Negli ultimi giorni non si fa che parlare del conflitto in Ucraina. Quasi tutto il mondo si è dichiarato unilateralmente a favore del Paese invaso, sanzionando la Russia. Non siamo qui per discutere chi abbia ragione, poiché è chiaro che niente può giustificare un attacco. Riguardo invece le richieste territoriali come quelle avanzate dal Cremlino, non credo di avere la conoscenza giuridica internazionale per avanzare un parere. Tuttavia non dobbiamo nemmeno vedere in bianco e nero, ma cercare invece il grigio in questa storia, perciò è doveroso ripercorrere a ritroso gli eventi che hanno portato a tutto ciò. Ufficialmente la motivazione principale è il timore russo di un allargamento a est della NATO, minimizzato o addirittura giustificato come garanzia da un’aggressione. Tuttavia la convivenza tra Stati deve basarsi su una politica estera che non costituisca una minaccia per la loro sicurezza.
La Storia non è estranea a questi eventi. Basti pensare al timore dell’URSS dei missili NATO in Turchia nel 1957 o alla crisi dei missili di Cuba del 1962. La situazione Ucraina ricalca quindi il vecchio modello della Guerra Fredda per via della minaccia nucleare, ma non è la sola similitudine. Infatti l’escalation militare che c’è stata dal 2014 fino ad oggi è simile a quella di guerre passate. Basti pensare all’escalation nella guerra del Vietnam, dove gli USA temevano una diffusione del comunismo in Asia. Allo stesso modo si potrebbe pensare che Putin voglia una dottrina di contenimento dell’influenza occidentale.
Con questo non sto giustificando l’azione russa. Infatti credo che ci siano altri motivi che hanno portato a tutto questo, che i politici non ci dicono ma che possiamo solo ipotizzare. Quello che spero è che, anche quando la guerra finirà, la gente possa rimanere con una mentalità aperta. In più spero che in fondo nessuna delle nazioni coinvolte in questo disastro era totalmente innocente.