Avventurarsi all’interno di un mondo culturale è sempre complesso. Più titoli e opere ci sono, più diventa facile perdersi all’interno di un immenso mare senza trovare una vera direzione. Se il mondo di cui parliamo è quello dei videogiochi, la mole di contenuti è tale da rendere davvero impossibile sapere dove iniziare. Diventa un impresa comprendere l’inizio, superare il tutorial.

Non ho certo la pretesa di poter tracciare delle linee guida dalle quali cominciare, ma cercherò di dare qualche consiglio su quali siano alcuni passi essenziali per crearsi una buona base culturale. Di guide sui giochi storici è pieno il mondo, ma se non volessimo rispolverare titoli appartenenti alla golden age? Se volessimo iniziare a giocare ora, quali giochi potrebbero contribuire a formare il nostro spirito critico in termini video ludici?

Salta, spara, schiva

Se dovessi stilare una classifica comune probabilmente inserirei una qualsiasi iterazione di Super Mario Bros, ma come ho detto vorrei cercare di dare direzioni meno scontate. Il primo titolo che mi sento di consigliare è It Takes Two sviluppato da Hazelight Studios. Vincitore del GOTY 2021, rappresenta un picco creativo davvero importante per il medium: giocabile solo in modalità cooperativa, propone una trama semplice e ogni livello presenta un gameplay differente, tipico di un genere video ludico specifico.

Se la varietà può richiedere un bagaglio conoscitivo importante, un’ottima verticalità è invece rappresentata da Hollow Knight, il metroidvania capolavoro del Team Cherry. La curva di difficoltà è pressoché perfetta: la memoria muscolare e i riflessi dei giocatori vengono stimolati in maniera crescente e coerente, fino ad importanti muri di difficoltà. Il tutto accompagnato da un’atmosfera che strizza l’occhio ai migliori lavori From Software e un comparto tecnico artistico ispiratissimo.

Rimanendo in tema e volendo iniziare ad affrontare un soulslike, Elden Ring o Dark Souls sono consigli validi, ma la vera punta di diamante di casa From rimane Bloodborne. Forse l’unica trasposizione dell’orrore cosmico Lovecraftiano degna dei suoi scritti, Bloodborne è un capolavoro inarrivabile per diegetica, gameplay e direzione artistica. Ogni componente del gioco, dalle meccaniche di gioco ai personaggi, è perfettamente incastonata all’interno di un vortice narrativo che trascina il giocatore nei segreti più reconditi della follia umana e non.

Un gioco che spinge il giocatore all’immersione totale. Eppure se si tratta di immersività, non c’è nessun titolo che possa rivaleggiare con Red Dead Redemption 2 di Rockstar Games. Vestire i panni di Arthur Morgan in un’epopea western è qualcosa di sconvolgente per tutti quei giocatori che amano le grandi storie. Se ci si abitua al ritmo di gioco compassato e volutamente non frenetico, si potrà scoprire un mondo aperto e realistico, qualcosa di davvero raro su schermo.

Uno shot tratto da Life Is Strange, gioco narrativo sviluppato da Don’t Nod.

Aspetta, esplora, studia

Forse sono nostalgico, ma i combattimenti a turni credo rimangano una delle migliori trovate di sempre. Se siete poco avvezzi, ma volete dare una chance a una delle meccaniche principe di tutto il medium, siete nel posto giusto. Se cercate un’esperienza classica Dragon Quest XI: Echi di un’era perduta e Octopath Traveler, entrambi titoli di casa Square Enix, possono fare al caso vostro. Pur poggiandosi su meccaniche classiche, sono titoli moderni che hanno saputo mantenere un ottimo equilibrio tra tradizione e innovazione. Cercando un’esperienza più moderna, Persona 5 Royal (Atlus) è il titolo perfetto. Probabilmente il miglior JRPG degli ultimi 10 anni, Persona 5 riesce in tutto: dallo storytelling al combat system, dalle meccaniche da social simulator alla costruzione strategica del proprio party. Se si preferisce una soluzione ibrida invece Final Fantasy VII Remake è la perfetta sintesi tra strategia e azione, oltre a poggiare sulla trama di uno dei giochi più iconici dell’intera storia video ludica.

Altri titoli con scheletro JRPG, ma di stampo decisamente action, sono sicuramente gli intriganti NieR:Automata (Platinum Games) e NieR:Replicant (Toylogic). Scritti e diretti da una delle menti più interessanti dell’industria, Yoko Taro, rappresentano un ramo culturale importante del medium e pertanto degno di essere esplorato. Per quanto riguarda l’esplorazione e i puzzle, quasi tutti i titoli di Fumito Ueda sono perle di rara bellezza. Seguendo la filosofia del design sottrattivo, il Team Ico è riuscito a creare un modo rivoluzionario di giocare proponendo Ico, Shadow of the Colossus e The Last Guardian.

Percorrendo la via dei grandi designer, come non citare Death Stranding della Kojima Productions. A metà tra un gestionale dalle meccaniche arcade e un action cinematografico, Death Stranding è uno splendido esperimento di game design che strizza l’occhio ai giocatori più curiosi.

Guarda, pensa, gioca

Ma se cercassimo qualcosa di davvero differente? Qualcosa che rompe i consueti schemi di gioco? Probabilmente Undertale del leggendario Toby Fox è un passaggio obbligato. Giocabile con tre approcci differenti (pacifist, neutral e genocide), Undertale rende davvero il giocatore parte del gioco, sfondando più e più volte la quarta parete. Seguendo la strada tracciata da Fox, sono poi usciti Lisa: The Painful (Dingaling Games) e Omorì (OMOCAT): crudi e psichedelici, sono titoli di estrema importanza culturale per il giocatore medio.

Ma se questi non bastassero, vi sono giochi che cercano di attivare principalmente la sfera spirituale, piuttosto che quella muscolare. Gris (Nomada Studios), Journey (Thatgamecompany), Abzù (Giant Squid), Life is Strange (Don’t Nod) e Inside (Playdead) sono alcuni dei massimi esponenti del gioco riflessivo e rilassato, ma di forte impatto emotivo. Grazie ad una direzione artistica eccelsa, questi titoli entrano sotto la pelle con messaggi potenti e sfaccettati, diversi per ogni giocatore.

Vi sono molti altri titoli che possono essere citati per creare una prima base culturale per un neofita, ma non basterebbero i caratteri di questo articolo. E forse per iniziare, basta così. Il mondo dei videogiochi garantisce una meta-libertà anche in questo: poche direzioni, qualche indizio e il resto spetta al giocatore. E quindi…

Salta, spara, schiva. Aspetta, esplora, studia. Guarda, pensa, gioca. ♦︎

Giovanni Zabardi
Nato controvoglia nel '94, ingegnere per scherzo e gamer incallito. Nonostante il cuore nerd, sono un organizzatore patologico dei migliori falò di ferragosto low budget della Costa Est. Laurea e lavoro nel gaming mi hanno imborghesito, ma una volta suonavo in una surf-rock band.

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