A distanza di quasi 90 anni dalla morte di Luigi Pirandello, La Stranezza (ora disponibile su Prime Video) di Roberto Andò celebra il talento di uno dei più grandi autori italiani del ‘900. Il film ha riscosso molto successo ai recenti David di Donatello, vincendo premi per la miglior sceneggiatura originale, miglior produzione, miglior scenografia e migliori costumi. Con l’ineccepibile Toni Servillo nei panni di Pirandello e dei sorprendenti Ficarra e Picone (rispettivamente Sebastiano Vella e Onofrio Principato), l’opera ha conquistato anche il pubblico ottenendo il miglior incasso della stagione.
La trama
La vicenda racconta le tappe che portano Pirandello a scrivere una delle sue commedie più famose: Sei personaggi in cerca d’autore. Egli torna in Sicilia in occasione del compleanno del caro amico Giovanni Verga e proprio il loro incontro è uno dei momenti più preziosi del film. Il collega infatti riprende e riformula una frase che in realtà fu Gramsci all’epoca a scrivere sull’Avanti: «Tu hai messo una bomba sotto le fondamenta dell’edificio che noi con fatica abbiamo costruito: la realtà.» Durante questo soggiorno Pirandello scopre anche della morte della sua vecchia balia, ed è così che incontra Sebastiano e Onofrio, due necrofori e aspiranti attori.
Le interpretazioni
Chi sono Sebastiano e Onofrio? Persone o personaggi? Persone che diventano personaggi? Personaggi che vengono alla vita? Qualunque sia stata la vostra interpretazione, tutto rimane circoscritto al confine tra realtà e finzione; un confine che viene scavalcato, raggirato, nascosto e rivelato continuamente nel corso del film. Se Sebastiano e Onofrio sono stati per voi persone concrete allora avrebbero ispirato Pirandello, se invece li avete considerati personaggi allora hanno “avuto udienza” dall’autore e si sono addormentati quando «quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto». Questa seconda ipotesi, la più papabile, dimostrerebbe la volontà, e la conseguente genialità degli ideatori, di voler raccontare la storia e l’arte di Pirandello attraverso il suo proprio modo di creare, vedere, sentire. Questo film è uno sguardo su un artista intramontabile attraverso i suoi stessi occhi.
I dettagli drammatici
Sei personaggi in cerca d’autore venne messa in scena per la prima volta il 10 maggio 1921 al Teatro Valle di Roma non riscuotendo il successo sperato, ma fischi e proteste. Il regista ha deciso di mostrare anche questo drammatico frangente, ispirandosi alla testimonianza di Orio Vergani riportata nel libro scritto da Leonardo Sciascia, autore a cui è dedicato il film. Degne di nota sono le scene in cui Pirandello, mentre la commedia viene rappresentata, recita le battute in contemporanea con gli attori. Sono attimi di tenerezza, che strappano un sorriso allo spettatore il quale si rende conto di quanto Pirandello, prima di diventare tale, fosse solo Luigi: un uomo dalla tormentata creatività che provava a «rendere plausibile ciò che non lo è» per ritrarre la vita umana nel modo più veritiero possibile.
Se giace in voi l’intimo desiderio di approfondire la conoscenza di questo creatore di maschere, narratore di inganni e liberazioni, sovvertitore di convenzioni e luoghi comuni allora leggetelo e guardate questo omaggio realizzato dai suoi estimatori. Pirandello disprezzava il cinema, eppure ho il sospetto che questo film non gli sarebbe dispiaciuto.