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Ormai i media sono diventati oggetto di studio, non solo da parte degli analisti, ma anche da parte della politica italiana. Prima si è approdati su Facebook, poi è stata la volta di Twitter, sino ad Instagram e ora come ora anche su TikTok, in questo panel del Festival della Tv di Dogliani si è cercato di fare chiarezza!

Lorenzo Pregliasco

C’è chi dice che i media influenzino poco durante questa campagna elettorale, ma che comunque è parte della fisionomia in evoluzione di un paese che è in evoluzione (sostanzialmente non c’è una risposta valida a questo quesito). 

Stefano Tallia

Lorenzo Pregliasco (Direttore di YouTrend e giornalista) vuole mettere le cose in chiaro: “I social media hanno dei picchi di attenzione dovuti agli influencer che fanno emergere dei temi e che quindi li portano all’attenzione della opinione pubblica”. 

A questa affermazione Stefano Tallia (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte) pone un quesito: Come si possono usare i social durante le elezioni? 

Stefano Feltri

Stefano Feltri (Direttore di Domani) risponde così: si possono usare come ha fatto Trump che durante la sua campagna elettorale (2020) ha affinato i messaggi che venivano profilati ai cittadini, o come ha fatto la lega quando comprò una pagina di pastori sardi, creando un circolo che riportava sulle loro pagine. Ma questo è un caso, ora i politici sono passati da essere coloro che controllano la comunicazione che si fa su di loro, a essere oggetto del chiacchiericcio stesso, perdendo autorevolezza e una posizione di rilievo. 

Un esempio è Letta che ripubblica un meme, ponendo ironicamente un contenuto che andava a minare la sua credibilità, ma così facendo ribalta le carte in tavola e quella che agli occhi di tutti potrebbe sembrare una mossa suicida non è altro che un contenuto ilare.
I Social certificano il degrado della politica. I politici dimostrano di non capire l’effetto che hanno e fanno soltanto i loro comizi, sperando di prendere voti. Sono il termometro di una classe politica che non ha capito come usarli e non è interessata a farlo.

Stefano Tallia riprende la parola e chiede a Pregliasco: E con questa campagna elettorale inattesa? Alcuni si aspettavano una fine naturale, però questo ha finito anche con influenzare.

Pregliasco risponde: é stata una campagna flash, ma non sono sicuro che se ci fosse stato tempo i risultati sarebbero stati diversi. In tante elezioni passate alla fine ci si è sempre ridotti all’ultimo anche se erano ben previste, ma ha ridotto indubbiamente la possibilità di programmare. I social contrariamente alla percezione di cui si ha, sono il luogo in cui devi coltivare con molta calma e molta sostanza il pubblico e i contenuti. Il social dove esplodi a caso è molto fuorviante. 

Però ora i politici non stanno usando tutti allo stesso modo i canali social, per esempio c’è molta differenza tra i contenuti di Conte e Salvini e quelli di Berlusconi e Calenda. Conte e Salvini però usano la piattaforma più o meno come è stata pensata. Ma sbalorditivo è stato l’arrivo di Berlusconi su TikTok che è stato il contenuto politico di gran lunga più visto (ca 5 mln di views in poche ore). Ma questo perché? Perchè la curiosità e l’appeal, che non è più soltanto una leadership politica ma è una icona POP, persino tra i giovani che non hanno vissuto il Berlusconi POP, batte il contenuto costruito ad hoc. Ma se si votasse su TikTok avremmo già il risultato. 

Tallia solleva un punto: La brevità di questa campagna elettorale, rafforza la centralità della Televisione? 

Beniamino Pagliaro

Risponde Beniamino Pagliaro (Giornalista La Repubblica): La tv ha ancora un peso notevole, ma ha lo stesso problema dei social, sapere quanto converte? La Tv parla alle nicchie. Però quello che emerge da questa divisione social-Tv è una frammentazione generazionale evidente. Perché la campagna si fa sui giovani perché va di moda. Faccio un video su TikTok ma in realtà non me ne frega niente. Nei programmi non c’è niente.
C’è una frammentazione generazionale netta che si disinteressa dei giovani e che teme che non andranno a votare, nonostante questa volta, soprattutto per il senato, tutti quelli che andranno a votare riceveranno anche la scheda del senato.

Il presidente Tallia rivolgendosi a Feltri domanda: Il sistema elettorale è un sistema elettorale che non favorisce un rinnovamento per i suoi limiti di cui si è discusso molto. Per ora dove si giocherà questa campagna elettorale? La televisione è uno strumento consolidato?

Feltri risponde così: La Tv era fortissima quando era il punto d’incontro dove si lottava per arrivare in prima serata di RAI 2, che era un evento politico (ad esempio). I talk Show hanno rilevanza perché creano familiarità. La Tv ora è troppo mediana per essere veramente incisiva. […] Il numero di views sui social non è indicativo di niente, un esempio? Berlusconi lo guardano tutti perché ci fa ridere. Mentre negli U.S.A. hanno sperimentato l’influenza dei Nano-Influencer che hanno una legittimità ridotta ma con una maggiore influenza sul loro pubblico. Ora non sono sicuro che sia una prima serata di una televisione il posto dove emergere.

Pregliasco fa un passo ulteriore, riflettendo su come i 47 milioni di italiani che andranno a votare avranno i famosi 10 minuti di riflessione casa-seggio dove dovranno decidere come esprimersi in fase di voto. 

Ma il singolo fattore sposta dei voti? Social, Tv…

NO, ma potrebbe anche essere SÌ, perchè ogni piccola cosa ci da un elemento nella nostra mappa mentale che sommandosi alla cultura politica crea l’orientamento di voto. 

Ma tornando al paragone tra mezzi come social e televisione, se paragonassimo il numero di views con il numero di ascoltatori. Sui social è molto più facile arrivare ad un numero astronomico a causa della sommatoria delle visualizzazioni, per alcuni social bastano i primi 4 secondi, mentre per la Televisione generalista si parla di media, che attraverso complessi calcoli stima una media di picco che si potrebbe aggirare attorno a cifre anche molto meno basse dei social, ma con un ascolto di “maggiore qualità”.
Un altro dato interessante è il numero di under 35 che si informa su TikTok, circa il 19% mentre la Tv rimane ancora il mezzo più importante per questo tipo di informazioni con il 45%. 

Nonostante tutto i Social per il mondo della politica contano ancora poco, ma all’interno dei social conta invece la fiducia che le persone ripongono negli influencer e quindi dipende molto da cosa fanno e dicono, magari non convertono direttamente ma indirizzano politicamente.

Pagliaro: Quindi hanno un ruolo notevole, ma non a livello politico, non perché tifano per uno o per l’altro, ma perché plasmano la corsa sollevando dei temi che inevitabilmente hanno una risposta politica non indifferente che non può permettersi di esserlo. 

Feltri: I social hanno ultrasemplificato la comunicazione e in questo ecosistema i giornali sono l’antitesi, la cura, l’oasi di complessità che invece analizza il mondo approfondendo e spiegando per bene. I giornali devono ritrovare il loro spazio! 

Pagliaro: Il ruolo dei giornali è quello di porsi come filtro dell’informazione, mentre invece gli influencer possiedono un potere violento basato solamente sulle loro convinzioni che non vengono messe in discussione.

Pregliasco: Allora tirando le somme, gli influencer rilevano i temi ma forse non spostano in senso politico grandi masse. Però come diceva prima il collega Feltri i giornali si occupano di approfondimenti, ma talvolta sui social ho letto degli approfondimenti fatti molto meglio rispetto a dei giornali. I social sono una mescolanza di cose, il segreto è quello di miscelare le cose senza che l’utente si accorga delle differenze.

Tallia: però sui social si usa il lavoro dei giornali per costruire contenuti

Pagliaro: I giornali raccontano i fatti, e se i fatti ci sono vanno raccontati e si deve andare avanti.
Ma da qui al voto avremo dei nuovi fatti?