Sono le 7,30 del mattino in una fredda Kiev quando Natalye inizia il suo lavoro: accoglie i bambini, li cura e li educa, gioca con loro e li consola quando piangono. Il suo sogno era quella di diventare una maestra d’asilo nella sua Ucraina, ed è quello che sta facendo, ma solo dal lunedì al venerdì.
Il sabato e la domenica Natalye, 36 anni portati benissimo, un marito ed una figlia di quattordici anni, non li dedica più alle amiche e alla famiglia. Il sabato e la domenica si addestra per la guerra che attende al confine. Natalye non è nuova al clima bellico: nel 2013, con l’inizio della manifestazioni contro il presidente filo-russo dell’Ucraina Petro Oleksijovyč Porošenko, inizia il suo sostegno politico ai “patrioti”, così si chiamano tra loro i nazionalisti ucraini, non con l’occupazione delle piazze (ci sono i suoi bambini ad attenderla all’asilo) ma portando cibo e sacchi a pelo ai manifestanti nelle piazze.
Quando nel 2014 la guerra esplode nell’area orientale dell’Ucraina è di nuovo Natalye a recarsi dai militari portando con sè cibo, coperte, biancheria, scarponi e questa volta i disegni dei suoi bambini. L’azzurro e il giallo dei pastelli dei bambini hanno iniziato così a riempire le trincee dei militari al fronte e a rigare di lacrime i volti scavati dei papà e delle mamme abbracciati ai fucili.
Oggi Natalye sente il pericolo più vicino, e i bambini del suo asilo sempre meno al sicuro. Ha imparato a sparare, a sopravvivere in tunnel strettissimi quando i gas lacrimogeni tentano di stanarti, a far provviste in caso di bombardamento, e il suo quartiere si è riempito di segnali che indicano la presenza di bunker anti-atomica. Natalye è solo una delle innumerevoli storie di passione dolorosa del popolo Ucraino.
I bambini Ucraini come quelli Italiani nel 1942
Alcuni percepiscono i problemi del popolo ucraino come un problema lontano, e i disegni di quei bambini come una bella storia strappa lacrime da prima serata il sabato sera, ma se le voci di quei bambini parlassero italiano? Se tornassero a parlare come nel 1942 e avessero questo suono:
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Le voci dei bambini italiani via radio ai militari durante la campagna di Russia
Non solo Natalye
Di milizie come quelle i Natalye ve ne sono molte in Ucraina, lo schierare dei carri armati da parte della Russia ha acceso un forte nazionalismo a Kiev e in tutto il paese.
Le persone che si trovano al poligono di tiro in cui si allena la maestra-soldato sono le più disparate: una pensionata che prima faceva l’infermiera e che oggi ha sessantanove anni, un distinto avvocato di circa quarant’anni e Nikita, che di anni ne ha solo 19, ma che afferma come da quando ha imparato a sparare riesce finalmente a dormire sereno la notte, c’è un editore, addirittura un popo (prete ortodosso).
Tutti loro, dal primo all’ultimo, scandiscono così la loro settimana: cinque giorni di lavoro “normale”, un week-end in cui si impara a fare la guerra. E quando la guerra inizia a toccarti la vita, non la scordi più.