi-Wan Kenobi. Fotogramma di Obi-Wan Kenobi
Obi-Wan Kenobi. Fotogramma di Obi-Wan Kenobi

La serie Obi-Wan Kenobi ci riporta nella galassia lontana, lontana dieci anni dopo la presa di potere di Palpatine/Darth Sidious come Imperatore; l’ordine dei jedi è distrutto e l’Impero da loro la caccia grazie agli Inquisitori (persone sensibili alla forza e addestrate nel Lato Oscuro). Obi-Wan Kenobi, che ora si fa chiamare Ben, come sappiamo si trova su Tatooine a vegliare su Luke facendo vita da eremita; chiuso alla Forza, disilluso e lavorando umilmente. Non riesce più a parlare con il suo vecchio maestro Qui-Gon Jinn e non è visto di buon occhio da Owen Lars, lo zio di Luke. Obi-Wan è solo, solo e sconfitto ad affrontare un passato fatto di demoni interiori. A smuoverlo da Tatooine è la richiesta di aiuto del senatore Bail Organa e di sua moglie Breha; la figlia Leia è stata rapita e Obi-Wan, non senza iniziali reticenze parte al salvataggio.
In soldoni la trama della serie è questa e parallelamente abbiamo la progressiva rinascita del nostro amato Obi-Wan.

Il passaggio dalla scrittura alla resa in video non è però stato veramente all’altezza delle aspettative, mai totalmente convincente; per quanto il risultato finale sia sicuramente migliore della serie su Boba Fett, anche Obi-Wan Kenobi non brilla come avrebbe potuto. La serie diretta da Deborah Chow riesce sì a spiegare efficacemente alcuni eventi e battute cruciali della trilogia originale (ci si riferisce a Star Wars Episodio IV – Una nuova speranza) ma questo non aiuta minimamente il tutto, soprattutto perché ad affossare quanto di buono viene mostrato in questa serie, ci pensano la regia della Chow, alcune scelte di sceneggiatura e degli effetti visivi a dir poco imbarazzanti.

Come remare contro…

Terza Sorella/Reva Sevander (Moses Ingram)) Fotogramma di Obi-Wan Kenobi
Terza Sorella/Reva Sevander (Moses Ingram) Fotogramma di Obi-Wan Kenobi

Il vero problema di questa serie è che alcuni “comparti” si sono impegnati per sabotare il tutto. Se si esclude l’ottimo lavoro degli attori – la serie è su Obi-Wan ma grazie alla piccola Vivien Lyra Blair, a spiccare è particolarmente la Principessa Leia – il resto è una congerie di svarioni registici e di sceneggiatura abbastanza imbarazzanti.
La regia di Deborah Chow non convince mai del tutto, con scelte piuttosto discutibili lungo tutto il corso della breve e (si spera) unica stagione: modalità di ripresa inspiegabili che cancellano qualsiasi emozione (emblematico un particolare momento nell’ultimo episodio con la camera che si muove senza alcun senso in un momento cruciale), un globale sentore di schema che si ripete, episodio dopo episodio, senza che però cambi il motivo di origine SPOILER SPOILER SPOILER Obi-Wan e Leia vengono braccati o catturati dall’Impero, praticamente in ogni episodio e al termine di ognuno la situazione si risolve positivamente FINE SPOILER FINE SPOILER. FINE SPOILER dopo un po’ si è come anestetizzati, quasi se si sapesse già cosa accadrà alla fine della puntata anche facendo finta di dimenticarsi che entrambi i nostri due protagonisti non possono morire.

Altri due problemi ce li regalano la sceneggiatura e certi effetti visivi. Mettiamo in coppia questi due aspetti, perché una delle ultime sequenze del IV episodio è emblematica di quanta acqua abbiano fatto entrambi. Si rischia di ridere per alcune assurdità che sono state messe in scena; non c’è sospensione dell’incredulità che tenga. La fuga (un’altra) di Obi-Wan con Leia che cammina sotto il pastrano imperiale di lui è imbarazzante, poco dopo la sproporzione fra Reva e l’astronave con cui ingaggia uno scontro è terribile e fa dimenticare il reale pericolo che i nostri stanno correndo.

… e come salvare il salvabile.

Una convincente Vivien Lyra Blair nei panni della principessa Leia. Fotogramma di Obi-Wan Kenobi
Una convincente Vivien Lyra Blair nei panni della principessa Leia. Fotogramma di Obi-Wan Kenobi

Come già accennato, a salvare il salvabile ci pensano gli attori: Ewan McGregor ci dona un Obi-Wan Kenobi convincente che parte tormentato e riesce sul finire di stagione, a trovare quella pace che aveva perso sconfiggendo i suoi demoni interiori. Si nota nuovamente e maggiormente lo studio sul personaggio che Alec Guinness portò in scena ormai quasi cinquanta anni fa, solo fragorosi applausi per Vivien Lyra Blair che porta in scena una convincente principessina Leia (personalmente il secondo miglior personaggio di questa serie) con tutte le sfaccettature di una bambina indipendente, forte ma sempre con tutte quelle piccole, grandi paure che si hanno a quell’età. È bello rivedere Hayden Christensen nei panni di Anakin Skywalker/Darth Vader in un momento intermedio, quando ancora è ossessionato dalla caccia ad Obi-Wan, meno bello il fatto che la produzione non abbia pensato di togliere le rughe del quarantunenne Christensen, ad uno Skywalker che nei flashback avrà avuto a malapena una ventina d’anni. Chiudiamo con la buona performance di Moses Ingram nei panni di Reva Sevander (soprassediamo sul razzismo becero di certa fanbase) che per salvare un personaggio scritto malissimo, ha fatto l’impossibile per rendere credibili emozioni, forza e motivazioni ma ciò non è comunque bastato; conferma del “meraviglioso” lavoro di scrittura sul personaggio.

Opinioni da bar

Darth Vader e Reva Fotogramma di Obi-Wan Kenobi
Reva (di spalle) a colloquio con Darth Vader. Fotogamma di Obi-Wan Kenobi

Tirando rapidamente le fila del lungo discorso, Obi-Wan Kenobi è una serie che, per quanto non avesse granché da dire in partenza, non mancava di spunti interessanti riconducibili al rapporto fra Vader e Kenobi, al rapporto fra Obi-Wan e Leia e al percorso di “guarigione” del maestro Jedi. Queste, inutile negarlo, sono le uniche cose su cui la serie ha realmente fatto centro, purtroppo è presente un corollario di sbavature e gravi errori apparentemente impensabili (come si è già detto) che fanno quasi dimenticare il buono che è presente
Spiace vedere però che dopo The Mandalorian, le storie di Star Wars non riescano ad essere minimamente incisive; colpa sicuramente di ciò che si sceglie di portare sullo schermo ma soprattutto del modo in cui vengono raccontate. The Book of Boba Fett, The Bad Batch , sono serie quasi anonime che vanno a sprecare – particolarmente in The Book of Boba Fett – un potenziale di successo se non alto, quanto meno significativo.